NOTIZIARIO   1 / 2002   (N. 26)

Periodico semestrale –  Maggio 2002

 

Edito da: Società per gli Studi Naturalistici della Romagna

con sede legale in Piazza Zangheri, 6  -  Cesena  (FC)

Indirizzo postale e Segreteria:  C.P. 143  48012  Bagnacavallo  (RA)

 

Spedizione in Abbonamento Postale, Art. 2, Comma 20, Lett. C,

Legge 662 del 23/12/96

 

 

 

Sommario

 

Necrologio  ……………….………………………………………..

pag.    3

Assemblea annuale ……………………………………………….. ………………………………………………….

pag.    3

Avviso  ……………. …………………………………………….. …………………………………………………………….

pag.    4

La "Magnazza" di primavera ……………………………………… …………………………………………………

pag.    5

Incontri periodici e serate di diapositive …………………………..

pag.    5

Biblioteca ………....……………………………………………….

pag.    5

Dalla Segreteria …………………………………………….……...

pag.    5

Nuovi Soci, Cambi di indirizzo, Contributi volontari ……………. …………………………………………………………

pag.    6

Viaggi e ricerche dei Soci …………………………………………

pag.    7

Giornata di studio: Dagli alberi morti … la vita della foresta    ….. 

pag.    9

Annunci  ………………………………………………………….

pag.    9

Notizie  ……………………………………………………………

pag.  10

I grandi Naturalisti di Romagna :

Giovanni Antonio Battarra (1714 - 1789)   ……………………….

(di Pier Carlo Righetti)

 

pag.  11

Riflessioni :

Lavare è un po' inquinare ?   ………………………………………    

(di Giorgio Pezzi)

 

pag.  15

Recensioni …………………………………………………………

pag.  16

Biblioromagna  …………………………………………………….

pag.  17

 

 

Direttore responsabile:  Sandro Bassi

Impaginato da  F. Pederzani  e  L. Melloni

Fotocomposto in proprio.

 

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Sabato 27 Aprile è deceduto a Rimini il Socio Prof. Giuliano Ruggieri  (1919 - 2002), figura leader di fama internazionale nei campi della Micropaleontologia, della Malacologia e della Stratigrafia del Quaternario. Laureato in Scienze Naturali, studioso eclettico, brillante e ricco di intuizione, fu autore di circa 240 lavori scientifici. Per molti anni aveva coperto la cattedra di Geologia all’Università di Palermo, dove fu direttore di quell’Istituto di Geologia fino al Suo collocamento fuori ruolo. Diversi sono i riconoscimenti che gli sono stati assegnati per i Suoi meriti scientifici; in particolare ricordiamo: la laurea ad honorem in Scienze Geologiche conferitagli nel 1989 dall' Università di Bologna, il Premio Feltrinelli 1991, massima onorificenza della Accademia Nazionale dei Lincei, e la cittadinanza onoraria del comune di Poggioreale (Trapani), in riconoscimento delle ricerche geologiche compiute su quel territorio in occasione del terremoto del Belice. Era socio onorario di varie società o associazioni scientifiche, tra cui la nostra. Attaccatissimo alla Romagna, Sua terra d’origine, aveva aderito con entusiasmo fin dai primordi alla nostra Società e contribuito in modo sostanziale al “Quaderno di Studi e Notizie di Storia naturale della Romagna” con alcuni prestigiosi articoli ed un supplemento dove faceva il punto sui numerosi taxa paleozoologici da Lui istituiti. Purtroppo negli ultimi anni la malferma salute non gli permise di produrre altri lavori e ciò era uno dei Suoi principali tormenti.

Esprimiamo ancora una volta alla famiglia la partecipazione al dolore per la Sua scomparsa e la gratitudine per quanto Egli ha fatto per noi.

Un più accurato ricordo della sua figura e delle sue opere è attualmente in preparazione e verrà proposto in uno dei prossimi numeri del Quaderno.

                                                                                                                 (Cesare Tabanelli)

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Attivita’ Sociali

Assemblea annuale della Società

Venerdì 12 aprile si è tenuta in seconda convocazione l'annuale assemblea ordinaria della Società, presso il Museo civico di Scienze naturali di Faenza, che anche questa volta ci ha generosamente ospitato. Erano presenti o rappresentati per delega una trentina di Soci. Il bilancio consuntivo del 2001 ed il preventivo del 2002 , già inviati ai Soci con la convocazione dell'Assemblea, sono stati approvati all'unanimità. Presidente e Segretario hanno riferito sullo stato dell' Associazione, rilevando che il numero dei Soci è in continuo aumento, ma che il pagamento delle quote sociali 2002 era (ed è tuttora) in forte ritardo, per un insieme di cause che vanno dall' aumento della quota sociale deciso dall' assemblea del 2001, all'introduzione dell' Euro, all' indisponibilità dei moduli di c.c.p. prestampati (non ancora fornitici dall' Ente Poste Italiane). All'Assemblea è stato presentato il libro dei Soci E. Bertaccini e G. Fiumi sui Lepidotteri Sesioidea, IV° volume della serie su Bombici e Sfingi d'Italia. Essendo cessata l'attività editoriale di Natura - Giuliano Russo, casa editrice dei primi tre volumi della serie, la nostra Società ha deciso di collaborare con gli autori alla stampa del quarto ed ultimo volume ed ha acquisito in tal modo la disponibilità di 300 copie del libro, che sono state distribuite ai Soci in regola con la quota sociale ed agli Enti con cui intratteniamo rapporti di scambio di pubblicazioni. Le copie ancora disponibili del libro saranno consegnate ai Soci che rinnoveranno la quota, fino ad esaurimento. Il libro è stato spedito assieme al Quaderno n. 16, che ospita 10 articoli scientifici, più numerose segnalazioni floristiche e faunistiche.

L'Assemblea ha anche deliberato di sollecitare con apposita lettera gli oltre 60 Soci morosi; una parte dei quali ha rinnovato l'associazione nel corso di aprile e maggio.

Sono stati accettati tutti i nuovi Soci aggregati negli ultimi 12 mesi, ed è stata accolta con applauso la proposta di chiedere al Prof. Cesare Conci, già Direttore del Museo civico di Storia naturale di Milano e Presidente della Società Entomologica Italiana, di accettare la nomina a Socio Onorario della nostra Società, per i suoi meriti scientifici e per gli aiuti che ci ha spesso fornito e la donazione di molti libri e riviste per la nostra biblioteca sociale. In seguito il Prof. Conci si è dichiarato lieto di accettare la nomina.

L'Assemblea ha dato mandato al Direttivo di trovare strumenti atti ad ottenere dai Soci il pagamento della quota sociale entro i primi mesi dell'anno. La spedizione delle pubblicazioni solo ai Soci in regola è una delle scelte. Per far fronte alle maggiori spese postali in caso di spedizione del materiale (fuori abbonamento) a chi rinnova in ritardo, dal 2003 sarà applicata una maggiorazione alle quote versate dopo il 31 marzo. Nel prossimo Notiziario saranno comunicate le decisioni del Direttivo.

 

AVVISO

Alcuni Soci segnalano di aver ricevuto il Quaderno n. 16 con qualche pagina bianca o con errori di impaginazione.

La Società si scusa e promette di inviare un quaderno nuovo a tutti i Soci che dichiareranno di averne ricevuto uno difettoso.

 

Numerazione del Notiziario

Per richiesta dell'Ente Poste Italiane, relativa alla spedizione in abbonamento postale, il Notiziario non può essere contrassegnato dal solo numero progressivo; esso deve portare l'indicazione dell'anno di pubblicazione ed il numero progressivo nell'anno, perciò questo è il "Notiziario 1/2002 ". Manteniamo tuttavia anche la consueta numerazione progressiva (Notiziario N. 26).

Quaderno N. 16  supplemento

Allegato al presente Notiziario viene distribuito il supplemento al N. 16 del Quaderno di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna, dedicato a studi entomologici dei Soci su fauna non romagnola e contenente la descrizione di numerose specie nuove per la Scienza. Esso è stato stampato col contributo economico degli autori.

La "Magnazza" di primavera

Domenica 17 marzo si è tenuto a Villa Inferno di Cervia presso il Ristorante PAJA "Punto verde" il 38° incontro naturalistico eno-gastronomico romagnolo. I partecipanti erano 49, in numero inferiore al solito. La scarsa affluenza dipende dalla scelta del periodo ?

 

Incontri periodici e proiezione di diapositive

Sono proseguiti gli incontri periodici nella casa di Via Cogollo, 27  Villanova di Bagnacavallo, tutti i primi e terzi martedì del mese, dalle ore 20.30 in avanti. Dopo una pausa in luglio ed agosto, gli incontri riprenderanno in settembre. Chi desidera partecipare e non conosce l'ubicazione della casa, può rivolgersi alla Segreteria o chiedere informazioni per e-mail.

 

Biblioteca

Per lavori di ristrutturazione della scuola "Graziani" di Bagnacavallo, la nostra biblioteca sociale rimarrà inagibile dal 12 giugno a fine agosto.

 

Dalla Segreteria

Presso la Segreteria sono ancora disponibili alcune copie dei seguenti volumi al prezzo scontato per i Soci:

♦Ecologia delle siepi. Atti del convegno, 1989 AA.VV. € 10,00

♦Invertebrati. In case, cortili e giardini della pianura emiliano-romagnola, 2000 di E. Contarini   € 10,00

♦ I Funghi delle pinete delle zone mediterranee, 1993 di A. Zuccherelli € 16,00

♦ Erbario e xiloteca, per raccogliere e conservare erbe, foglie, frutti e legni, 1999 di E. Contarini € 5,50

♦ La fauna della riserva naturale orientata Bosco di Scardavilla, 1998 a cura di G. Tedaldi € 3,00

♦ Le conchiglie della costa romagnola, 1991 di E. Rinaldi € 12,00

♦ Farfalle. Quello che sappiamo della loro vita, 1995 di F. Merighi € 3,00

♦ Il Podere Pantaleone. Area di riequilibrio ecologico della Regione Emilia-Romagna, 1997 di AA.VV. € 4,00

♦ Le pinete ravennati, 1998 di P. Fabbri & A. Missiroli €19,00

♦ Dati agrometeorologici 2000. Dietro solo rimborso delle spese di spedizione.

♦ Quaderno di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna dal N° 1 al N° 15 € 52,00

♦ Singoli Quaderni vengono ceduti a € 10,00 l’uno

♦ Adesivi con emblema della Società € 0,50

 

Si invitano nuovamente i Soci morosi a versare la quota relativa al 2002, fissata in  € 18,00 utilizzando il CC Postale 11776473 intestato a Società Studi Naturalistici Romagna CP 143  48012 Bagnacavallo (RA).  Col pagamento della quota, si avrà il diritto di ritirare il Quaderno n.16 ed il libro sui Lepidotteri, già spedito ai Soci in regola. Per l'eventuale spedizione postale, aggiungere  € 3,00 .

 

Nuovi soci e cambiamenti di indirizzo

(omessi per ragioni di privacy)uovi Soci


Baruzzi Andrea


Contributi volontari

 

Pavanello Giovanni Battista   € 2,00

Viaggi  e Ricerche dei Soci

In dicembre Luigi Melloni e Giorgio Pezzi, hanno compiuto un viaggio di ricerche entomologiche in Venezuela visitando il Parco Nazionale Enrí Pittier, e il Páramo di Mérida. Purtroppo le scarse piogge e il periodo di luna piena, hanno ostacolato le catture alla lampada. Sono stati raccolti granchi nella zona della Cordigliera de la Costa a 1600 m attualmente allo studio presso il laboratorio di biologia marina di Ancona. Giorgio Pezzi ha proseguito il soggiorno venezuelano visitando la costa caraibica nei pressi di Cata, El Plaion. Interessanti i contatti avuti tramite l’amico Carlo Bordon di Maracay.

 

Il viaggio nella Repubblica "Bolivariana" di Venezuela ha permesso di conoscere anche alcuni naturalisti e protezionisti impegnati nella salvaguardia e difesa delle bellezze naturali del paese. La giovane dottoressa Licette Ypez, medico, di Callao (estado Guayana), armata di una grinta non comune ad una bella e …fragile (all’apparenza) ragazza, è riuscita a farsi ricevere ed a parlare con l’attuale presidente venezuelano Ugo Chávez, per portargli all’attenzione i gravi danni ecologici che avrebbe subito il Parco Nazionale Henrí Pittier vicino a Maracay, in seguito a grandiosi ed insensati progetti di sviluppo turistico. Il presidente, ascoltata la naturalista, ha bloccato gli interventi !

Francisco Romero Montesino invece, è un entomologo autodidatta, figlio d’arte. Infatti con tutta la sua famiglia, il padre e la madre, si dedicano alla raccolta di Lepidotteri venezuelani. La collezione iniziata nel 1951 dal padre Francisco Romero Rodriguez, attualmente conta oltre 50.000 esemplari di lepidotteri diurni e notturni quasi totalmente determinati, conservati in 700 insettari, splendidamente preparati, e in numerose scatole tematiche biologiche utilizzate a scopi didattici per le numerose scolaresche che visitano l’abitazione dei Romero Montesino gratuitamente.

Purtroppo le non floride condizioni economiche della famiglia (Francisco Romero è attualmente disoccupato ed il padre è gravemente infermo) costringono a conservare la collezione in scatole impilate a terra in un' angusta stanzetta. Gli appelli alle istituzioni locali e all’Università affinché intervengano con qualche contributo o mettendo a disposizione un locale adeguato per conservare questa unica raccolta di grande valore scientifico per il paese, sono stati vani.

Se qualche istituzione o privato vuole aiutare questi amici d’oltre oceano, può contattare:

Francisco Romeo Montesino

Urbanisacion Las Acacias, Bereda, 12 casa, 13  2102 Maracay (e.do  Aragua)   -Venezuela-

 

In marzo Luigi Melloni ha compiuto un breve viaggio in Spagna. Ha visitato in Catalogna lo splendido giardino botanico di Marimurtra sulla Costa Brava nei pressi di Blanes, a Barcellona ha avuto interessanti contatti con gli entomologi del locale Museo di Zoologia. E' stato attivato un accordo per scambio di pubblicazioni con quel Museo.

 

In marzo e aprile Stefano Mazzotti si è recato in Ecuador. Con la collaborazione della Università PUCE e del Prof. Giovanni Onore, ha visitato le riserve di Otonga e di Yasunì. In un prossimo Quaderno pubblicheremo un resoconto sui risultati del viaggio.

 

A fine aprile Fernando Pederzani ed Antonio Schizzerotto hanno effettuato ricerche sui Coleotteri acquatici dell' Alto Atlante ed Anti-Atlante marocchino, con base ad Agadir.

Durante la primavera, Gianluca Magnani e Gianfranco Sama hanno organizzato due spedizioni in Marocco ed in Iran, di grande interesse per i rispettivi studi sui Coleotteri fitofagi (Buprestidi e Cerambicidi). Della prima viene data, di seguito, una breve relazione; la seconda, i cui risultati sono attualmente in corso di studio, verrà più ampiamente illustrata in un prossimo Notiziario.

Marocco meridionale (3 / 13 Aprile)

Nel corso del viaggio è stata instaurata una proficua collaborazione con l’Institut Scientifique di Rabat (già noto come Institut Chérifien), il che ha consentito lo studio delle collezioni entomologiche conservate presso quell’Istituto (coll. Antoine, Kocher, Rungs, ecc.) e la concessione delle autorizzazioni necessarie per la raccolta di insetti e di campioni botanici in alcune riserve naturali del paese.

Sono state effettuate ricerche nelle seguenti località:

§         dune fossili lungo la costa dell’Oceano Atlantico a sud di El Jadida: biologia di Conizonia aresteni Pic (Col. Cerambycidae), parassita di Centaurea seridis;

§         foreste montane a Quercus ilex, Pistacia atlantica e Cupressus atlantica del Tizi n’Test (passo a oltre 2000 di quota sull’Alto Atlante): raccolta di larve e di adulti di specie endemiche o relitte quali Trichoferus ilicis Sama, Trichoferus cisti Sama, Blepisanis melanocephala Fabricius, Purpuricenus barbarus Lucas, Vesperella pallida Dayrem, Chlorophorus favieri Fairmaire, Derolus mauritanicus Buquet, ecc. (Cerambicidi); Acmaeodera gianassoi Curletti & Magnani, Agrilus gregori Obenberger, Sphenoptera sp., Anthaxia funerula taddertensis Baudon, A. mamorensis Thery, ecc. (Buprestidi);

§         regione desertica fra Laayoune e Es Smara (ex Sahara Spagnolo), dove sono presenti alcune specie di Cerambicidi e di Buprestidi africani, parassiti delle Acacie, che raggiungono in questa regione il loro limite settentrionale: sono stati raccolti, fra gli altri, Macrotoma palmata Fabricius, Anthracocentrus arabicus Thomson, Crossotus subocellatus Fairmaire, Ceratites jaspideus Serville (Cerambicidi), oltre a varie specie di Buprestidi dei generi Anthaxia e Agrilus, Agrilomorpha, Chrysobothris.

Iran (6 / 23 Maggio)

Nel corso del viaggio, a cui hanno partecipato i colleghi Domenico Gianasso (Castelnuovo Don Bosco, Asti) e Pierpaolo Rapuzzi (Cialla di Prepotto, Udine), sono state effettuate ricerche in numerose località dei Monti Zagros (province di Luristan, Bahtharan e Kordestan nell’Iran centro occidentale), dell’Azerbaigian (Orumiye e Ardabil) e sulle montagne dell’Iran nord occidentale (Talesh ed Elburs). Sebbene si debba ancora attendere lo sfarfallamento delle specie di cui sono stati prelevati unicamente gli stadi preimmaginali, il materiale raccolto, peraltro ancora in corso di studio, si presenta veramente eccellente. Sono state scoperte alcune specie nuove per la scienza e/o per l’Iran, soprattutto fra i Cerambicidi Phytoeciini. L’organizzazione del viaggio, grazie ad un’attenta agenzia turistica iraniana che ha messo a disposizione un potente fuori strada ed un abile autista con sufficienti conoscenze della lingua inglese, è stata perfetta ed ha consentito il contenimento delle spese entro livelli accettabili.

 

Nel mese di maggio, i Soci Ilvio Bendazzi, Ettore Contarini, Giorgio Pezzi e Daniele Righini hanno effettuato un viaggio nella Sardegna centrale e meridionale, per osservazioni naturalistiche prevalentemente orientate verso l'entomologia e la botanica. Nonostante le condizioni metereologiche fortemente avverse, grazie al generoso aiuto dell'amico Prof. Roberto Pantaleoni dell'Università di Sassari, nostro Socio, e dell'Amministrazione Comunale di Aritzo, hanno visitato varie località di pregio ambientale, specialmente nella Barbagia e nel Supramonte di Orgosolo.

 

 

Giornata di studi:  Dagli alberi morti… la vita della foresta

Il 10 maggio, presso il Centro di Educazione Ambientale di Corniolo di S.Sofia (FC), il Parco Nazionale delle Foreste casentinesi, M.te Falterona e Campigna ha organizzato una giornata di studi dedicata alla gestione della massa legnosa morta nelle foreste. Molti Soci, purtroppo non tutti, hanno ricevuto l'avviso col programma della giornata, e molto numeroso è stato il pubblico, così come numerosi ed assai interessanti sono stati gli interventi, tutti più o meno incentrati sull' importanza delle masse legnose deperienti nelle foreste per la conservazione della biodiversità. Sono intervenuti il Prof. U. Bagnaresi, moderatore, e la Dr.ssa A. Bernicchia, dell'Università di Bologna, la Dr.ssa S. Nocentini dell'Università di Firenze, il Dr. F. Pesarini del Museo di Storia Naturale di Ferrara,  il Dr. F. Mason del Centro Studi Forestali del C.F.S. di Verona, i Dr. V. Ducoli, Dr. A. Gennai e Dr. N. Agostini dell' Ente Parco, i Naturalisti G. Tellini, D. Scaravelli, G. Tedaldi, E. Contarini, R. Fabbri, la maggior parte dei quali Soci della nostra Società. Presiedeva il convegno il Dr. L. Senni, nostro Proboviro e membro della Giunta del Parco.  La giornata di studi è nata da un'idea che il Dr. Senni ha sviluppato assieme al Dr. Agostini, con il convinto appoggio della Direzione del parco e l'entusiastica adesione dei Forestali, in primo luogo l'Ispettore G. Crudele.

Ci è dispiaciuto constatare che la nostra Società, cui aderisce la maggior parte dei partecipanti ed i cui membri si sono dati molto da fare per l'organizzazione del convegno, non sia stata in alcun modo ricordata dagli intervenuti. Siamo tuttavia soddisfatti delle conclusioni scientifiche e della copiosa partecipazione di pubblico. Ci auguriamo che, accettando l'unanime parere dei Naturalisti, almeno in alcune aree del Parco siano lasciati in posto gli alberi morti, affinchè in essi possa perpetuarsi la vita.

Siamo grati all'Ente Parco per l'organizzazione di questa Giornata di Studi, che speriamo trovi seguito in future analoghe iniziative.

 

 

ANNUNCI

§         Nell'agosto 2001 il Socio Alessandro Tabarroni ha compiuto una seconda spedizione all’isola di Cuba raccogliendo Odonati in quantità nella Sierra Maestra. Per il caldo e la fatica, si è limitato a catturare solo i lepidotteri che…si sono infilati da soli nel retino. E’ disposto a cederli a chi possono interessare (Via D. Zampieri, 24  40129 Bologna).

 

§         Chi fosse interessato ad una visita in Armenia, sia a scopo naturalistico che turistico, può contattare il  Dr. Armen L. Amiryan, dell’Accademia Nazionale di Scienze di Yerevan  ( staphyl@freenet.am )  che già collabora con diversi nostri Soci ed è disponibile a farvi visitare le bellezze naturali ed artistiche di questa splendida nazione del Caucaso. Per referenze e notizie contattare Stefano Ziani   stefanoziani@libero.it  o Vincenzo Volpe   vinnie@volpe.it

 

 

NOTIZIE

Il GREF (Gruppo Regionale Esplorazioni Floristiche del Friuli-Venezia Giulia), fu creato e tuttora diretto, dal Prof. Livio Poldini del Dipartimento di Biologia dell’Università di Trieste, nel 1980 con lo scopo di riunire naturalisti appassionati di flora, per compilare la cartografia delle flora del Friuli-Venezia Giulia sul reticolo IGM 1: 50.000. Già in altri paesi europei le istituzioni scientifiche ufficiali si avvalgono dell’aiuto di semplici naturalisti dilettanti e appassionati di botanica per la raccolta dei dati. Da quelle prime riunioni organizzate dal Prof. Poldini, nell’arco di 20 anni di ricerche, sono scaturite migliaia di informazioni e di segnalazioni che vengono inserite nella banca dati del Dipartimento di Biologia di Trieste gestito dalla Dr. Marisa Vidali Zlatich. Tra i tanti obiettivi c’è quello di comporre una cartografia floristica dell’Europa centrale e nel 1991 venivano elaborati i primi dati. Con la partecipazione della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, vedeva la luce “L’Atlante corologico delle piante vascolari nel Friuli-VeneziaGiulia”.

L’attività sociale del GREF consiste in una serie di escursioni esplorative nelle 80 aree di base in cui è suddiviso il territorio regionale, alle quali partecipano numerosi soci individualmente o in gruppo, guidati da specialisti. Annualmente si svolge un corso di determinazione floristica presso Baita Torino al Passo Pura m 1410 (Ampezzo), della durata di 7 giorni, con ricerche sul campo e lezioni tenute da valenti e noti floristi.

Le segnalazioni del GREF degne di nota, vengono pubblicate nell’Informatore Botanico Italiano edito dalla Società Botanica Italiana di Firenze, in Gortania (Bollettino del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine). Altri lavori sono pubblicati in Candolle (Genèvre) e in Webbia (Firenze).

Ricca anche la produzione libraria:

Atlante corologico delle piante vascolari nel Friuli-Venezia Giulia - 1991 di L. Poldini.

Itinerari botanici nel Friuli-Venezia Giulia - 1991 di L. Poldini.

Quaderni del GREF giunti al N° 8, monografie che trattano:

1)  Campanulaceae, 1994

2)  Saxifragaceae, 1995

3)  Gentianaceae, 1996

4)  Primulaceae, 1997

5)  Papaveraceae, 1998

6)  Boraginaceae, 1999

7)  Geraniaceae e Malvaceae, 2000

8)  Ericaceae e Thymelaeaceae, 2002

Chi fosse interessato alle attività del GREF può contattare: 

gref@adriacom.it  Tel.-Fax 040-573076    

Sito Internet:   http://space.tin.it/arte/sivice/gref/homegref.htm

                                                                                                                      I  grandi  Naturalisti  di  Romagna

                                                                                                                      Giovanni Antonio Battarra (1714-1789)

 

Una biografia di A.Battarra in poche righe, ed anche pagine, è pressoché impossibile. Quanto in sintesi tentiamo di raccontare di Lui è sempre poco e quanto si sa lo si è dedotto dai suoi stessi scritti compresa una autobiografia inedita. Il prof. Liliano Faenza ed il dott. Giacomo Lazzari sono quelli che ne hanno più parlato: l’uno nella prefazione della ristampa dell’opera del Battarra “Pratica Agraria” e l’altro nel suo libro “Storia della Micologia”. E da questi abbiamo colto principalmente le notizie.

Per ragioni di spazio racconteremo di lui soprattutto come micologo.

 

    L’abate Giovanni Antonio Battarra  è uno dei personaggi più rappresentativi della Rimini del ‘700, anche se la storia locale lo ha un poco dimenticato e scarsamente celebrato.

    Nasce a Rimini il 9 giugno 1714 da Domenico e da Giovanna Francesca Fabbri di Coriano.

    Sacerdote non proprio per vera vocazione ma spinto al seminario (come spesso succedeva a quei tempi) dalle disagiate condizioni economiche famigliari. Frequenta il Seminario di Rimini e viene ordinato sacerdote nel settembre del 1738.

     Nel 1741 ottiene la cattedra di filosofia al Seminario di Savignano; nel 1748 quella di Rimini; nel 1757 viene nominato professore di filosofia del Comune.

     Queste in sintesi le tappe salienti della sua carriera ma gli interessi da lui coltivati, all’infuori delle cariche ufficiali, sono tanti e proprio questi a renderlo famoso: interessi non proprio rivolti alle anime come avrebbe dovuto da buon sacerdote, come lui stesso scrive in un suo quaderno autobiografico «…siccome non avea mai sentito in me veruna inclinazione alla Cura delle Anime…». Diventa prete, anzi abate, ma non senza contrasti col suo stesso padre, preparatore di teologia, scandalizzandolo sostenendo che il papa può mutar la forma dei sacramenti; alla fine, testi alla mano, la spunta il nostro Antonio.

     Si interessa soprattutto di discipline naturalistiche dove si esprime in modo che possiamo definire eclettico. Si fa discepolo di un altro famoso riminese, Giovanni Bianchi (Janus Plancus[1] o Jano Planco, come si faceva chiamare) medico famoso per la sua scuola di anatomia ma anche naturalista ed archeologo col grande merito di aver rifondato proprio nella sua casa di Rimini la prestigiosa Accademia dei Lincei dopo un secolo di soppressione. Il nostro Battarra partecipa assiduamente alle riunioni che si tengono all’Accademia dove si interessa soprattutto di botanica. E’ proprio il Bianchi che gli fa conoscere l’opera del famoso botanico e micologo fiorentino Pier Antonio Micheli (1679-1737) e lo consiglia di far visita a  Padre Bruno Tozzi , amico e consigliere del Micheli da poco scomparso, presso l’Abbazia di Vallombrosa, che era considerata un focolaio di cultura, un vero vivaio di eruditi in tutte le discipline naturalistiche, specialmente di botanici.

     Nel 1740  allora il Battarra vi si reca e l’incontro col Tozzi fa scoccare in lui la vera scintilla per la micologia, tanto che nel 1741, quando il suo maestro Jano Planco viene chiamato all’università di Siena, lui disattende le pressioni del vescovo che lo vorrebbe parroco a Rimini per andare a fare il professore di filosofia a Savignano, cosa che gli avrebbe lasciato il tempo per «..scrutar erbe e funghi».

    Nei due anni a seguire, come aveva visto fare a Vallombrosa dal Tozzi, disegnò, descrive e classifica circa trecento funghi. Poi decide di tornare lassù tanto che nel 1742, si mette in viaggio a piedi verso la Toscana con l’ansia di «..curiosar per balze Testacei fossili, Pesci e molt’altre belle cose da pascer l’occhio e la curiosità d’un Naturalista..» ma nonostante la guida, si perde. Fa poi lui da guida alla guida che s’era messa a gemere per lo spavento; e vagano per monti e valli rischiando anche la morte sul ciglio di un precipizio «...cupo ben venti pertiche…». Ma a quei tempi le notizie non viaggiavano tanto speditamente per cui arrivato a destinazione ha la sgradita sorpresa di non trovare più il Tozzi passato da un anno a miglior vita e rimane profondamente deluso anche dal fatto che tutti gli scritti e disegni che era andato per consultare erano spariti.

    Dopo aver accumulato tanto bel materiale gli sorge il problema della stampa per cui, soprattutto per ragioni economiche, ecco che si inventa anche il mestiere dell’incisore in rame; il bulino diventa come un pennello nelle sue mani e da autodidatta diventa ramista.

Nel frattempo Jano Planco, rientrato a Rimini, cacciato con l’accusa di «..appestar Siena col puzzo dei cadaveri sezionati (accusa che anche dei malèdici riminesi gliel’avevano scagliata)..» visti i bei lavori, commissiona duecento lastre per sue certe opere di mostri, mostruosità e conchiglie poco note.

    Di filosofare e insegnar logica comunque ha sempre volontà tanto che, pur combattendo fra le invidie e le persone contrarie, riesce ad avere nel ‘48 una cattedra cittadina, ma dopo sette anni di lezioni geometriche e fisiche, logiche e metafisiche si trova a spasso in quanto il lascito che sosteneva la cattedra viene a mancare e lui accumula una perdita secca di sessantaquattro scudi.

    Ecco che nel 1755 esce con una vera “bomba” nella provincia settecentesca degli studiosi: stampa a Faenza la sua opera migliore “Fungorum agri Ariminensis historia” (in latino «per farsi intendere anche al di là delle Alpi») con allegate quaranta tavole incise personalmente in appendice al testo. Ma i soldi? L’aveva dedicata a un ricco cardinale spagnolo, Gioacchino Portocarrero, che gli diede solo con un semplice grazie. Per mia fortuna, dirà Battarra, il cardinale muore e nel 1759 ristampa il libro con nuova dedica all’abate napoletano Gargano che gli regala dodici zecchini e lo fa felice.

    Nel ’57 diventata filosofo comunale (lui non avrebbe accettato neppure per scherzo questa definizione perché si dava molte arie e preferiva definirsi maestro a Rimini di pubblici professori) e nel ’60 la spunta anche sul Seminario che gli era stato sottratto tempi addietro, da  «quel tartufo, paolotto ignorante» (un religioso di cui non ci è dato il nome) appoggiato dal vescovo Guiccioli, ravennate.

    In Seminario si butta con impeto ma con idee che un poco puzzano. In un discorso a Cesena per l’apertura della cattedra di filosofia dice che il Seminario non deve mirare a far preti ma a preparare uomini alla vita ed alla scienza, vuole cavaglieri istruiti e non preti ignoranti. Una filosofia naturale prima di quella sacra. I giovani devono procedere con scienza propria e non degli altri, così come aveva sempre fatto lui. Ma per briga di colleghi in tonaca in poco tempo i suoi discepoli da ventidue scendono a uno!

    Nel frattempo I rapporti col vescovo si deteriorarono e così pure con i benpensanti  per cui si fa molti nemici. Quando gli muore il cane Orione (bracco sgraziato di gambe corte).  fa una incisione su rame dove lo raffigurava su un basamento con un burlesco epitaffio e va a dire che, essendo Savignanese, sarebbe passato alla storia ad eternità dei Savignanesi. Questi si sentono tanto offesi che lo cacciano dalla città, e poiché nessuno prende le sue parti, definisce questi  «dame e cavaglieri del buco del culo».

 

    Battarra  si dimostra anche un acuto osservatore dei problemi dell’agricoltura. Il suo libro più famoso, per la risonanza che poi ebbe a livello europeo, meriterebbe da solo una recensione ben estesa. Si tratta di “Pratica agraria distribuita in vari dialoghi (1778) dove descrive ed illustra vari sistemi di coltivazione e potatura di alberi e lavorazione del terreno indicando, da vero precursore, la necessità delle rotazioni delle culture. Sperimenta lui stesso queste idee nel suo podere di Pedrolara (Coriano di Rimini) dove tutt’ora c’è la sua casa. L’edificio, ben conservato dal suo erede diretto Dott. Ugo Turchi, conserva ancora i mobili dell’epoca e le porte sono dipinte mirabilmente, con scene simpatiche di persone e animali, eseguite dallo stesso Battarra (e così si scopre anche pittore!).

In appendice al libro, quasi per scherzo, tratta di costumanze, superstizioni, e frodi dei contadini (colte sul vivo nella sua Pedrolara) che sono così diventati famosi nel mondo. Ed è così che scopriamo ancora un ennesimo Battarra come studioso di una scienza di cui lui neanche conosceva il nome: l’etnografia.

    In vari scritti come “Naturalis historia elementa (1778) e “Rerum naturalium historia(1773-1782), tratta ancora cose della natura quali insetti, pesci, fossili e conchiglie che anche illustrò mirabilmente.

    Ma non finisce mai di stupire! Si cimenta, con discussioni e progetti veri e propri, nel campo dell’idrostatica. Il porto canale tende ad insabbiarsi e lui indica dei sistemi di costruzione dei moli (in curva) che in caso di piene del fiume aumentino la velocità dell’acqua con vantaggio della pulitura dell’alveo. (v. “Due discorsi sopra la fabbrica del porto di Rimini”)

 

 Ma quanto valeva veramente il Battarra micologo?

    Occorre premettere che ci troviamo nel periodo iniziale e più confuso della micologia dove l’Europa era condizionata dalle teorie del grande botanico svedese Linneo, ma nel fermento di nuovi orientamenti ed iniziative scientifiche in Italia emersero due personaggi quali il botanico professionista Giovanni A. Scopoli  (1723-1788) ed il dilettante Antonio Battarra.

    Carlo Linneo (1707-1778), padre della botanica, gettò le basi della sistematica nei tre regni della natura e in particolare divise  il regno vegetale in 24 classi secondo la conformazione degli organi di riproduzione. Pose altresì le basi della nomenclatura binomia in latino, cosa tutt’ora universalmente adottata. Ma in micologia è fondamentale la speciografia, cioè individuare le caratteristiche macroscopiche per la separazione delle singole specie, altrimenti impossibile discriminarle, come faceva lo Scopoli, secondo i misteriosi, per quei tempi, organi di riproduzione,: e di questo sono stati dei veri speciografi lo stesso Scopoli ed il Battarra con le loro minuziose descrizioni e meravigliosi disegni.

    Egli ha sempre contestato le teorie, ancora ben radicate in molti, che i funghi  si generassero da putredine o alterazione patologica di fibre vegetali (perché vedevano i funghi parassiti) pur senza poter dimostrare il contrario, ma accettando le teorie del Micheli sulla riproduzione per seme, criticando viceversa gli esperimenti per tentarne la riproduzione. Criticò con maggior rigore le teorie del Vallisneri e del Bartoluzzi che sostenevano la riproduzione spontanea.

    Pensate che all’epoca il microscopio era poco più che una lente d’ingrandimento e quindi impossibile un esame più approfondito ed osservare le spore. Oggi coi microscopi moderni molte delle loro classificazioni sono state smentite ma anche molte confermate. Le cose poi si stanno sempre più complicando con gli studi sul DNA che ci dirà quali sono i soggetti biologicamente affini, e quindi fra loro riproducibili, da elevare al rango di specie. Ma ne vedremo delle belle, perché allora il raggruppamento in generi come ora non avrà più senso e forse scopriremo anche casi i ibridismo. A questo punto finirà sicuramente il divertimento di noi micologi da bosco.

    Il Battarra poi si esprime anche sulla commestibilità dei funghi asserendo che tutti i funghi se non opportunamente ed adeguatamente cotti possono creare gravi disturbi gastrici. Da buon romagnolo amico della buona tavola insegna anche parecchie ricette. Nel libro indica sempre ad ogni specie la commestibilità pur incorrendo in qualche errore, o forse svista, come nel caso del Pleurotus olearius (che lui chiama Polymices phosphoreus). Accenna anche alla tossicologia e la relativa terapia ma solo riportando note di Jano Planco, naturalmente con le limitazioni e pregiudizi dell’epoca.

    Battarra inoltre si cimenta anche in  tentativi sistematici (che non stiamo ad illustrare per brevità), forse inadeguati, ma nuovi e coraggiosi, rompendo con la classificazione ufficiale che imperava, cosa che invece non azzardò Scopoli.

La sua opera “Fungorum…” valica veramente le Alpi, tanto che il grande Linneo nel 1774 si  ricorda di lui e lo manda a salutare da un certo Murray, professore di chirurgia dell’Università di Uppsala, in viaggio per l’Italia.

Un grande riconoscimento lo ha, postumo purtroppo, dal grande micologo tedesco Cristian Hendeck Persoon (1761-1836) che nella sua “Sinossi” del 1801 gli dedica un fungo. Si tratta del Battarrea phalloides (Dicks.) ex Pers, un fungo raro, tipico dei litorali sabbiosi.

    Criticarono all’opera la mancanza di bibliografia, ma il Battarra si giustifica dicendo che le poche opere in circolazione difficilmente erano disponibili, e conosciute con grandi ritardi. Ci pensa poi il sommo micologo svedese, Elias Magnus Fries (1794-1878), che scrive: «…assai giustamente il Persoon volle dedicare questa specie (Battarrea) alla memoria di Giovanni Antonio Battarra, il quale da solo, in un secolo di tenebre per la micologia, fu capace, come anche lo Schaffer, di scrivere un trattato di funghi basato puramente sulla propria esperienza…»

Questa opinione ha colto nel segno, rendendo giustizia al nostro Micologo italiano.

(Pier Carlo Righetti)

 

 

 

 

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Riflessioni

Lavare è un po’ inquinare?

 

      Non sono mai stato ammiratore di Fulco Pratesi; più volte con gli amici ho manifestato una certa intolleranza nei suoi riguardi per la demagogia di certe sue affermazioni in materia ambientale e spesso per la palese partigianeria dei dati forniti a giustificazione delle sue tesi, quasi sempre nemmeno corredati dalla fonte delle indagini.

Ma l’altra sera (scrivo il 20 aprile) l’ho ascoltato in una trasmissione televisiva, ospite di un talk show condotto da Johnny Dorelli, in cui rispondendo ad una precisa domanda, affermava che lui faceva il bagno solo il sabato, lavandosi solo alcune parti del corpo più o meno regolarmente e frequentemente negli altri giorni della settimana. Il povero Dorelli si fingeva alquanto stupefatto ad ascoltarlo (di certo sapeva già le risposte), mostrando di far parte di quella marea di persone che in preda ai moniti consumistici e pubblicitari si fa almeno una doccia al giorno. Fulco lo incalzava ancora dicendogli che se tutti gli italiani facessero la doccia ogni giorno, riempirebbero giornalmente il lago Maggiore di acqua saponata. In realtà il lago Maggiore non è che raccolga le docce italiane, ma da qualche parte l’acqua saponata degli italiani dovrà pur andare. Non mi interessa sapere quanta di questa finisca depurata (Milano non ha ancora un depuratore), ma piuttosto mi domando quali insegnamenti trarre e come commentare il discorso del buon Pratesi.  Forse è stata una provocazione, forse lui stesso si lava più spesso anche la schiena e il petto, ma stavolta ha colto nel segno se vuole mettere l’accento su questa ricerca maniacale della sterilità che pare contaminarci tutti. Sui vantaggi della pulizia del corpo e dell’ambiente domiciliare non si discute, ma gli eccessi, definiti come operazioni che hanno un costo e nessun beneficio apprezzabile, possono dare più svantaggi che utilità. Per quanto riguarda il corpo, è opinione di diversi dermatologi che la frequente asportazione dello strato di grassi secreti a protezione della pelle induca secchezza della stessa e quindi rughe, dermatiti, forfora e un generale aumento di sensibilità ai fattori inquinanti esterni dannosi, sole compreso. In casa ci si preoccupa di  eliminare fino all’ultima mosca od altro invertebrato ricorrendo a dispersori di insetticidi a getto continuo, principi attivi dello stesso tipo di alcuni in uso in agricoltura (ma solo questi ultimi, in quanto tali, pare siano considerati peggio dello Ziclon B di Auschwitz); nei letti poi paiono indispensabili oggigiorno gli acaricidi che devono proteggerci da chissà quali malefiche aggressioni di ultramicroscopici acari e da presunte dermatiti che fanno stragi di ignari dormienti. E che dire dei panni sporchi, veri ricettacoli di germi che godono maggior attenzione del letale meningococco? Nessuna paura: c'è sempre un prodotto specifico pronto all'uso, che garantisce assoluta sterilità, non si sa bene con quale principio attivo "non tossico" e, si spera, diverso dagli antibiotici (ma ne esistono?). Clamoroso ciò che avviene nella nostrana tazza (leggi water): un’ochetta gommuta vomita un prodotto battericida, si lascia agire, si tira l’acqua (10 litri) poi si aggiunge un prodotto “attivatore” con batteri degradanti e per spedirli ove servono si tira l’acqua (altri 10 litri); nel frattempo questo sciacquio ci fa scappare  la pipì (la stessa ci costa ulteriori 10 litri di acqua) e con essa la sterilità è ritornata la stessa di pochi minuti prima dell’ochetta! Non è facile trovare una logica in tutto ciò, ma come diceva un noto spot, sapere che nel water “ci si può anche mangiare” rende tutti più tranquilli, salvo poi renderci conto che abbiamo spesso mangiato a tavola con la tovaglia in plastica che, manco a dirlo, andrebbe sterilizzata dopo ogni pasto. A questo punto non so se sono stato più provocatorio di Fulco Pratesi; in ogni caso val la pena di riflettere e calcolare che assecondare i messaggi pubblicitari e la psicosi collettiva della ricerca del “pulito perfetto” comporta per la sola igiene personale l’impiego di almeno 120-130 litri di acqua/giorno/persona, acqua quasi tutta saponata. A questa si deve aggiungere l’acqua per il lavaggio dei vestiti, della casa, delle vivande, dell’auto, per citare solo attività che producono liquidi saponati o comunque contenenti battericidi veri o presunti.

Per tornare alla nostra domanda iniziale, è ovvio che la risposta è si, fortisssimamente si!

       Ma chi se la sente di sfidare l’impopolarità per dichiararsi seguace del Presidente del WWF Italia in materia di abluzioni? E allora per una volta dico: bravo Fulco, stavolta mi sei piaciuto! Ma…tua moglie come la pensa?            

(Giorgio Pezzi)

 

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RECENSIONI

 

Mainardis G. 2002 -Atlante illustrato della flora del Parco delle Prealpi Giulie. Ente Parco Naturale delle Prealpi Giulie, Editoriale Ergon, Ronchi dei Legionari (GO), pp 464, cm 15,5x24,5.

 

L’amico naturalista Giuliano Mainardis di Venzone (Udine), membro attivo del GREF (Gruppo Regionale Esplorazioni Floristiche), dopo alcuni anni di intenso lavoro sul campo e a tavolino, è riuscito a portare in porto (forse meglio dire in “vetta”), l’Atlante illustrato della flora del Parco delle Prealpi Giulie. Il Parco Regionale delle Prealpi Giulie, ufficialmente istituito nel 1996, si sviluppa sulla linea di cresta dei monti Plauris, Cadin, Musi, Bavera fino al massiccio del Canin in alta val Raccolana; bellissime montagne abbandonate da decenni dalle attività umane, dove il turismo di massa stenta ancora (per fortuna!) ad affacciarsi. Purtroppo restano ancora escluse dal Parco aree di pregevole importanza ecologica.

Giuliano Mainardis appassionato naturalista, profondo conoscitore e amante della propria terra, con la tenacità tipica dei friulani “DOC” ha percorso in lungo e in largo queste creste annotando e fotografando le 533 piante vascolari censite. Il testo redatto dopo una introduzione e l’inquadramento storico, geologico, climatico e considerazioni fitogeografiche ed ecologiche, riporta i disegni in bianco e nero frutto di un meticoloso lavoro al binoculare, dove si evidenziano i caratteri fondamentali per distinguere ed identificare le singole specie in modo chiaro anche per i non specialisti. Sono riportati il periodo di fioritura, i dati biometrici reali delle singole specie raccolte in zona con la nomenclatura scientifica, italiana, slovena, tedesca e a volte friulana. Ai disegni seguono le descrizioni delle specie accompagnate dai sinonimi, habitat, fioritura, corotipo e diffusione. Per facilitare la consultazione, i caratteri chiave identificativi sono sottolineati.

Chiude il testo un atlante fotografico che rappresenta 124 bellissime immagini a colori delle specie più significative dell’area indagata e una ricca bibliografia dove sono riportati i testi regionali di riferimento e dell’area compresa tra Italia orientale, Austria e Slovenia.

L’opera è presentata in rilegatura cartonata in una ricca veste tipografica, corredata di cartine e sicuramente non deve mancare nella biblioteca del botanico, del botanofilo o dell’escursionista che vuole conoscere e percorrere questa splendida zona dell’Italia orientale.

La pubblicazione è distribuita a cura dell’Ente Parco Naturale delle Prealpi Giulie via Piazza del Tiglio, 33010 Resia (UD) Tel 0433-53483 Fax 0433-53129 e-mail: info@parcopreapigiulie.org Sito internet: http://www.parcoprealpigiulie.org

 

 

Lesina R. 1994 – Il nuovo manuale di stile. 2° edizione. Guida alla redazione di documenti, relazioni, articoli, manuali, tesi si laurea. Ed. Zanichelli, pp. 384, € 31,50.

 

Il manuale di stile contiene una serie di indicazioni utilizzabili per la stesura di testi di carattere non inventivo quali documenti scientifici, relazioni, articoli, monografie, tesi. In genere, la relazione di testi di questo tipo può presentare problemi di carattere redazionale. Infatti i testi non inventivi devono possedere spiccate caratteristiche di chiarezza e di uniformità redazionale. Questo manuale intende fornire la soluzione ai diversi problemi di carattere redazionale che si possono presentare nella realizzazione del testo, considerando le normative ufficiali internazionali. Il manuale di stile si configura come utile e sicuro testo per gli autori che troveranno risposta ai mille piccoli dubbi che sorgono durante l’attività di stesura e di controllo di un testo scientifico e divulgativo.

 

(Luigi Melloni)

 

 

Biblioromagna

Lo scopo della presente rubrica è di segnalare quelle pubblicazioni scientifiche riguardanti aspetti del patrimonio naturale romagnolo che vengono individuate dalla redazione.  Sicuramente molti altri lavori sulla Romagna sfuggono alla segnalazione, per cui si invitano i Soci e gli Autori a collaborare attivamente nella ricerca. I lavori di Autori nostri Soci sono individuati con un asterisco (*).

Si invitano gli Autori a far pervenire copia degli estratti alla segreteria per l’inserimento nella biblioteca sociale e nel sito internet della Società.

Geologia e Paleontologia

*Cappelli F., 2002 – Il vulcano di Portico di Romagna (omaggio a Pietro Zangheri). Quad. Studi nat. Romagna, 16: 99-104.

Ceregato A., *Rinaldi E. & *Tabanelli C., 2002 - Conferma della presenza di Personopsis grasi (D'Ancona, 1872, ex Bellardi ms.) nel Pliocene di Castrocaro (FC). Quad. Studi Nat. Romagna, 16: 1-9.

Conti S., 2001 - Gli intervalli pelitici della formazione Marnoso-arenacea del Mugello (Miocene medio): relazioni fra tettonica, fluidi freddi e instabilità sedimentaria. Boll.Soc.Geol.It., 120: 125-138 + 1 tav.

Ercolani M., Lucci P. & Sansavini B. 2000 – Qualcosa è cambiato? Cronache, considerazioni e divagazioni su dieci anni di attività nella Vena del Gesso romagnola. Speleologia Emiliana, Bologna, 11 (IV): 43-45.

Ercolani M., Lucci P. & Sansavini B. 2000 – Il centro di documentazione della Vena del Gesso romagnola a Riolo Terme. Speleologia Emiliana, Bologna, (IV): 46-52.

Fiorini F., 2001 - Benthic foraminifers and transgressive-regressive cycles in the Late Quaternary subsurface sediments of the Po Plain near Ravenna. Boll.Soc.Paleont.ital. 40(3): 357-403 + 8 tavv.

Marabini S. 2000 - La grotta della lucerna a Monte Mauro (Vena del Gesso romagnola): prospettive di ricerca geologico-speleologica e storico-archeologica. Speleologia Emiliana, Bologna, 11 (IV): 29-34.

Poggialini G.A. 2000 – Il sogno di Sempal: in esplorazione dentro il collettore di Monte Mauro. Speleologia Emiliana, Bologna, 11 (IV): 40-42.

*Tabanelli C. & Ceregato A., 2001 - Kelliella ruggierii, a new deep-sea bivalve from the Mediterranean Pliocene. Boll.Soc.Paleont.ital. 40(3): 339-343 + 1 tav.

Botanica

*Gonnelli V., * Zoccola A., *Agostini  N., Bigiarini S., *Norcini F., Alterini A. & Panteri C., 2002 - Conferma della presenza di Lycopodium clavatum Linneo nel Parco Nazionale delle Foreste casentinesi, M.te Falterona e Campigna, e nuovi dati distributivi in Toscana. Quad. Studi Nat. Romagna, 16: 11-14.

*Semprini F. & *Milandri  M., 2001 –  Distribuzione di 100 specie vegetali rare nella provincia di Forlì-Cesena. Quad. Studi Nat. Romagna, 15: 1-126.

Zoologia  (eccetto Entomologia)

Casali S., Suzzi Valli A., Busignani G. & *Tedaldi G., 2002 - Osservazioni sui "costumi arboricoli" di Speleomantes italicus (Dunn, 1923) nella Repubblica di San Marino. Quad. Studi Nat. Romagna, 16: 95-98.

Pandolfi M. & Macchia M., 2001 – Presenza e distribuzione di anfibi e rettili nel Parco naturale regionale di Sasso Simone e Simoncello (Pesaro-Urbino), censimento dei siti riproduttivi e loro selezione da parte degli anfibi. Pianura, 13: 201-205.

Pastorelli C., Laghi P. & Scaravelli D., 2001 – Studi preliminari sull’ecologia di Speleomantes italicus (Dunn, 1923), nell’Appennino tosco-romagnolo. Pianura, 13: 347-351.

*Rinaldi E., 2002 - Glycymeris (Glycymeris) insubrica (Brocchi, 1814) nelle acque antistanti la costa romagnola. Quad. Studi Nat. Romagna, 16: 15-20.

*Tedaldi G. & *Crudele G., 2001 – Le iniziative per lo studio, il monitoraggio e la salvaguardia degli anfibi nelle Riserve demaniali casentinesi. (Appennino tosco-romagnolo). Pianura, 13: 193-196.

Entomologia

*Bendazzi I., 2002 - Brevi note sulla biologia ed etologia di Hyles hyppophaes (Esper, 1793). Quad. Studi Nat. Romagna, 16: 77-80.

*Fabbri R. & Scaravelli D., 2002 - Indagine preliminare sui Lepidotteri diurni lungo siepi in aziende agricole biologiche del forlivese e cesenate. Quad. Studi Nat. Romagna, 16: 81-94.

*Flamigni C., *Bastia G. & *Dapporto L., 2002 - Nuove segnalazioni e note critiche sui Geometridi di Emilia, Romagna e Toscana. II p.. Quad. Studi Nat. Romagna, 16: 37-76.

*Raffone G., 2002 - Ditteri raccolti al Lido di Volano (Delta del Po - Ferrara). Quad. Studi Nat. Romagna, 16: 21-26.

*Ziani S., 2002 - Sulle specie appartenenti al genere Scarabaeus Linnaeus, 1758 (sensu lato) presenti in Romagna. Quad. Studi Nat. Romagna, 16: 27-35.

Meteorologia

Istituto Tecnico Agrario Statale “L. Perdisa” Ravenna, 2002 – Dati agrometeorologici 2001, Ravenna, pp. 44. (Pubblicazione ottenibile gratuitamente, dietro rimborso spese di spedizione di € 1,55 da inviare in francobolli alla Segreteria ).

 

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[1] Vedi Notiziario N. 24 del giugno 2001 (N.d.R.)