NOTIZIARIO 1
/ 2004 (N. 30)
Periodico
semestrale – Marzo 2004
Spedizione in
Abbonamento Postale, Art. 2, Comma 20, Lett. C,
Legge 662 del
23/12/96
Edito da: Società per gli Studi Naturalistici della
Romagna
Associazione di Volontariato
con sede in Piazza Zangheri, 6 - Cesena (FC)
Indirizzo postale e
Segreteria: C.P. 143
48012 Bagnacavallo (RA)
www.linknet.it/ssnr
Sommario
Assemblea
…………….………………………………. |
pag. 3 |
Elezioni
sociali per il triennio 2004 - 2007
……….. |
pag. 4 |
Attività
sociali ………………..………..…………… |
pag. 5 |
Notizie
………….…………………………….……….. |
pag. 7 |
La
natura “dietro casa” (Museo di Faenza) …… |
pag. 7 |
Le
ali dell’amore (Museo di Ferrara)
……………. |
pag. 9 |
Dalla
segreteria…………………………………….. |
pag. 10 |
Nuovi
soci …………………………………………….. |
pag. 10 |
Cambi
di indirizzo ……………………………………. |
pag. 11 |
Contributi
volontari dei soci ………………………. |
pag. 11 |
Note tecniche di conservazione entomologica Le farfalle si… ingrassano! (di Giorgio Pezzi) …..…. |
pag. 12 |
Appunti
da un viaggio in Centroamerica Costarica wilderness: La
foresta “nublada” del Parco di Monteverde. (di Luigi Melloni) ………… |
pag. 16 |
Recensioni ……………………………………………. |
pag. 23 |
Biblioromagna ………………………………………. |
pag. 24 |
La magnazza
di primavera ….…..…………………. |
pag. 26 |
Cartina ……………………………….………………. |
pag. 27 |
Scheda
elettorale (puntata al centro
del Notiziario) |
|
SOCIETA’ PER
GLI STUDI NATURALISTICI DELLA ROMAGNA
ASSEMBLEA ORDINARIA DELLA
SOCIETA’
L’Assemblea
ordinaria annuale della Società, prevista dallo Statuto per il mese di aprile,
si terrà in prima convocazione il giorno 15 aprile 2004 alle ore 18 ed in
eventuale seconda convocazione
a RUSSI (RA) presso il Centro AQUAE MUNDI via Mozambico, 5
Il Centro Aquae Mundi si
trova sulla strada che da Russi porta a Ravenna, nella posizione indicata dalla
cartina in fondo al Notiziario. E’ ben visibile dalla strada principale, grazie
ad una grande insegna luminosa. Sul retro c’è un ampio parcheggio.
Chi non potesse intervenire,
può rilasciare delega ad un altro Socio, utilizzando il modulo da ritagliare.
Si rammenta che ogni Socio può presentare al massimo due deleghe (Art.13 ).
Ordine del giorno dell’assemblea
1) Relazione sulle attività
del 2003; presentazione e votazione
bilancio.
2) Relazione sullo stato dei
Soci e sulla situazione economica.
3) Convalida nuovi Soci.
4) Previsioni attività e
bilancio 2004
5) Elezioni sociali
6) Varie ed eventuali
&---------------------------------------------------------------------------------------
DELEGA
Io
sottoscritto/a …………………………………………………………….
Socio/a della
Società per gli Studi Naturalistici della Romagna, delego
………………………………………………………………………………
a rappresentarmi nell’ Assemblea della Società dell’
Aprile 2004
e
lo/a autorizzo a compilare o consegnare la mia
scheda elettorale.
Firmato
………………………………………………………….
elezioni
sociali
Nell’aprile 2004 scadono i mandati triennali e si
devono rinnovare le cariche sociali. Le elezioni
si terranno nel corso dell’assemblea ordinaria, secondo quanto previsto
dall’Art. 23 dello Statuto. Per l’eventuale voto per corrispondenza, la scheda
elettorale può essere ritagliata dal presente Notiziario. Le schede spedite per
posta non devono avere né firma né altro segno di riconoscimento.
La busta usata per la
spedizione non deve contenere altri fogli oltre la scheda elettorale, deve
avere sul verso la chiara indicazione del cognome, nome e indirizzo del
mittente e la scritta ben leggibile “contiene scheda elettorale”. L’indirizzo
è: Società
per gli Studi Naturalistici della Romagna
C.P. 143 48012 Bagnacavallo (RA).
Tutti i Soci in regola
possono essere votati; tuttavia, per evitare un’eccessiva dispersione dei voti,
sarà reso noto un elenco dei Soci disponibili a partecipare attivamente alla
vita dell’associazione, ricoprendo cariche sociali. I Soci che accettano di
comparire in questo elenco di candidati sono invitati a darne comunicazione
scritta alla Segreteria, facendo pervenire il messaggio almeno tre giorni prima
dell’assemblea.
I membri dell’attuale Consiglio Direttivo sono
disponibili a ricandidarsi.
La scheda puntata al centro del Notiziario (per la
spedizione in abbonamento postale) contiene già prestampati i nomi dei candidati
disponibili al 10 marzo 2004. Abbiamo un unico candidato Revisore dei conti e
solo due per i Probi Viri. Per votare un candidato basta fare un segno sul
quadratino accanto al nome o, volendo indicare altri nomi, scriverli negli
spazi a destra nella scheda, ma facendo in modo che i nomi votati non siano più
di otto complessivamente per il Direttivo e rispettivamente non più di due per
i Revisori dei conti e non più di tre per i Probi Viri.
Questo Notiziario esce in marzo, come si era
annunciato, anziché all’inizio dell’estate. Il prossimo dovrebbe uscire in
ottobre, e così eviteremo gli ingorghi di fine anno.
Nelle prime pagine del Notiziario troverete tutte le
informazioni sull’ Assemblea Ordinaria
della Società e le elezioni sociali. La scheda elettorale è puntata al
centro del fascicolo. In fondo al Notiziario troverete anche informazioni sulla
“Magnazza”. Dopo aver saltato quella di autunno, abbiamo tutti voglia di
ritrovarci prima dell’estate. Per facilitare chi vuole partecipare
all’Assemblea e alla Magnazza, riportiamo una cartina delle località.
Ora stiamo finalmente spedendo il Quaderno 18 che ha
subito qualche ritardo, assieme al bel libro sullo “spungone” faentino, che
siamo riusciti a procurare in numero sufficiente per tutti i soci. Speriamo che
questo dono invogli i soci morosi a mettersi in regola !
Abbiamo avuto qualche ritardo nella redazione del
bilancio 2003 (revisione bilanci da parte della Agenzia delle Entrate di
Cesena) e perciò lo presenteremo solo all’Assemblea. Ne renderemo conto agli
altri Soci col prossimo Notiziario.
Convenzione con “Aquae Mundi”
Una
delle principali novità del 2003 è stata la convenzione con Aquae Mundi.
Infatti dal dicembre 2003 è operante una convenzione col Centro
didattico-scientifico Aquae Mundi di Russi (RA), per le varie attività che la
nostra Società potrà realizzare in quel Centro.
Aquae Mundi, su un’area di circa 6000 mq, comprende
una serie di grandi acquari e terrari, che saranno inaugurati il prossimo 4
aprile, un museo naturalistico, una biblioteca scientifica, laboratori,
attrezzature audiovisive ecc., e un’ampia area di servizio con acquari e
terrari ad uso di ricerca, allevamento, ecc. In quest’area abbiamo collocato
numerose vasche donateci dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, che ha
inteso così sviluppare le potenzialità della nostra collaborazione con Aquae
Mundi.
La
convenzione ci consente l’uso - compatibilmente con la disponibilità - di
alcune strutture del Centro: laboratori, biblioteca e sala conferenze; si
prevede anche la possibilità - se lo vorremo - di trasferire nel Centro la
nostra biblioteca sociale, ora nella scuola media "Graziani" di
Bagnacavallo. I nostri soci avranno delle agevolazioni, tra cui l’ingresso a
prezzo ridotto alla parte espositiva del Centro.
In concreto, a fianco della possibilità di allevare
e studiare piante ed animali acquatici ed anfibi, che risponde alle finalità
scientifiche della Società, si prevedono programmi didattici e visite mirate
(ad esempio per le scuole, con guida di nostri associati) e la realizzazione di
“serate” aperte a tutti e gratuite. Dal prossimo autunno, terminata la fase di
messa a regime ed apertura al pubblico di Aquae Mundi, la direzione del Centro
sarà disponibile per esaminare le nostre proposte e fare programmi. Confidiamo
nelle idee nuove e nella disponibilità dei nostri soci per sfruttare in pieno
le grandi potenzialità di questa convenzione e ringraziamo per l’aiuto la
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Restauro collezione
entomologica Pirazzoli - Museo di Imola
La Fondazione Cassa di Risparmio di Imola ha offerto
una generosa donazione affinchè nostri soci qualificati provvedano al restauro
della collezione storica Odoardo Pirazzoli del XIX secolo, contenente 150
insettari con 28.000 esemplari, conservandone immutato l’aspetto estetico. Il
difficile compito di restaurare gli esemplari talvolta ammuffiti e resi fragili
dal tempo richiedeva non comune perizia e tanto, tanto tempo, oltre a continui
viaggi ad Imola affinchè, nei limiti del possibile, non si esponessero i materiali
al rischio del trasporto. Il lavoro è praticamente concluso. Tutti gli
esemplari sono stati restaurati, censiti e schedati in un data-base.
Progetto “Natura nella
notte”
Nella scorsa estate è stato realizzato, assieme al
Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, il progetto “Natura nella notte”
consistente in 16 uscite notturne nel Parco “Bassani” di Ferrara, nelle aree
golenali del Po e nel Podere Pantaleone di Bagnacavallo. Le uscite sono state
precedute da 4 incontri didattici a Ferrara e Bagnacavallo. L’occasione di
vedere le lucciole ed ascoltare i canti e i suoni degli animali notturni, anche
stimolati da appositi richiami acustici, è stata accolta da ben 471 persone nei
diversi gruppi. Coordinatore del progetto per la parte che ci riguarda è stato
Roberto Fabbri.
Rinnovo convenzioni per
Museo e Podere Pantaleone di Bagnacavallo
Alla fine del 2003 sono state rinnovate per il
triennio 2003-2005 le convenzioni per la gestione del Museo Naturalistico e del
Podere Pantaleone di Bagnacavallo. Le attività, che continuano già da molti
anni, sono coordinate e in gran parte realizzate da Roberto Fabbri, con l’aiuto
di Luciano Landi ed altri volontari, cui va la riconoscenza della Società
perché anche in questo caso le somme non utilizzate rimangono alla Società.
Incontri naturalistici nella
casa di via Cogollo
Nella casa di via Cogollo a Bagnacavallo (indicata
sulla cartina in fondo al Notiziario) continuano gli incontri naturalistici
tutti i primi e terzi martedì di ogni mese, ore 20.45. Per informazioni: Ilvio
Bendazzi tel. 0544 520366
Abbiamo
ricevuto la donazione di 1500 Euro dalla ditta Gattelli Laterizi di Russi (RA).
Ne diamo doverosa notizia ai Soci, ringraziando il generoso donatore.
Il
Museo Civico di Scienze Naturali “Centro Malmerendi” di Faenza si è dotato di
sito internet individuabile al www.museoscienzefa.org
Il 3
aprile verrà inaugurata a Zattaglia (RA) presso il Centro Sociale “M. Guaducci”,
la mostra su “Cheilanthes viaggio
botanico in val Sintria” curata dal Museo di Scienze Naturali di Faenza.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 9 maggio. Per ulteriori
informazioni tel. 0546-662425.
Dal
20 aprile al 18 maggio si terrà il 23° corso di speleologia di 1° livello
omologato CNSS, organizzato dal Gruppo Speleologico Faentino. Per informazioni
tutti i martedì e venerdì alle ore 21,00 presso Museo di Scienze Naturali di
Faenza o tel. 335-7194094.
Sempre
al Museo di Scienze naturali di Faenza, si terrà un ciclo di conferenze
organizzato dal Museo e dall’ Associazione culturale PANGEA di Faenza, con
l’intervento di molti nostri soci ed altri emeriti naturalisti. Seguiranno
escursioni naturalistiche.
Parchi e Riserve naturali dell’Emilia-Romagna
a confronto
Ciclo
di conferenze serali con audiovisivi presso la Sala “D. Malmerendi”
del
Museo Civico di Scienze Naturali, via
Medaglie d’Oro n.51 – Faenza, e relative escursioni guidate.
Giovedì 25 marzo, ore 21
Il
Parco Regionale del Delta del Po (relatore: Massimiliano Costa)
Di
estremo interesse per l’avifauna e le emergenze storico-artistiche, rappresenta
il più esteso tra i parchi regionali, racchiudendo il settore meridionale del
delta padano e le più importanti zone umide della bassa pianura oltre alle foci
di alcuni fiumi.
Domenica 28 marzo
Escursione
guidata: Punte Alberete, Pineta di S. Vitale e Piallasse
Ritrovo
presso il Museo Civico di Scienze Naturali, v. Medaglie d’Oro n.51, alle ore
8,30; rientro alle ore 18,00.
Giovedì 1 aprile ore 21
Il Parco
Regionale dei Gessi bolognesi e calanchi dell’Abbadessa
(relatori: Lucia Montagni, David Bianco)
Il Parco “dei Gessi bolognesi” si sviluppa sulle
prime pendici della collina bolognese intorno ad importanti emergenze naturali
e paesaggistiche costituite da affioramenti gessosi, che danno vita ad un
complesso carsico di estremo interesse, e da selvaggi calanchi di argille
scagliose.
Domenica 4 aprile
Ritrovo
presso il Museo Civico di Scienze Naturali, v. Medaglie d’Oro n.51, alle ore
8,00; rientro alle ore 14,00.
Giovedì 15 aprile ore 21
I
boschetti collinari del faentino e le Riserve Naturali Bosco di Scardavilla
(Meldola) e Bosco della Frattona (Imola) (relatori: Sandro Bassi & Marco Sami, Giancarlo
Tedaldi, Alessandra Lombini)
Le
Riserve Naturali Orientate Bosco di Scardavilla e Bosco della Frattona, situate
nella bassa collina forlivese (la prima) e imolese (la seconda), tutelano lembi
di bosco di notevole valore naturalistico e paesaggistico, relitti delle
antiche formazioni forestali che rivestivano un tempo l’intera fascia
pedecollinare romagnola.
Domenica 18 aprile
Ritrovo
presso il Museo Civico di Scienze Naturali, v. Medaglie d’Oro n.51, alle ore
8,30; rientro alle ore 13,00.
Giovedì 22 aprile, ore 21
L’unico
Parco Nazionale in territorio regionale, si estende sul crinale appenninico
tosco-romagnolo e custodisce boschi tra i più estesi ed i meglio conservati
d’Italia, dotati di un ricco patrimonio naturalistico e paesaggistico ma anche
storico.
Domenica 25 aprile
Ritrovo
presso il Museo Civico di Scienze Naturali, v. Medaglie d’Oro n.51, alle ore
8,00; rientro alle ore 19,00.
L’ennesimo
“stato dell’arte” per un’area che dal punto di vista naturalistico,
paesaggistico e storico non ha nulla da invidiare ad altre realtà regionali, di
gran lunga maggiormente valorizzate, ma che non si vuole far decollare…!
Domenica 2 maggio
Escursione
guidata: Monte Mauro (solo mattina)
Ritrovo
presso il Museo Civico di Scienze Naturali, v. Medaglie d’Oro n.51, alle ore
8,00; rientro alle ore 13,30.
Le escursioni verranno effettuate con mezzi propri;
sarà richiesto un contributo di Euro 3 a persona (gratis i minorenni); per
informazioni tel. 0546/681585.
P P P
Le Ali dell’Amore
Mostra tematica
organizzata dal Museo Civico
di Storia Naturale di Ferrara
Via De Pisis 24, Ferrara
Vita amorosa e
familiare nel mondo degli Uccelli
3 aprile – 13 giugno 2004
Una finestra inconsueta sugli aspetti cruciali della
riproduzione e della cura della prole negli animali, che l'obiettivo di
Maurizio Bonora, fotografo naturalista, ha catturato e fissato in una
straordinaria carrellata di immagini che hanno per protagonisti gli Uccelli
delle nostre regioni. Inaugurazione sabato 3 aprile 2004 alle ore 17
Orari: da martedì a domenica dalle ore 9,00 alle ore
18,00
Museo Civico di Storia Naturale Via De Pisis 24, Ferrara
Ingresso mostra + museo Euro 2,00 (ridotto Euro
1,50)
In abbinamento alla mostra
"Le Ali dell'Amore", il Museo Civico di StoriNaturale di Ferrara
organizza le seguenti quattro serate naturalistiche:
Serate naturalistiche al Museo di Ferrara
Amanti infedeli
e genitori premurosi
Sessualità,
riproduzione e cura della prole negli animali
29 aprile 2004
La guerra dei sessi.
Selezione sessuale e competizione spermatica
Andrea
Pilastro. Dipartimento di Biologia, Università di Padova
6 maggio 2004
Attrazione fatale. Etologia
e fisiologia dei cicli della riproduzione
Cristiano
Bertolucci. Dipartimento di Biologia, Università di Ferrara
13 maggio 2004
Sex appeal.Comportamenti e
cicli riproduttivi degli Anfibi e dei Rettili
Stefano
Mazzotti. Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara
20 maggio 2004
Vita di coppia. Eco-Etologia
della riproduzione negli Uccelli
Giuseppe
Bogliani. Dipartimento di Biologia, Università di Pavia
Gli incontri si terranno presso la sala conferenze
del Museo Civico di Storia Naturale, Via De Pisis 24, Ferrara. Inizio alle ore 21.
INGRESSO LIBERO
La Prof.ssa Anna Maioli ved.
Campadelli, ha donato alla biblioteca sociale tutti i libri e le annate di
varie riviste naturalistiche appartenute al marito Dott. Guido, nostro socio
dal 1989, ricercatore presso l’Istituto di Entomologia Agraria “G. Grandi”
dell’Università di Bologna. Tutta la collezione entomologica costituta
principalmente da Coleotteri, Imenotteri e da cassette illustranti cicli
biologici, è stata donata al Museo Civico di Scienze Naturali di Ferrara su
espressa volontà del Dott. Campadelli.
CSta543/477849 |
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NUOVI SOCI
(OMESSI PER
RAGIONI DI PRIVACY)
CONTRIBUTI VOLONTARI
DEI SOCI
Heinz Freude Euro 100
Merighi Franco Euro 7
Ratti Enrico Euro 12
La
Società ringrazia i gentili donatori e particolarmente il Socio Onorario Dr.
Heinz Freude per il gradito dono e per la continuità dell’affetto che dimostra
agli amici romagnoli. Gli auguriamo buona salute e speriamo di rivederlo presto
nei nostri incontri.
NOTE TECNICHE DI CONSERVAZIONE ENTOMOLOGICA
Le farfalle
si… ingrassano!
Ovvero: i miracoli
dell’acetone!
Tutti coloro che, applicati entomologi o semplici
appassionati della materia magari in tenera età, hanno posseduto o possiedono
tutt’ora una pur anche modesta raccolta di farfalle essiccate e spillate,
certamente avranno avuto a che fare con le variazioni di colore, parziale o
totale di alcuni esemplari, in particolare delle “falene”, cioè le farfalle
notturne. Le seguenti informazioni sono ovviamente rivolte ai non
“professionisti” del settore che ben conoscono il problema e le soluzioni
proposte.
Esistono fondamentalmente due cause che alterano il
colore degli esemplari in collezione.
La prima è l’esposizione alla luce diurna o
artificiale: i colori sbiadiscono a volte quasi del tutto, rendendo i disegni
alari sfumati. Il danno è irreversibile ma il rimedio è ovvio: bisogna
conservare gli esemplari al buio, entro scatole, scaffali, mobiletti o comunque
in condizioni in cui la luce non possa penetrare nei contenitori. Il problema è
solo un poco meno grave nelle farfalle diurne e quasi nullo in quelle specie,
ad esempio nelle tropicali Morpho
azzurre o nelle asiatiche Ornithoptera,
nelle quali i colori non sono dovuti a pigmenti (chimicamente instabili se
esposti alla luce), bensì a fenomeni di rifrazione della luce stessa da parte
delle scaglie chitinose che ricoprono le ali: come dire che esse sono colorate
solo se esposte alla luce!
La seconda e meno facilmente ovviabile ragione per
cui i colori al contrario si alterano incupendosi è dovuta alla impregnazione
del corpo della farfalla e talora anche delle ali da parte dei grassi
provenienti dalle riserve entro il corpo dell’insetto stesso e attraverso il
quale essuda a seguito dell’essiccazione. Anche in questo caso il fenomeno interessa
per lo più le “falene” e quasi per niente le farfalle diurne, soprattutto se
preparate poco dopo la cattura. Interessa altresì maggiormente gli esemplari
femminili che hanno addomi più voluminosi per contenere le uova e maggiori
riserve di grasso necessarie per il loro sviluppo già dallo stadio di crisalide
e per “nutrire” in parte l’adulto sino al momento dell’accoppiamento e
dell’ovideposizione. Ciò vale in particolare per quelle specie in cui gli
adulti non sono in grado di alimentarsi per presenza di apparato boccale
atrofico. Ecco allora che di tale inconveniente patiscono quasi tutti i Cossidi (Rodilegno), alcuni Epialidi, diversi “bombici” fra i Lasiocampidi, i Notodontidi, i Limantriidi,
gli Arctiidi, i Dilobidi e talora alcuni Nottuidi
e Geometridi. Tra le farfalle
diurne in particolare, può capitare per alcuni Esperidi, soprattutto quelli tropicali di grossa taglia e per
alcuni generi tropicali di grossi Papilionidi.
A volte anche i cosiddetti “microlepidotteri” (Tortricidi, Piralidi) possono “ingrassare”.
Che fare allora? Niente paura! Il rimedio c’è, è
definitivo e costa poco, molto meno che cercare di eliminare il grasso da un
corpo umano sovrappeso. Innanzitutto, per le specie nelle quali il problema si
verifica normalmente si può ricorrere all’asportazione dell’addome resecandolo
dietro il torace; si preparerà l’insetto sullo stenditoio ad ali aperte
mentre l’addome (debitamente
contrassegnato per poterlo riassegnare in seguito all’esemplare di provenienza)
verrà immerso in un solvente per grassi, in genere acetone o trielina, e qui
lasciato per alcuni giorni dipendentemente dalle dimensioni e dal sesso
dell’esemplare di appartenenza. Tale bagno, disidratante e sgrassante, renderà
tra l’altro l’addome non appetibile da
parte degli insetti divoratori delle collezioni zoologiche, gli Antreni, che vengono attirati dalle
sostanze grasse in ossidazione. Non vi sono problemi per troppo lunga
permanenza a bagno, anche se è inutile insistere dopo un certo tempo. Una volta
estratto dal bagno, l’addome viene posto su di un foglio di carta assorbente o
carta igienica e si lascia evaporare il solvente per una notte. L’addome può
ora essere incollato con colla vinilica o entomologica all’esemplare di
provenienza. Tale metodo ha vantaggi e svantaggi rispetto al successivo che
verrà indicato: tra gli svantaggi vi è il fatto che la rapida disidratazione
degli addomi così trattati spesso li comprime in senso laterale e dopo
l’incollaggio la silhouette dell’insetto è piuttosto alterata; inoltre la zona
dell’incollaggio spesso non si adatta bene a quella del torace. Tra i vantaggi
vi è che la sgrassatura preventiva evita che il grasso dell’addome possa
trasferirsi alle altre zone del corpo, ali comprese, mantenendole di aspetto
del tutto naturale.
Quando invece ci si accorge che a distanza di tempo
dalla preparazione senza sgrassaggio preventivo, l’insetto ha emesso grasso che
ha invaso l’intero corpo, si consiglia di procedere come segue. Evitare di
immergere in bagno sgrassante l’insetto tal quale, ma seguire i consigli
indicati:
1. preferire acetone invece di
trielina che agglutina maggiormente i peli del corpo e delle frange delle ali;
2. approntare un piccolo
stenditoio in legno con le seguenti caratteristiche di base:
·
dimensioni in grado di essere contenuto entro il contenitore con
solvente (si possono usare i vasi di vetro per frutta sciroppata);
·
striscia di infissione dello spillo in plastozote (il materiale che costituisce
il fondo delle scatole entomologiche) o altro materiale non aggredibile
dall’acetone o altro solvente (fare saggi di prova);
·
solco centrale di diverse larghezze, ottenuto tagliando opportunamente
i bordi interni delle “ali” dello stenditoio, oppure approntare più stenditoi
con solchi di larghezza variabile; è infatti importante che il solco sia appena
più largo del torace dell’insetto;
3. togliere i cartellini dallo
spillo ed abbinare in qualche modo gli stessi all’esemplare che sarà per la
durata del bagno “anonimo” in seguito alla loro separazione;
4. infiggere lo spillo con
l’insetto da sgrassare nello stenditoio e fermare le ali sotto due strisce di acetato (i fogli trasparenti per lavagne
luminose, reperibili in copisteria/cartoleria o meglio, strisce tratte dalle
scatole trasparenti per le camicie o simili, se di spessore poco superiore
all’acetato) spillate abbondantemente attorno ai bordi alari, soprattutto nella
zona anale dell’ala posteriore, come per la normale essiccazione;
5. non impiegare strisce di
carta pergamino che si arcuano quando immerse in acetone allontanandosi dalle
superfici alari;
6. immergere il tutto
nell’acetone e lasciar sgrassare per uno o più giorni, secondo le dimensioni
del reperto, al buio;
7. estrarre al termine del
bagno lo stenditoio e lasciare evaporare il solvente residuo per alcune ore;
8. liberare l’esemplare; nel
caso i peli del corpo appaiano troppo aderenti ed agglutinati, per conferire
loro aspetto più naturale passarvi sopra con movimenti trasversali e
longitudinali la punta di uno spillo;
9. ricartellinare e collocare
l’esemplare nella scatola d’origine.
Tale metodo se ben eseguito dà risultati
ottimali in termini estetici. Inoltre l’immersione totale rispetto allo
sgrassaggio del solo addome evita che eventuali grassi che si trovano nel
torace possano danneggiare gli esemplari dopo il trattamento al solo addome;
inoltre non vi sono dissezioni ed incollaggi e quindi l’esemplare è integro al
100%. L’immersione dell’esemplare direttamente nel solvente, senza stenditoio,
crea invece problemi di alterabilità dell’estetica dell’insetto in quanto al
momento dell’estrazione dal solvente i peli delle frange tendono ad aderire tra
loro formando bordi di aspetto “dentato” e quel che è peggio i margini interni
delle ali posteriori di specie ad ali sottili, tendono a ripiegarsi ed aderire
sopra o sotto l’ala, alterandone il profilo in modo definitivo dopo
l’essiccazione.
Si tenga
inoltre presente anche che:
·
si devono preferire spilli di acciaio inox anticorro bianchi per specie
che possono andare incontro all’inconveniente in oggetto, poiché lunghe
immersioni in solventi possono danneggiare il metallo di normali spilli neri
anche di buona qualità;
·
gli spilli con capocchia in nylon possono perdere la capocchia
afferrandoli con le dita durante l’estrazione dal bagno in solvente e sino a qualche tempo
dopo; può essere utile una microgoccia di colla al cianoacrilato per
ricollocare stabilmente la capocchia sullo spillo, invece di dover rischiare di
danneggiare l’insetto se si vuole sostituire lo spillo;
·
i cartellini stampati con fotocopiatrice o con scritte a china,
sopportano senza danni l’immersione in acetone e quindi possono essere
collocati sotto le strisce di acetato accanto al vertice dell’ala anteriore,
riducendo i rischi di confusione nella ricartellinatura finale; per gli
inchiostri delle stampanti, effettuare un saggio di prova;
·
il solvente va sostituito frequentemente dopo svariati bagni,
dipendentemente dal numero di questi e dalle dimensioni degli insetti sgrassati.
In definitiva, c’è da chiedersi quale
tecnica è preferibile nei vari casi. La sgrassatura del solo addome è la
tecnica da preferire per i grossi lepidotteri diurni tropicali, ad es. le
asiatiche Ornithoptera nelle quali
l’addome è separato poco dopo la cattura, almeno quando gli esemplari devono
essere conservati in busta per lungo tempo; si attua anche per sgrassare gli
addomi di lepidotteri già in collezione (per lo più Nottuidi, Piralidi, ecc.)
quando l’imbrunimento del colore interessa solo l’addome appunto che può venire
staccato facilmente capovolgendo l’insetto e spingendo verso il basso (cioè
verso il dorso dell’insetto) con uno spillo l’estremità posteriore fino al
distacco. Una goccia di colla provvederà al riattacco dell’addome al termine
della sgrassatura.
L’immersione dell’insetto tal quale nel solvente è
praticabile senza gravi inconvenienti estetici solo per i lepidotteri diurni (Ropaloceri); tale metodo può peraltro
alterare in parte la posizione delle ali sia sul piano verticale che in quello
orizzontale a seguito della spinta disididratazione che il solvente impone,
obbligando talora ad un passaggio dell’insetto in camera umida per una nuova
preparazione.
In definitiva quindi l’immersione in solvente con
stenditoio dà i migliori risultati in assoluto, anche se è la più laboriosa.
Del resto è la sola possibilità per far ritornare a nuovo, miracolosamente, i
colori oscurati di quegli esemplari che, non si sa perché, sono spesso a noi i
più cari, gli stessi che i famelici Antreni
divorano impietosamente. Ma questo è un altro problema che dibatteremo un’altra
volta.
Giorgio Pezzi
Appunti
da un viaggio in Centroamerica
Costarica wilderness:
La foresta “nublada” del
Parco di Monteverde
Il
Costarica è un piccolo paese centroamericano con una superficie di 51.100 Km², poco più del doppio della Sardegna, inserito tra
l’oceano Atlantico e il Pacifico, attraversato da nord a sud da una successione
di 4 cordigliere principali: la Cordillera di Guanacaste, la Cordillera di
Tilarán, la Cordillera vulcanica centrale e la Cordillera di Talamanca. Gran
parte di queste cordigliere sono ancora ricoperte da foreste, e albergano
alcuni rimanenti boschi pluviali di montagna del Centroamerica che rappresentano
aree di notevolissimo valore biologico essendo separati dai boschi di montagna
del complesso guatemalteco-messicano dalla depressione nicaraguese, come dal
complesso delle Ande colombiane dalla depressione Darién.
Dal
1985 quando effettuai la prima visita naturalistica in Costarica, le cose sono
notevolmente cambiate sotto l’impulso della globalizzazione che si avverte
soprattutto in questi paesi; la solida democrazia (il paese non ha neppure
l’esercito!), ha portato un senso di sicurezza favorendone lo sviluppo e un
certo benessere che s’intravede in tutte le fasce sociali tanto da definirlo
“la Svizzera americana”. Attualmente il turismo rappresenta la prima fonte
d’ingresso di divisa straniera del paese (Tobia
& Medelsohn, 1991), solo nel 1993 Carr
et al. (1993), segnalano
la presenza di 50.000 ecoturisti al parco di Monteverde (ovviamente occorre
valutare e stimare la capacità massima di carico turistico onde evitare danni
ambientali).
E’
sotto questa spinta che negli ultimi decenni in Costarica sono sorti parchi
nazionali ed aree protette e si assiste ad un diretto coinvolgimento delle
popolazioni locali per avviare forme di ecoturismo sostenibile che portino allo
sviluppo economico e nello stesso tempo coinvolgano gli abitanti nella diretta
protezione e salvaguardia delle foreste di montagna.
Nel
parco di Monteverde che si accede direttamente dalla capitale San José,
attraverso la Panamericana che costeggia la costa Pacifica dopo Rancho Grande o
dalla strada interna San Ramón-Fortuna attraverso strade di montagna che negli
ultimi 30-40 Km non sono asfaltate ma vengono appositamente lasciate sterrate
per creare più wilderness nel raggiungere l’area di montagna. In verità durante
la stagione delle piogge sono frequentissimi gli smottamenti e le frane e forse
non conviene asfaltare le strade costruite su terreni instabili e mobili.
Santa
Elena era un piccolo villaggio (aldea) ai piedi del parco di Monteverde, oggi
si è notevolmente sviluppato: dai pochi edifici, un albergo spartano, alcune
abitazioni in legno, il centro biologico e gli edifici del parco che
costituivano il complesso residenziale della zona nel 1985, attualmente sono
sorti banche, agenzie viaggi, hotel, ristoranti, residence, bungalow, in gran
parte gestiti da nord americani, ben inseriti nell’ambiente, tutti rispettosi
delle architetture locali tanto che non si osserva nessuna violenza urbanistica,
nessuna “geometrata” stravagante (cosa alla quale siamo abituati in tutte le
nostre montagne e località di villeggiatura). Tutta una serie di servizi
essenziali sempre legati all’eco turismo, indirizzano i visitatori alla
conoscenza dell’ambiente tropicale della foresta nebulare. Il “ranario”, una
ricca esposizione privata di 80 specie di anfibi (rane, rospi, raganelle) che
vivono nella foresta pluviale dove preparate guide accompagnano i visitatori
tra le teche dei terrari ad individuare i minuscoli e coloratissimi Dendrobatidi
velenosi, le simpatiche Hyla e vari
rospi del sottobosco tropicale. Il serpentario che raccoglie una esposizione di
rettili (viperidi, boigini e colubridi) del paese; il “mariposario” una serra
nella quale sono immessi lepidotteri in completa libertà appartenenti ai
generi: Morphus, Papilio, Heliconius, Anteos, Eurema, Phoebis ecc. prelevando in
natura uova, bruchi e immagini. All’uscita della butterfly house unica cosa
stonata, il shop point dove vengono venduti tristi e penosi quadretti kitsch
decorati con farfalline multicolori (gli stessi che troviamo nei bazar di cose
esotiche in Europa), riproduzioni di bruchi in materiale sintetico,
portachiavi, magliette ed altre paccottiglie tematiche ampiamente apprezzate da
turisti “ovini made in USA”. Le guide del parco si offrono per 10-15$ a testa
per effettuare escursioni diurne e notturne lungo i numerosi sentieri della
foresta per il bird, il frog, e l’insect watching o lungo la dorsale tra la
foresta del Cerro Amigos che raggiunge i 1850 m.
Sotto
l’impulso dell’organizzazione USA, sono stati costruiti una serie di
camminamenti e piccoli ponti sospesi collegati con cavi di acciaio che
percorrono la volta della foresta pluviale in un percorso di alcuni Km. I ponti
sono tutti ben inseriti, non presentano impatto ambientale e sfruttando alcune
forre e canyon permettono al naturalista di camminare all’altezza della volta
forestale costituita da un insieme di essenze tropicali di 30-40 m d’altezza.
Lo spettacolo è avvincente, unico. Ci si può avvicinare agli alberi fioriti,
osservare coloratissimi colibrì, i grandi lepidotteri tropicali, uccelli vari,
osservare tutte le cenosi collegate alla schiera di epifite che si sviluppano
sui tronchi e sulle foglie dei grandi alberi, felci, licopodi, bromelie a
rosetta che trattengono l’acqua e formano minuscole “piscine” naturali per
insetti acquatici o anfibi, orchidee, muschi, licheni crostosi o filamentosi
che si protendono verso il suolo, piante rampicanti che lasciano cadere verso
il basso lunghe e robuste liane. Qui le foto si sprecano, si scatta senza
sosta, purtroppo le difficili condizioni ambientali, scarsità di luce, piogge
frequenti a carattere temporalesco e la nebbia onnipresente, rendono sempre
difficoltosa l’impresa.
Altra
possibilità è cimentarsi nel canopy tour (tour della volta). Attraverso un
sistema di cavi d’acciaio, equipaggiati con imbragatura alpinistica,
moschettoni e discensore, si può salire sulle piattaforme costruite sulla cima
delle piante per osservare la volta arborea. Si transita da una piattaforma
all’altra attraverso una serie di carrucole e si percorrono distanze di 160 m
scorrendo ad una altezza di 30-40 m dal suolo. Più che altro è uno spettacolo
scenico, turistico, emotivo, ovviamente le osservazioni naturalistiche
impongono ben altro comportamento al visitatore! Ma perché mai si è sviluppato
tutto questo interesse per Monteverde e la sua foresta?
La
foresta pluviale di Monteverde (bosque nublado o bosque nuboso o rain forest),
si sviluppa dai 1500 m ai 2500 m d’altitudine, in queste zone grazie alla
vicinanza degli oceani, gli alisei che accumulano correnti aeree calde e umide
e all’inversione termica, si formano perturbazioni cariche di pioggia che
regolarmente soprattutto nel periodo estivo (periodo delle piogge da maggio a
novembre), si scaricano sulle montagne determinando elevatissimi tassi
d’umidità e precipitazioni che si aggirano tra i 3000 e 5000 mm annui,
determinando una ricchezza vegetale unica (Kappelle
& Brown, 2001). I boschi di montagna del Costarica sono boschi
tropicali piovosi, sempreverdi e sono costituiti da una stratificazione ben
definita di specie con abbondanza di palme, bambù e felci arboree nel
sottobosco. Si caratterizzano per la presenza di foglie semplici e per
l’abbondanza di epifite vascolari e non vascolari, muschi e epatiche che
competono per lo spazio e la luce dal sottobosco fino alla parte sommitale dei
rami. Ci sono epifite come le orchidee del genere Epidendrum, Pleurothallis, Scaphyglottis, Stelis ecc., Bromeliacee
(Tillandsia, Vriesea), Pteridofite
come (Asplenium, Elaphoglossum,
Polypodium, Grammitis), Ericacee, Cyclanthacee, Begoniacee, Gesneriacee.
Muschi, Epatiche e Licheni formano mosaici sopra ai rami alternandosi con
epifite vascolari, con ampie cortine come nel caso dei muschi Pilotrichella flexilis e Phyllogonium viscosum. Una categoria
speciale di epifite sono le emiepifite, piante con habitus tanto epifitico che
terrestre come le Aracee (Anthurium e
Monstera) utilizzate ampiamente in
floricoltura ornamentale. Esistono poi un gran numero di specie che vivono
sopra la superficie delle foglie (epifille), epatiche Lejeuenacee e Licheni.
Tutta un’altra categoria di vegetali parassiti sfruttano la volta arborea per
compiere i propri cicli biologici come Lorantacee, Viscacee che hanno
sviluppato forme di eterotrofismo dipendendo totalmente dalla pianta ospite.
Specie rampicanti del genere Smilax,
Passiflora, Hydrangea, Mikania ecc. sfruttano gli alti alberi per
arrampicarsi alla ricerca di luce producendo lunghi e robusti fusti lianosi
procombenti.
Le
biocenosi delle foreste pluviali di montagna sono costituite da comunità
vegetali che i floristi hanno cercato di studiare e di censire con notevoli
difficoltà oggettive. Tra i 2000 e 3000 m sono stati individuati 253 generi in
114 famiglie distribuiti in oltre 80 generi di alberi, 77 di arbusti, 44 di
erbe, 21 rampicanti e 31 pteridofite (Kappelle
et al., 1992) (manca poi tutta la flora inferiore, muschi, funghi, licheni!).
Ovviamente tutti questi numeri sono stime approssimate che i botanici che si
sono lanciati nell’impresa di stillare checklists, stanno continuamente
aggiornando. Anche gli studi di fitosociologia hanno messo in relazione i
delicati rapporti che si instaurano tra le piante epifite preferendo ospiti
specifici e non casuali. Le quantità di biomassa vegetale che si generano dallo
sviluppo delle epifite, regolano i delicati rapporti ecologici che s’instaurano
nella foresta pluviale: le epifite generano sostanza organica, favoriscono
l’instaurarsi di attività batteriche che portano all’humificazione e
all’arricchimento minerale dei substrati, raccolgono l’acqua pluviale
rallentandone la caduta al suolo. Anche la diversità faunistica è in diretta
relazione al bosco nebulare: mammiferi, uccelli, rettili, anfibi trovano tutta
una serie di habitat che dal piano basale s’innalzano fino alla volta forestale
insediandosi in nicchie particolari separate o integrate. E gli insetti? Questa
enorme classe animale presenta ancora infinite incognite tanto che ogni anno
vengono descritte decine e decine di specie nuove per la scienza raccolte nelle
foreste pluviali delle quali ancora sconosciuti sono i cicli biologici. Basta
accendere una piccola lampadina nella foresta nei pressi di un muro bianco e
ben presto arriveranno attratti dalla luce centinaia d’insetti di ogni ordine.
Ben conoscono questa caratteristica gli entomologi che la sfruttano come
tecnica per censire e catturare gli insetti utilizzando un telo bianco con luci
al mercurio o lampade speciali.
Purtroppo
le foreste pluviali montane tropicali tutti i giorni sono sempre più minacciate
dallo sfruttamento forestale commerciale, dall’estensione dell’agricoltura di
sussistenza basata sulla coltivazione locale in seguito alla perdita di
fertilità dei terreni a bassa quota, dall’immigrazione e dall’incremento delle
popolazioni che tendono a spostarsi verso la terre alte. Cento anni fa tutte le
cordigliere del Costarica erano ricoperte da foreste. Nel 1940 con la
costruzione della strada Panamericana si iniziò il processo di disboscamento.
Il taglio forestale innescò un mosaico di boschi primari e secondari (che si
individuano ancora facilmente dalla presenza della Cecropia peltata, una Moracea con foglie enormi a forma di dita che
cresce rapidamente negli spazi aperti o bruciati), pascoli, piantagioni,
frutteti e aree urbanizzate. Tra il 1950 e il 1970 ebbe luogo la più grande
attività di deforestazione nel paese. Ricordiamo le aree costiere in prossimità
del confine nicaraguense di Barra del Colorado e di Tortuguero ora parchi
nazionali, dove la multinazionale Play Wood per facilitare l’esbosco dei grandi
alberi costruì tutta una fitta serie di canali artificiali per fluitare i tronchi
verso il porto marittimo atlantico di Puerto Limón. Ora l’area è stata
riconsegnata alla natura, nei canali vivono coccodrilli americani (Crocodylus acutus), caimani (Caiman crocodilus), basilischi (Basiliscus basiliscus), una ricchissima
fauna ornitica, ecc. e sulle coste sabbiose nidificano in quantità le grandi
tartarughe marine. In quegli anni in seguito alla richiesta di legname
pregiato, sfruttando la ricchezza del territorio del paese, grandi estensioni
di foreste pluviali vennero rase al suolo e frammentate. Il taglio della
foresta pluviale provocò un’infinità di frane, smottamenti erosioni
irreversibili. Lo scorrimento delle acque pluviali, non più trattenute, causò
problemi non indifferenti nella coltivazione dei campi tanto da creare difficoltà
nelle sistemazioni agrarie e nelle irrigazioni durante la stagione secca
riducendo i raccolti. Lo strato di humus molto limitato nelle regioni tropicali
ben presto scomparve, totalmente mineralizzato dalle condizioni climatiche,
innescando il processo di laterizzazione rendendo sterili i terreni. L’utilizzo
di prodotti chimici ha inquinato le falde creando problemi in molti villaggi e
paesi. L’uso indiscriminato del fuoco ha portato ad una riduzione delle specie
vegetali spontanee e della fauna, tanto che nel parco nazionale Chirripó
scoppiarono vari incendi colossali non controllati nel 1952, 1958, 1976 (Chaverri et al., 1976) fino al 1992. Le
aree deforestate che si notano percorrendo il paese, ora sono destinate alle
“fincas ganaderas”, aziende zootecniche dove viene allevato il bestiame allo
stato brado utilizzando razze rustiche di ceppo zebuino (indo-asiatico)
meticciate anche con razze autoctone e podoliche italiane (Chianina, Romagnola,
Marchigiana), adattabili alla povertà dei pascoli e alle condizioni climatiche,
ma con rese molto limitate. Le rese economiche vengono migliorate aumentando il
carico di bestiame incorrendo però in un danneggiamento del pascolo con conseguenti
danni ambientali.
Ormai
è chiaro che la diretta sopravvivenza delle popolazioni locali, delle attività
economiche è strettamente correlata alla salvaguardia dell’ambiente e in
particolare delle foreste pluviali montane che costituiscono fragili
ecosistemi. Solo conservando questi preziosi ambienti, studiandone i rapporti
biologici con le complicate interazioni vegetali e animali, salvaguardando la
ricca biodiversità, nella ricerca dello sviluppo sostenibile (non sempre
attuabile), si potrà ancora parlare di “bosque nublado”.
Su
questa via, sulla protezione dell’ambiente e sull’educazione ecologica della
popolazione, lo stato democratico del Costarica sta muovendo grandi passi,
mentre negli altri paesi del Centro e Sud America dove purtroppo vige ancora
l’insicurezza politica, la corruzione, l’immoralità dei regimi e l’indifferenza,
dove l’incremento incontrollato delle nascite spinge masse di diseredati
affamati alla conquista di nuove terre vergini e al loro massimo momentaneo
sfruttamento, dove la sensibilità per la natura non esiste e tutto è lasciato
alla casualità (Bordón & Campos,
2002; 2003).
L’augurio
e i pronostici non possono essere incoraggianti. Certamente in quest’angolo del
parco di Monteverde dove il concetto di natura è stato abbinato ai dollari,
adottando il dovuto rispetto, si può ancora osservare e penetrare negli aspetti
più intimi del “bosque nublado” centro americano. Al giorno d’oggi come si
osserva in tanti parchi africani (dove l’entrata costa 30-40 US$ al giorno a
persona!), dobbiamo solo sperare che l’eco business perduri, che contribuisca a
mantenere elevato il tenore di vita delle popolazioni. Purtroppo sembra un
contro senso, ma la salvaguardia degli ambienti naturali oggigiorno non è più
legata all’amore disinteressato e romantico per la natura e per i suoi aspetti,
ma all’introito monetario! Questa caratteristica serpeggia in modo subdolo (e a
volte anche in modo molto evidente) pure nei parchi nazionali d’Italia dove
interessi, trame e tresche politico-economiche legate al prestigio individuale
o partitico, vengono messe al primo posto sulle effettive finalità
istituzionali dei parchi che sono quelle di preservare e conservare piante,
animali e il loro ambiente per le generazioni future.
Purtroppo
c’è il forte rischio che anche in Costarica questo “idilliaco panorama
ecologico” non possa durare a lungo. Arriveranno affollati charter di packed
tourists (turisti imballati). Ecco quali saranno gli “avventurosi” del nostro
tempo, avidi di souvenirs, verranno condotti dove animali selvatici ormai semi
addomesticati e imprintati, poseranno per le foto d’obbligo, o a comando,
depositeranno le uova alla luce di una piccola lampada rossa come avviene al
Parco Tortuguero con le gigantesche testuggini marine. Così finiranno
tristemente ridotti e inquadrati dalle organizzazioni a consumatori di un tempo
facile e spesso costruito esotismo. Occorreranno strutture, hotels babelici
dove il turista avrà la gradevole ma frustrante sensazione di essere un faraone
dimenticato nella piramide, strade asfaltate, aeroporti, centri commerciali per
i prodotti artigianali locali (made in Taiwan o Hong Kong!); i turisti
consumeranno acqua, luce, alimenti, lasceranno rifiuti organici e inorganici da
smaltire e il tutto graverà sull’impatto ambientale.
Il
Costarica ha un’alta crescita demografica, 1,8 % all’anno, e i due paesi
confinanti Nicaragua 2,4 % e Panama 1,9 %. Questo vuol dire che in Costarica
ogni anno ci sono 70.000 persone in più, senza contare quelle che immigrano dal
Nicaragua e dal resto del Centroamerica. Da considerare che in America Latina
non esistono le frontiere, meno che mai in Costarica che non ha l’esercito.
Dove andranno a finire tutte queste persone? A quale attività si dedicheranno?
Come risolveranno questi problemi le autorità nazionali? Ormai è cosa più che
accertata il connubio problemi ecologici = problemi economici con l’incremento
demografico, sono problematiche di tutti i paesi con la grande preoccupazione
che inevitabilmente queste nazioni sono particolarmente fragili e vulnerabili:
si veda cosa è successo in Brasile, Venezuela, Perù, Colombia! Già diseredati e
clandestini provenienti da vari paesi del centro e sud America vanno a
ingrossare i “barrios” periferici della capitale San José, simpatica e vivibile
cittadina dal clima mite fino al 1985, che si sta trasformando in una caotica e
anonima città trafficata e inquinata.
Possiamo
quindi soltanto lodare il Costarica per questo modo intelligente di conservare
la Natura, anche se proiettati nel futuro, subentreranno inevitabilmente tutti
i contrasti appena accennati sopra.
Bibliografia:
Bordón C. & Campos E.,
2002; 2003 – Mundo
sobrepoblado. Por una mejor vida para todos. Rivista
internet. mundosobrepoblado@icnet.com.ve
Carr
T.A., Pedersen H.L. & Ramaswamys S., 1993 – Rain forest
entrepreneurs: cashing in on conservation. Environment, 35(7): 12-38.
Kappelle
M., Cleef A.M. & Chauverri A., 1992 – Phytogeography
of Talamanca montane Quercus forests, Costa Rica. Journal of Biogeography: 19
(3): 299-315.
Kappelle
M. & Brown A.D., 2001 – Bosques nublados del neotrópico. Instituto nacional de
biodiversidad, Costarica: pp. 698.
Sánches U. & Sejenovich H., 1983 – En torno al
ecodesarrollo. Editorial Universidad Estatal a distancia, S. José: pp. 170.
Tobias D. & Medelsohn R., 1991 – Valuing ecotourism
in a tropical rain forest reserve. Ambio, 20 (2): 91-93.
Luigi
Melloni
Bassi A., 2002 – Guida alla flora della pineta San Vitale.
Volume I. Chiavi analitiche. Longo
Editore, Ravenna, 86 pp. Euro 12,00.
Quasi settant’anni dopo la pubblicazione dell’ultima
flora dedicata alle pinete, ad opera di Pietro Zangheri, questo libro del
nostro socio Dr. Andrea Bassi, ne ripercorre le tracce analizzando l’evoluzione
della lista floristica e descrivendo il repertorio di specie vegetali presenti
nella pineta di San Vitale.
A tutti coloro che amano trascorrere il tempo in
pineta, questo libro propone gli strumenti per il riconoscimento e le
conoscenza delle piante, in forma di chiavi analitiche e di schede, che
illustrano le caratteristiche morfologiche ed ecologiche delle singole specie.
Il primo volume accoglie le chiavi analitiche: un
completo ed efficace sistema di riconoscimento delle oltre 600 specie presenti.
Utilizzando le chiavi il lettore segue, tra i tanti predisposti, un percorso
che egli stesso individua di volta in volta, assegnando all’esemplare da
determinare la più coerente tra due possibilità contrastanti, fino a completare
l’identificazione della specie.
AA.VV.,
2003 – Il lupo e i parchi. Il valore
scientifico e culturale di un simbolo della natura selvaggia. Atti del convegno, Santa
Sofia, 12-13 aprile 2002. Parco Nazionale
delle Foreste Casentinesi, Monte
Falterona, Campigna, 335 pp.
Si
è svolto a Santa Sofia (FC) il 12 e 13 aprile 2002 il convegno su “Il Lupo e i
Parchi” organizzato dall’ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Gli
atti raccolgono 65 lavori eseguiti nel Parco Nazionale delle Foreste
Casentinesi e in molte altre parti d’Italia dove la presenza del lupo si sta
diffondendo. Dopo il convegno svoltosi a Civitella Alfedena (AQ) nel 1988, con
questo secondo incontro si sono resi pubblici gli ultimi studi ed i monitoraggi
eseguiti sul predatore. Nel nostro Appennino la disponibilità di habitat e di
prede selvatiche (in particolare il cinghiale) fa sì che il secolare conflitto
con gli allevatori sia estremamente limitato e circoscritto. L’azione del lupo
va considerata positivamente come controllore naturale degli ungulati
selvatici, in espansione in tutta l’area del Parco delle Foreste Casentinesi.
Sono
preceduti da asterisco i nomi degli autori nostri soci. Si invitano gli autori
ad inviare alla segreteria copia dei propri lavori per la biblioteca.
Mineralogia
*Emiliani G., 2000 – “De Septaria” – guida alle septarie e ai loro minerali e
macrofossili. Aggiornamento 1995-2000, edito in proprio dall’autore (fotocopie
A4). Massalombarda, 118 pp., 25 illustrazioni in b/n, bibliografia di 489
titoli. [Disponibile presso l’autore
Emiliani Giancarlo, via Resistenza, 50 – 48024 Massalombarda (RA) al prezzo di
Euro 10,00 o tramite vaglia postale di Euro 10,00 + Euro 8,00 per spese di
spedizione]
Botanica
Bassi S. & *Sami M.,
2003 – Relitti
di antiche foreste nei pressi di Faenza (RA). Quad. Studi Nat. Romagna, Cesena,
18:139-152.
Bottacci
A., *Crudele G. & *Zoccola A., 2003 – Ricolonizzazione vegetale di una frana nella riserva
naturale integrale di Sasso Fratino (Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,
Monte Falterona e Campigna). Quad. Studi
Nat. Romagna, Cesena, 18: 21-36.
*Gonnelli
V. & Scarponi A., 2003 – Prima segnalazione di Archeuthobium
oxycedri (DC.) Bieb. in Romagna e nuovi dati distributivi in Italia. Quad. Studi Nat. Romagna, Cesena, 18:
1-6.
*Gonnelli
V., Quilghini G., *Zoccola A. & Gremoli G., 2003 – Osservazioni floristiche ed
annotazioni sulla distribuzione di alcune piante rare o poco note nel Parco
Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Quad. Studi Nat. Romagna, Cesena, 18:
7-20.
Entomologia
*Fiumi G., *Govi G. &
*Romagnoli G., 2003 – Aggiornamento delle attuali conoscenze sui lepidotteri diurni della
Romagna. Quad. Studi Nat. Romagna, Cesena,
18: 109-114.
*Melloni
L., 2003 – Chironitis furcifer (Rossi, 1792) nella
collezione entomologica O. Pirazzoli presso il Museo Civico di Imola (BO).
Prima segnalazione per la Romagna. Quad.
Studi Nat. Romagna, Cesena, 18:
63-66.
*Melloni
L. 2003 –
Ricerche coleotterologiche nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte
Falterona e Campigna (Forlì-Cesena): Scarabeoidei coprofagi e Isteridi
sapro-coprofili. Quad. Studi Nat.
Romagna, Cesena, 18: 83-108.
*Usvelli
A., 2003 – 25 anni
di ricerche entomologiche a Badia della Valle, Marradi (FI) II. Coleotteri
Cerambicidi. Quad. Studi Nat. Romagna, Cesena,
18: 57-62.
Vicidomini
S. & *Campadelli G.,† 2003 –Xylocopini presenti nelle collezioni entomologiche italiane: il
Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza. Quad.
Studi Nat. Romagna, Cesena, 18: 115-119.
*
Ziani S., 2003 – Onthophagus (Palaeonthophagus) semicornis
(Panzer, 1798) in Romagna e considerazioni sugli Scarabaeoidea italiani che
vivono associati alle tane dei piccoli mammiferi. Quad. Studi Nat. Romagna, Cesena, 18: 67-82.
Malacologia
*Solustri C.,
Morello E. & Froglia C., 2003 – Musculista
senhousia (Benson in Cantor, 1842) (Bivalvia: Mytilidae) in the coastal
water of the Adriatic Sea (Italy). Atti Soc. it. Sci. Nat. Museo civ. Stor. Nat. Milano, 144 (II): 231-240.
Ittiologia
*Ciani C., 2003 – Corsi d’acqua tributari del
fiume Montone e osservazioni sulle specie ittiche e su due specie di crostacei
Decapodi. Quad. Studi Nat. Romagna,
Cesena, 18:121-138.
Ornitologia
Bagni L., Sighele M.,
Passarella M., Premuda G., Tinarelli R., Cocchi L. & Leoni G., 2003 – Check-list degli uccelli
dell’Emilia-Romagna dal 1900 al giugno 2003. Picus, 29: (2), 85-107.
Premuda
G., 2003 – Presenza
inusuale di un Pellicano Pelecanus
onocrotalus in provincia di Ferrara. [(Campotto)]. Picus, 29: (2), 127-128.
Bassi S., 2003 – Vulcani per scherzo senza magmi né lava.
L’Universo, Istituto Geografico Militare
Firenze, LXXXIII, 4:507-522.
M A G N A Z Z A
DOMENICA
18 APRILE 2004
avrà luogo il
41°
incontro naturalistico romagnolo
a MASIERA
DI BAGNACAVALLO (RA) Fraz. ROSSETTA
presso l’Agriturismo “CUL
DE SAC”
via Rossetta, 8 (vicino argine
destro fiume Senio, vedi cartina)
h Menu concordato
Antipasto misto
Tris di primi piatti
Dolce, vino, acqua,
caffè, amari alle erbe di campo, grappe, whisky….
* PREZZO
CONVENUTO Euro 21 a persona
Il ristorante non pratica sconti ai bambini
accompagnati!
SI PREGA VIVAMENTE DI
PRENOTARE PER ISCRITTO
ENTRO IL 13
APRILE
JJ NON SI ACCETTA CHI NON PRENOTA!
J RITORNARE A:
SOCIETA’
STUDI NATURALISTICI DELLA ROMAGNA
CP
143 48012 BAGNACAVALLO GRAZIE.
&---------------------------------------------------------------------------------------
Il/la SOTTOSCRITTO/A................................................................……….
CHIEDE DI PRENOTARE N° .....................
POSTI PRESSO L’AGRITURISMO CUL DE SAC PER IL GIORNO
18.IV.2004 .
FIRMA................................................
hai pagato la quota sociale 2004 ? Se
non hai ancora pagato la quota sociale
2004, ti preghiamo di versare 18 EURO a
“Societa’ Studi Naturalistici Romagna” c.c. postale 11776473 - CP 143
48012 Bagnacavallo RA |