NOTIZIARIO   2 / 2002   (N. 27)

Periodico semestrale –  Dicembre 2002

 

Edito da: Società per gli Studi Naturalistici della Romagna

con sede legale in Piazza Zangheri, 6  -  Cesena  (FC)

Indirizzo postale e Segreteria:  C.P. 143  48012  Bagnacavallo  (RA)

 

Spedizione in Abbonamento Postale, Art. 2, Comma 20, Lett. C,

Legge 662 del 23/12/96

 

 

Sommario

 

Necrologio  ……………….……………………………………....

pag.    3

Pubblicazioni ……………………………………………………..

pag.    3

La "Magnazza" d' autunno ……………………………………….

pag.    3

Incontri periodici e proiezione di diapositive …………………….

pag.    3

Dalla Segreteria ………..………………………………………….

pag.    4

Libri sui Lepidotteri   (primi tre volumi sui Bombici e Sfingi d'Italia di E.Bertaccini & G.Fiumi)  …………………………………..

pag.    5

Annunci  ………………………………………………………….

pag.      5

Nuovi Soci ……………………………………………………….

pag.     6

Cambiamenti di indirizzo ………………………………………..

pag.     6

Contributi volontari ………………………………………………

pag.     6

I grandi Naturalisti di Romagna:   

Mario Pini  (1922-2002)

(di Cesare Tabanelli) ……………………………………………..

pag.     7

Riflessioni :

Se esistesse un Museo di Storia Naturale della Romagna ………..  

(di Ettore Contarini)

 

pag.     7

Elenco dei Soci ……………………………………………………

pag.    12

 

 

 

 

 

 

 

Direttore responsabile:  Sandro Bassi

Impaginato da  F. Pederzani  e  L. Melloni

Fotocomposto in proprio.

 

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Il 19 Luglio è deceduto dopo lunga malattia il Dr. Guido Campadelli (1942 - 2002), ricercatore presso l'Istituto di Entomologia "G. Grandi" dell'Università di Bologna e conosciutissimo nell'ambiente dei Naturalisti romagnoli. La Sua figura non ha bisogno di presentazione, essendo probabilmente ben nota a tutti i Soci della Società per gli Studi Naturalistici della Romagna. Addolorati per la doppia perdita, di un caro amico e di un sapiente entomologo, i membri del Direttivo hanno chiesto ad alcuni suoi affezionati amici di raccogliere note biografiche sullo scomparso e, con la collaborazione del civico Museo di Storia Naturale di Ferrara, di compilare la Sua bibliografia. Il lavoro comparirà nel nostro Quaderno n. 17 in corso di stampa.

Rinnoviamo alla famiglia le più sentite condoglianze del Direttivo e di tutti i Soci.

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Attivita’ Sociali

Pubblicazioni

Per rispettare la nostra tradizione di un Notiziario di fine anno e per soddisfare gli impegni contrattuali con le Poste Italiane, il presente Notiziario viene spedito prima del Quaderno n.17, che è in stampa e sarà inviato ai Soci all'inizio dell'anno nuovo. Arrivederci al 2003 e tanti Auguri di Buon Natale e Buon Anno !  

 

La "Magnazza" d'autunno

La tradizionale "Magnazza" d'autunno si è svolta quest'anno il 29 settembre al Ristorante "La Curva" di Casola Valsenio. Erano presenti 40 persone. Il socio Franco Merighi ha fatto omaggio ai presenti di un suo fascicolo dal titolo: "Il cacciatore di farfalle", di cui sono ancora disponibili diverse copie, che si possono chiedere alla Segreteria.

Si è chiesto ai presenti di esprimersi sull'opportunità di fare un solo incontro all'anno, ed eventualmente in quale stagione; ma solo due partecipanti hanno votato per il cambiamento; perciò anche nel 2003 saranno organizzati due incontri, uno in primavera ed uno in autunno. L'incontro autunnale sarà tuttavia spostato alla seconda o terza domenica di Ottobre

 

Incontri periodici e proiezione di diapositive

Con la comunicazione della "Magnazza d'Autunno" è stato spedito il programma settembre/dicembre delle serate presso la casa di Via Cogollo a Villanova di Bagnacavallo. Le serate proseguiranno anche nel 2003. Si rammenta che gli incontri si tengono il primo e terzo martedì di ogni mese. Gli incontri sono aperti a tutti i Soci e simpatizzanti. Il programma può essere richiesto all'organizzatore delle serate Ilvio Bendazzi, alla Segreteria o alla  e-mail   luigi.melloni@libero.it  

 

 

Dalla Segreteria

Si ringrazia la Prof. Anna Trotti Bertone di Faenza, Segretaria della Società Torricelliana, per aver donato alla nostra biblioteca tutti i Bollettini e gli Atti dal 1948 ad oggi, della prestigiosa Società Torricelliana di Scienze e Lettere.

Il Socio Paolo Liverani di Faenza ha fatto dono alla nostra biblioteca del suo libro recentemente pubblicato “Frutti spontanei, commestibili, tossici, velenosi”, Zonza Editori, Sestu (CA). (in vendita a 18 Euro). Per l’acquisto rivolgersi direttamente all'autore (indirizzo nell'elenco dei Soci) che praticherà ai Soci un piccolo sconto sul prezzo di copertina.

Il Socio Flavio Bianchedi di Granarolo Faentino (RA), ha partecipato al 3° concorso nazionale di fotografia naturalistica indetto dalla rivista Oasis, classificandosi al 3° posto nella sezione "La montagna", al 6° posto nella sezione "Paesaggio naturale", al 9° posto nella sezione "Vita animale". Le immagini della sezione paesaggi e vita animale, sono state scattate in Romagna. Le foto sono state pubblicate sulla rivista Oasis N° 5 settembre/ottobre 2002 (sez. Paesaggio naturale), N° 6 novembre/dicembre 2002 (sez. La montagna), e prossimamente N° 2 marzo/aprile 2003 (sez. Vita animale).

Le quote annuali dovrebbero essere versate entro il 31 marzo (Art. 10 dello Statuto). Nonostante ciò, nel 2002 sono arrivati versamenti per rinnovo durante tutto il corso dell'anno. Questo ha causato un aumento di lavoro per la Segreteria e crea difficoltà nella gestione contabile dei Soci. Ovviamente vale la regola del "meglio tardi che mai", ma si auspica che i ritardi siano limitati ai soli casi di forza maggiore, e non diventino la regola.

Il Direttivo ha deciso di non applicare penali ai Soci ritardatari (come si fa in alcune associazioni simili alla nostra) per non rischiare di perdere Soci, e di spedire eventuali pubblicazioni anche ai Soci non in regola fino e non oltre il 31 maggio. In caso di rinnovo dopo tale data, per le eventuali pubblicazioni non ricevute nel periodo "scoperto", i Soci potranno decidere se ritirarle personalmente in occasione di incontri periodici, oppure farsele spedire con una maggiorazione del versamento in c/c postale di 4 Euro, importo ritenuto congruo per la spedizione. Contattare la Segreteria.

Al presente Notiziario è allegato il modulo di c.c.p. per il pagamento della quota sociale 2003 di 18 .

 

ricordati   di  pagare 

la  quota  sociale  2003

 

 

Il Direttivo ha deliberato di acquistare alcune serie dei primi tre volumi sui Lepidotteri di E. Bertaccini e G. Fiumi, in previsione della cessione dell'intero stock da parte dell'editore, perché si prevede che in futuro i volumi diventino di difficile reperimento.

 

BOMBICI E SFINGI D'ITALIA

di E. Bertaccini e G. Fiumi

Volumi  1 - 2 - 3

 

La Società è ora in grado di venire incontro alla richiesta dei Soci che, avendo ricevuto in omaggio il 4° volume, desiderano acquistare anche i primi tre, con un forte sconto, per completare l'opera.

I tre volumi sono acquistabili in blocco al prezzo di 75 Euro, più eventuali spese postali.

Contattare la Segreteria per definire le forme di pagamento e le modalità di consegna o di spedizione.

 

 

Annunci

Si vende: Aldo Chiesa, 1959 - Hydrophilidae Europae Ed. A. Forni, Bologna, tav. 19, pp.199. Volume nuovo, in ottimo stato, mai usato, Euro 26 più spese di spedizione. Contattare la Segreteria.

Sono disponibili presso la Segreteria, magliette in cotone con l’emblema della Società (il Basilisco in nero e in verde pisello) taglia L e XL. Vengono cedute a Euro 8 l’una.

Nuovi Soci

(OMESSI PER RAGIONI DI PRIVACY)

 

 Meldola  (FC)


 

Contributi volontari

 

Enrico Ratti € 12

Giovanni Rivalta € 12

 

 

 

 

I grandi naturalisti di Romagna

Mario  Pini    (1922-2002)

 

Il 12 luglio 2002 si è spento all’ospedale di Vecchiazzano l’amico carissimo Mario Pini. Era nato nel 1922 a Terra del Sole e viveva a Castrocaro. La sua vita era stata segnata dalla terribile esperienza dei lager nazisti. Dal 1947, per oltre un quarantennio, era stato uno stimato e capace maestro elementare. Assertore degli ideali mazziniani, aveva fondato nella sua cittadina la locale sezione repubblicana. Era un acerrimo nemico del consumismo e credeva nell’onestà e nel senso del dovere.

Grande appassionato di paleontologia, aveva saputo mettere insieme un' importante collezione malacologica costituita da reperti pliocenici romagnoli e toscani. Questa era supportata da una valida biblioteca comprendente anche testi non comuni. Per noi malacologi era un importante punto di riferimento. Quando le mie escursioni avevano come meta le colline di Castrocaro, era quasi d’obbligo una breve visita all’amico. Ti accoglieva sempre con una grande cortesia e quegli incontri, che sulla carta erano previsti di pochi minuti, si dilungavano di regola per ore tra osservazioni e riflessioni paleontologiche. Dal carattere affabile, ironico e generoso, nascondeva nella modestia, una notevole competenza scientifica. Traduceva testi dal tedesco, dall’inglese e dal francese. 

La naturale modestia lo trattenne dal pubblicare i risultati delle sue osservazioni, ma il valore scientifico della sua opera sta nella qualità dei materiali raccolti e nella documentazione specialistica della sua biblioteca.

Aveva donato una parte dei suoi reperti al Museo di Terra del Sole e con essi aveva allestito alcune vetrine. Con la sua morte la Romagna naturalistica perde una delle sue figure più belle: un vuoto umano, che per tutti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscerlo, è incolmabile. 

(Cesare Tabanelli)

 

Riflessioni

Se esistesse un Museo di Storia Naturale della Romagna…

 

Quante volte si sente dire da amici e colleghi naturalisti romagnoli (e non) l'ormai solita e sbiadita frase: "ma un giorno dove finirà la mia roba?" E' una domanda rivolta a sé stessi oltreché agli altri, che più o meno assilla tutti coloro che per studio e per hobby hanno radunato materiali scientificamente rilevanti. Mentre i più venali pensano di vendere il materiale prima della loro dipartita, la maggioranza nutre anche, al di là dell'importanza scientifica della raccolta, un intenso legame affettivo verso il frutto del proprio lavoro appassionato di decenni se non di un'intera vita. In questo caso ognuno sogna una sistemazione ideale delle sue collezioni naturalistiche in una struttura pubblica che ne consenta, più dei famigliari certamente, la conservazione e la disponibilità per le future generazioni di ricercatori.

Sono molti dunque a sognare una tale, ideale soluzione, possibilmente legata al proprio territorio regionale. Ma sono tutti sogni irrimediabilmente frustrati da una realtà che non consente tali sbocchi. In Romagna, ma generalmente in tutte le italiche regioni poste a sud del Po (il grande fiume che sembra fare da spartiacque culturale), le pubbliche Amministrazioni, con rarissime eccezioni, da questa direzione non ci sentono; e dire che la cosiddetta "società civile" avrebbe tutto da guadagnarci! Se in una città c'è un Museo naturalistico, i materiali scientifici arrivano "gratuitamente" ed il Museo si arricchisce di continuo. E invece no: questa roba non la vogliono neanche se gliela scarichi davanti al Municipio!

Un Museo di Storia Naturale della Romagna l'aveva già sognato 30-40 anni fa il grande e compianto naturalista forlivese Pietro Zangheri. Ma il bello è che, mai così bene come in questo caso, c'era già un museo tutto pronto e fatto, materiali, scaffali, vetrine; tutto già splendidamente ordinato e organizzato, anche con plastici del territorio e tabelloni didattici, nelle stanze private di questo "Signore" delle Scienze Naturali. Il nostro Zangheri si disperò a cercare, fino alla più amara rassegnazione finale, non certo un compratore, ma un pubblico Ente che accettasse in donazione, con la garanzia di conservarlo ed esporlo al pubblico, lo splendido materiale raccolto e minuziosamente preparato in un'intera vita. Vale a dire che lo accettasse in regalo. Ma nessuno, allora come adesso, lo volle. Né Comuni, né Province, né altri Enti romagnoli vollero trovare qualche stanza per sistemare i materiali raccolti da Pietro Zangheri e garantirne un minimo di manutenzione e di fruibilità. Che tristezza questi amministratori! E dire che si colmano sempre la bocca della parola "cultura", che finisce poi panem et circenses per sfociare quasi sempre in ludi di piazza a base di piadina e tortelli….

Ma tornando al nostro mai abbastanza lodato Pietro Zangheri, precursore e maestro di tutti i naturalisti romagnoli attuali, egli, per avere un minimo di sicurezza che il suo immenso patrimonio del sognato"Museo di Storia Naturale della Romagna" fosse adeguatamente custodito, dovette fare una do

nazione al Museo civico di Storia Naturale di Verona, dov'è tuttora custodito. Cosicché oggi ogni romagnolo impegnato in studi naturalistici di questa nostra terra deve prender su armi e bagagli e spostarsi nella città scaligera, per vedere, per confrontare, per studiare. E poi, si pensi, a parte le necessità degli specialisti, all'importanza che potrebbe avere oggi un Museo regionale, con tutto il materiale proveniente dai nostri ambienti, anche per la formazione didattica delle scolaresche che vanno a visitarlo!

Abbiamo in Romagna corsi universitari di scienze ambientali dove, secondo semplici considerazioni di buon senso, lo studio delle scienze naturali non può limitarsi a lezioni teoriche ed ai libri di testo, ma dovrebbe di tanto in tanto guardare, toccare, esaminare gli oggetti della Natura. Quale migliore occasione per un connubio museale fra "società civile" e mondo universitario?

Oggigiorno, se ci guardiamo intorno, la Romagna è ricca di appassionati raccoglitori, a differenza dei tempi zangheriani, in ogni settore delle scienze naturali. Tutti costoro, nell'insieme, hanno in giacenza nelle loro collezioni private milioni di campioni di ogni tipo e di ogni materiale. E molti di costoro, secondo discorsi uditi e ricorrenti, sarebbero ben disposti a vedere, anche prima della loro dipartita, il materiale naturalistico in loro possesso ben collocato "per i posteri" presso qualche istituzione. Ma non c'è verso, tornando al discorso di prima, di creare in Romagna una struttura che, scavalcando finalmente i tuttora cocciuti campanilismi delle pubbliche Amministrazioni, sia in grado di accogliere tutto questo "ben di Dio" scientifico.

Negli anni '80 molti naturalisti ed amatori vari delle scienze naturali, sull'onda di aperture timide ma dispensatrici di gagliarda fiducia, sognarono da un angolo all'altro della Romagna che qualcosa si muovesse nella giusta direzione, pur senza superare i limiti del campanilismo. Sorsero allora alcune modeste strutture museali pubbliche, come i piccoli e spesso ancora larvati musei naturalistici di Cesena, Faenza, Bagnacavallo, Ravenna, Forlì, Rimini, ecc.: ma sempre solo affidati, per non spendere nell'allestimento iniziale e soprattutto nel personale, a forme di volontariato o ad effimeri contratti a tempo determinato (perché quando i soldi sono finiti il museo si chiude e …le tarme aspettano che il Comune trovi altri fondi!). In alcuni casi il volontariato è stato determinante, come per la Sezione naturalistica del Centro Culturale di Bagnacavallo.

Caso isolato ed unico, "fiore all'occhiello" delle province romagnole, è il

Museo civico di Scienze naturali di Faenza, che successivamente fu dotato di un responsabile in organico comunale, che conserva tuttora.  Per il resto, tutte le analoghe strutture romagnole, spesso poste in locali inadeguati, o inaccessibili, o umidi, senza personale fisso (il suddetto "volontariato" di giorno deve andare a lavorare per campare!) e quindi senza possibilità di curatori specializzati e di personale didattico stabile, che possa seguire visitatori e scolaresche, sono piccoli musei senza vita e senza futuro.

A tutt'oggi sembra che le pubbliche Istituzioni romagnole non abbiano intenzione di aprire la porta a queste opportunità culturali e sociali, avvicinandosi agli standard europei. E dire che, specialmente in un territorio come il nostro, massacrato ed avvelenato in mille modi, una cultura naturalistica diffusa nella nostra gente, cominciando dai ragazzi, e legata alle Scienze della Terra sarebbe forse il principale settore su cui intervenire per il nostro malsicuro futuro. Quale cultura attuale è più importante di quella di conoscere e capire per rimediare, se si può, ai tanti disastri ecologici cui assistiamo? Potrebbe venire il sospetto che a qualcuno faccia comodo un popolo che non capisce e quindi non vede tante brutte cose… e tace!

Un'altra caratteristica di un moderno Museo naturalistico è l'incredibile quantità di interessi (culturali ed economici) che possono gravitare attorno ad esso. Il caso del Museo di Trento, presentato al Convegno di Ravenna del maggio 1998, ce lo insegna: Mostre che attivano non trascurabili flussi turistici, attività manuali o ricerche che coinvolgono decine di ragazzi (cosa fanno i nostri giovani dopo la scuola ed i compiti?), consulenze ai cittadini e ad Enti pubblici e privati su materie naturalistiche (spazi da noi occupati, in parte, dalle Aziende Sanitarie Locali, cui questi compiti non dovrebbero competere), supporto alla Scuola e alla Università, ecc.

Ma ritornando ai nostri Musei, fino ad oggi in Italia quasi tutti i Musei civici di Storia Naturale, un tipo di struttura molto vicina alla gente comune ed alle sue esigenze di una conoscenza di base, sono una prerogativa, nata fra l'Otto e il Novecento, delle regioni padane o meglio di quelle poste a nord del Po. Quale barriera culturale può mai aver rappresentato il grande fiume? Nessuna barriera, ma un certo modo di pensare che fino quasi ai giorni nostri non ha scavalcato, e a quanto pare non scavalca facilmente, le acque del Po. Qui non si fa del razzismo, ma si constata che i Musei naturalistici esistenti da decenni o da oltre un secolo, sono chiaramente un retaggio austro-ungarico di un tipo di cultura naturalistica che da noi è ancora considerata "roba per i perditempo". Ecco dunque i famosi, storici Musei, da Trieste a Trento, da Milano a Venezia, da Verona a Bergamo a Brescia, fino a quelli di centri subprovinciali come Rovereto ed altri. In antiche e nobili città a sud del Po, come Genova e Firenze, qualcosa della cultura mitteleuropea era arrivato nei secoli scorsi, e lo si vede dall'esistenza di Musei di Storia Naturale che fanno onore ai loro cittadini, i quali si accollano le spese non indifferenti della gestione e ne apprezzano i vantaggi culturali ed anche economici.  

Lo stesso concetto di "cultura" sembra essere usato in Romagna in maniera riduttiva, escludendo dall'accezione del termine la "cultura scientifica" o "cultura naturalistica", quest'ultima relegata per lo più, ai fini economici ed amministrativi, in un limbo situato tra gli Assessorati alla "cultura",  all' "ambiente" e all' "istruzione".

Mentre i paesi del centro e nord Europa viaggiano, anche a livello di cultura naturalistica, in un'altra dimensione, noi continuiamo a rifare le misure due volte alla settimana agli stivali di Garibaldi, con tutto il rispetto, poiché c'è discordia tra gli "studiosi" sul numero di piede dell'Eroe dei due Mondi. La cultura umanistica ed artistica, spesso a livelli di bassa accademia, continua a farla da padrona quasi assoluta nelle nostre città ed i centellinati fondi degli Enti pubblici per le attività culturali finiscono tutti lì, in taluni casi anche per la presenza di strutture museali imponenti e dispendiose, anche troppo: vedi, ad esempio, i miliardi che assorbe, se non altro come cantiere perenne di interventi di adeguamento e ripristino, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, mentre nel poco distante Museo civico di Scienze Naturali, entra o entrava la pioggia dal tetto ma il pubblico non può entrare perchè le norme di sicurezza, in perenne mutazione, consigliano di … tenerlo chiuso.

Così è anche a Ravenna, dove da anni si vagheggia di destinare un grande palazzo storico del centro, di proprietà comunale, al "Museo del Risorgimento". Ecco un'occasione per altre dotte disquisizioni sul numero di stivale che portavano i vari personaggi dell'epoca, o sul luogo dove fu posata la loro sciabola, per correre ad erigervi subito un cippo, con tutte le Autorità presenti. Ma intanto il Museo Ornitologico e di Scienze Naturali, miracolosamente sorto anni fa sulla base della donazione Brandolini e sull'impegno dell'ormai emarginata, unica persona che lo aiutò a nascere ed a svilupparsi, sta per essere cancellato dalla città per volontà dell'Amministrazione comunale: una modesta parte finirebbe esposta a S. Alberto, come "ingresso" al parco del Delta, e la maggior parte del prezioso materiale andrebbe "archiviato" in non meglio identificati magazzini, forse condannato a deteriorarsi irrimediabilmente.

A Forlì è sorta diversi anni fa un'associazione per la costituzione di un Museo naturalistico in città, ma tanto appassionato impegno non ha potuto che stemperarsi negli anni, senza approdare ad alcun risultato se non la costituzione di un magazzino per conservare alcune collezioni donate per il futuro Museo.

Nell'ambito della museologia scientifica ha invece fatto i miracoli in questi ultimi anni, unico caso in tutta l'Emilia-Romagna ed in controcorrente rispetto a quanto detto sopra, il Civico Museo di Storia Naturale di Ferrara. Questa struttura comunale della città estense già può vantare una decina di dipendenti in organico, tra direttore, conservatori, tecnici e personale amministrativo ed ausiliario. Ma forse questo non è un miracolo, ed è solamente un esempio di maggior apertura culturale da parte di una città più "europea" delle nostre, e dei suoi amministratori. E poi, guarda caso, Ferrara è molto più vicina al Po che la Romagna, addirittura ne è lambita!

Si parla molto in questi giorni di una futura "Regione Romagna" che, se promossa da Referendum, potrebbe costituire una "casa comune" dei Romagnoli, superandone (ammesso che sia possibile) localismi e campanilismi. Ora guardiamo a quest'ipotesi amministrativa come ad una ventata di novità che potrebbe sbloccare la situazione e, forse, consentire la nascita di un "Museo regionale di Storia Naturale" sull'esempio del "Museo regionale" del Piemonte. Chissà!….

(Ettore Contarini)

 

 

Elenco dei Soci

E' stata da molti richiesta una nuova edizione dell'elenco dei Soci. La precedente fu pubblicata nel Notiziario n. 17 del Dicembre 1998. Per fare spazio all'elenco dei Soci, questo numero del Notiziario non contiene le consuete rubriche "Viaggi e ricerche dei Soci", "Biblioromagna" e "Recensioni", rinviate al prossimo numero.

Come di consueto il Notiziario è disponibile nel nostro sito Internet ma, per tutela della privacy, si è deciso di non pubblicare in Internet le pagine con l'elenco dei Soci. I Soci sono 269, di cui quattro Soci Onorari.

Secondo l' Art. 10 dello Statuto, anche i Soci che non hanno pagato la quota sociale dell'ultimo anno sono sempre considerati tali, eccetto quelli che hanno presentato formali dimissioni.

Dall'elenco dei Soci mancano alcuni nomi ed alcune informazioni che ci è stato chiesto di omettere per ragioni di privacy.