NOTIZIARIO 1 / 2010 (N. 42)

Periodico semestrale –  Febbraio 2010

Direttore responsabile Sandro Bassi

Sommario 

Assemblea ordinaria
Elezioni sociali per il triennio 2010-2013
Bilancio consuntivo 2009
Magnazza di primavera
Notizie dalla segreteria
Serate naturalistiche di via Cogollo
Ma la Romagna e' una regione ? (di Giorgio Pezzi)
A proposito di Quercus crenata  (di Giovanni Rivalta)
Importante ... il 5 per mille !
Quando i paleontologi studieranno ... l' "Immondiziocene"
   
(di Ettore Contarini)
Biblioromagna

 

Società per gli Studi Naturalistici della Romagna

ASSEMBLEA ORDINARIA DELLA SOCIETA’

L’Assemblea ordinaria annuale della Società, prevista dallo Statuto per il mese di aprile, si terrà in prima convocazione il giorno 15 aprile 2010 alle ore 8.00 ed in seconda convocazione

VENERDI 16 APRILE 2010 ALLE ORE 20.30

a Russi (RA) presso il Centro AQUAE MUNDI via Mozambico, 5

Il Centro Aquae Mundi, dove già si sono svolte le assemblee sociali degli ultimi anni, si trova sulla strada che da Russi porta a Ravenna, in posizione ben visibile dalla strada principale. Sul retro c’è un ampio parcheggio.

Chi non potesse intervenire, può rilasciare delega ad un altro Socio, utilizzando il modulo da ritagliare. Si rammenta che ogni Socio può presentare al massimo due deleghe (Art. 13)

Ordine del giorno dell’assemblea:

Relazione sulle attività del 2009

Presentazione e votazione bilancio 2009

Relazione sullo stato dei Soci

Convalida nuovi Soci

Elezioni del Consiglio Direttivo per il triennio 2010-13

Varie ed eventuali

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DELEGA

Io sottoscritto/a ………………………………………………………

Socio/a della Società per gli Studi Naturalistici della Romagna, delego

………………………………………………………………………

a rappresentarmi nell’Assemblea della Società dell’Aprile 2010 e lo/a autorizzo a compilare o consegnare la mia scheda elettorale.

Firmato …………………………………………………………….

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ELEZIONI SOCIALI

Nell’aprile 2010 scadono i mandati triennali e si devono rinnovare le cariche sociali. Le elezioni si terranno nel corso dell’Assemblea ordinaria. Per l’eventuale voto per corrispondenza, la scheda elettorale è disponibile nel presente Notiziario. Le schede spedite per posta non devono avere né firme né segni di riconoscimento.
La busta usata per la spedizione non deve contenere altri fogli oltre la scheda elettorale, deve avere sul verso la chiara indicazione del cognome, nome e indirizzo del mittente e la scritta ben leggibile "contiene scheda elettorale". L’indirizzo è: Società per gli Studi Naturalistici della Romagna C.P. 143 48012 Bagnacavallo RA.
Tutti i Soci in regola possono essere votati; tuttavia, per evitare un’eccessiva dispersione dei voti, sarà reso noto all’assemblea un elenco dei Soci disponibili a partecipare attivamente alla vita dell’associazione, ricoprendo cariche sociali; i Soci che accettano di comparire in questo elenco di candidati sono invitati a darne comunicazione scritta alla Segreteria, facendo pervenire il messaggio almeno tre giorni prima dell’assemblea.  Si può inviare una e-mail a info@ssnr.it
Per votare un candidato è necessario scriverne nome e cognome nelle righe apposite, facendo in modo che il nominativo sia uno per il presidente, non più di otto complessivamente per il Consiglio Direttivo, non più di due per i Revisori dei conti e non più di tre per i Probiviri.

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Ricordiamo a tutti di rinnovare la quota sociale 2010.
Fate anche un "esame di coscienza": 
VI SIETE RICORDATI DI VERSARE ANCHE IL 2009 ?
25 Euro per i soci ordinari, 15 Euro per i soci che abbiano meno di 30 anni


E’ possibile versare direttamente, in occasione degli incontri sociali, al Segretario (Semprini), al Tesoriere (Bendazzi) o ad alcuni
altri membri del Consiglio direttivo (Pederzani, Contarini); per chi preferisca il versamento alla Posta ricordiamo che il CC postale ha il N. 11776473 ed è intestato a "Società per gli Studi Naturalistici della Romagna".

LA NS. SOCIETA’ VIVE DELLE QUOTE SOCIALI !

 

tradizionale MAGNAZZA DI PRIMAVERA

pranzo sociale

DOMENICA 21 MARZO

alla TRATTORIA CA’ ROSSI di Savio (Ravenna)

via Argine Destro – 0544 927849

(vedi piantina nella pagina seguente)

Menù:

Affettato e crostini
Passatelli in brodo
Tris di minestre
Grigliata mista e coniglio
Pinzimonio, patate fritte,
melanzane e pomodori gratinati
Dolce
Acqua, vino, caffè, digestivo.

prezzo 25 Euro

Per chi lo gradisce, è prevista una breve escursione naturalistica guidata:

- ritrovo alle ore 10.15 al ristorante

- alle ore 10.30 partenza per la vicina Pinete di Cervia (da vedere: duna fossile, fioriture primaverili)

- ritorno alle 12.30 circa.

Per chi non fosse interessato alla gita, ritrovo alle ore 11.30 per le tradizionali chiacchiere naturalistiche.

Alle ore 12.30 tutti a tavola !

E’ necessario prenotare entro venerdì 19 marzo

Come prenotare:

e-mail info@ssnr.it o pedernando@libero.it

- telefonare a Semprini (0543 66038) o Pederzani (0544 212250) , Contarini (0545 61079), Bendazzi (0544 520366).

- scrivere alla Società : C.P. 143 - 48012 Bagnacavallo

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NOTIZIE dalla SEGRETERIA

§ Allegato a questo Notiziario troverete due supplementi:

il Quaderno Studi n. 29

e il "Dizionarietto dei termini di morfologia ed ecologia delle piante superiori"

Quest'ultimo è firmato da Ettore Contarini. Al generoso autore, in passato nostro presidente e tuttora consigliere della Società, il nostro grazie più vivo. La pubblicazione fa da degno seguito all'analogo Dizionarietto sugli Artropodi che i soci hanno ricevuto in omaggio l'anno passato. Siamo certi che anche questo incontrerà lo stesso favore, anzi probabilmente uno ancora maggiore visto che la botanica ha un più vasto numero di cultori fra gli amanti della Natura.

 § E' in distribuzione gratuita ai soci in regola con i pagamenti anche il volume:

"Atlante degli uccelli della Provincia di Forlì-Cesena. Le specie presenti in inverno"

E' il secondo dei regali che quest'anno la Società riesce a dare ai propri aderenti (non c'è dubbio: siamo bravi!) I soci che non l'avessero ancora ricevuto possono chiederlo ai prossimi incontri (proiezioni, conferenze, magnazza, assemblea, ecc.) Dopo le consegne "a mano" a quelli vicini il libretto verrà spedito per via postale ordinaria anche ai soci più "lontani". Vi domandiamo di pazientare un poco nell'interesse della Società che, in questo modo, economizza sensibilmente sulle spese.

§ Nei prossimi mesi terremo alcune interessanti proiezioni aperte al pubblico:

In concomitanza con la grande Mostra di pittura "Fiori", aperta fino a giugno ai Musei di San Domenico a Forlì, tre incontri che avranno per tema i fiori:

- il 17 marzo - I nostri fiori di campo, dal mare alla montagna - a cura di Fabio Semprini

- il 24 marzo - I fiori del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi- a cura di Nevio Agostini

- il 31 marzo - Le mode dei fiori nei secoli nella rappresentazione pittorica - a cura di Alberto Vittori.

Gli appuntamenti sono alle ore 20.45 presso il Centro di Educazione Ambientale di Forlì, in via F. Anderlini 59.

§ Altri appuntamenti presso lo stesso centro di Ed. Ambientale e con lo stesso orario, condotti da nostri soci:

- il 14 aprile - A caccia fotografica (e non solo) nella Chapada Diamantina (Bahia, Brasile) - a cura di Paolo Laghi

- il 21 aprile - La sfida degli uccelli ai rigori dell'inverno - a cura di Pier Paolo Ceccarelli, Stefano Gellini, Maurizio Casadei e Carlo Ciani

- il 28 aprile - Funghi primaverili. Dal bosco al piatto - a cura di Pier Luigi Stagioni

§ Sempre nel mese di aprile, presumibilmente i giovedì sera, si terrà un Corso botanica a Cesena, incentrato sul riconoscimento della flora spontanea. Al momento di andare in stampa non sono stati definiti calendario, sede e programma. Chi fosse interessato riceverà avviso tramite le tradizionali newsletter ai soci o sul nostro sito www.ssnr.it .

Serate Naturalistiche di Via Cogollo

§ Come è ormai consolidata tradizione proseguono anche questa primavera le serate in Via Cogollo di Bagnacavallo. Ecco i prossimi temi, inizio alle ore 21:

- 2 marzo - Gli insediamenti romani nel nostro territorio - a cura di Luciano Landi

- 6 aprile - E quindi uscimmo a riveder le stelle - a cura di Angelo Venturelli del Gruppo Astrofili di Monte Mauro - se le condizioni atmosferiche lo permetteranno, osservazione del cielo di aprile

- 3 maggio - Qualità degli alimenti - a cura di Giorgio Pezzi

- 8 giugno - Avifauna - a cura di Flavio Bianchedi, fotografo naturalista

Le serate saranno allietate da vino, ciambella, e/o mangiarini vari. I temi delle proiezioni potranno subire variazioni per causa di forza maggiore, senza preavviso.

Come raggiungere il posto

Dalla SS 16 (Reale): venendo da Ravenna, a Mezzano svoltare sul Lamone e proseguire oltre l’abitato di Villanova per circa 800 m, poi svoltare a ds. per via Cogollo, direzione Bagnacavallo. Siamo nella casa di fronte alla prima via a sn. (trav. Zorli) dopo circa 1,5 Km.

Dalla SS 253 (S.Vitale): percorrendola in direzione Ravenna Bagnacavallo, svoltare a ds. subito dopo il ponte sul Lamone in direzione Traversara, poi in direzione Villanova per circa 3 Km, quindi deviare a sn. in direzione Bagnacavallo. Siamo nella casa di fronte alla prima via a sn. (trav. Zorli) dopo circa 1,5 Km.

Da Faenza/Lugo/Bagnacavallo: girare a sn. al semaforo di Bagnacavallo posto sulla S.Vitale poi sempre dritto per imboccare via Cogollo, direzione Villanova. Siamo nella casa di fronte a trav. Zorli (3^ strada a ds.) dopo circa 4 Km da Bagnacavallo.

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Ma la Romagna è una regione?

di Giorgio Pezzi

 Mentre cercavo in Quaderni arretrati un articolo di riferimento per un mio scritto, mi sono imbattuto in una dissertazione dell’amico Roberto A. Pantaleoni (Quad. n° 5, Not. Nat. "Sui confini della Romagna") nel quale si metteva in discussione parte dei confini della Romagna, con l'auspicio di eventuali contributi successivi al riguardo.

Quasi negli stessi giorni, facendo zapping sono capitato su di una rete romagnola in cui alcuni accalorati ospiti si davano da fare per promuovere la creazione della regione "Romagna" indipendente: non era la prima volta che vedevo trasmissioni su questo tema e devo dire che le facce che incontravo erano sempre le stesse: due autorevoli ospiti - a uno competeva il titolo di "senatore"- e un moderatore in realtà molto "di parte". Non ho potuto non notare che l’età media degli stessi era assai elevata, forse troppo per pensare che che l’argomento in discussione avesse un qualche serio interesse per tutti i romagnoli, anche se vantavano raccolte di firme per lo scopo che perseguivano, in numero ben maggiore del minimo richiesto. Senza entrare nel merito dell’opportunità di una Romagna politica, tuttavia questi signori dicevano bene quando ritenevano che prima di tutto era necessario definirne i confini e proponevano proprio quella regione Romagna definita da Zangheri nel suoi scritti. Certo se si dovesse addivenire in futuro ad una siffatta Romagna, si dovrebbero chiarire i confini comune per comune, scorporare territori da altre regioni (Toscana, Marche) e prendere in considerazione eventuali variazioni di alvei fluviali nel frattempo intervenute. Ma se ho deciso di rispondere, nel mio piccolo e così tardivamente, all’amico Roberto per dirgli la mia, intendo farlo con la massima semplicità e lasciando ad altri ben più autorevoli pareri "tecnici". Sgombriamo il campo da concetti lisi e cioè che la Romagna inizi dove ti servono vino, giacché mi risulta che quel genio poetico di Guccini, vero emiliano, si portasse sul palco un bel fiasco di sangiovese come faceva quando, ancor giovane, suonava nelle osterie bolognesi, note per lo scorrere di ottimi rossi, lasciando il lambrusco ai modenesi. Al limite ciò potrebbe essere un punto a favore per l’allargamento ad ovest paventato da Pantaleoni. Mi pare quindi che accettati il mare Adriatico ad est e lo spartiacque appenninico a sud (confini poco opinabili), il contendere verta sui confini ovest e nord. Quando si tracciano simili confini geografici qualunque parametro si voglia considerare, il giudizio sarà sempre soggettivo ed opinabile. Mi sembra di ricordare che Zangheri ammettesse diversità geologiche di un qualche tipo al di là del Sillaro, ma potrei ricordare male e mi si scuserà se non mi sono ridocumentato a tal proposito; del resto altri parametri credo sarebbero almeno parimenti inadatti. E se si prendesse il corso del Reno per il confine ovest risulterebbero "romagnoli" anche i bolognesi ed anzi solo parte di essi. Nuovi "romagnoli" sarebbero gli abitanti di Budrio, Medicina, Minerbio, Molinella e fino a Pieve di Cento, ecc. Se si prendesse come confine nord il Reno, il Cavo Napoleonico, Po Grande, Po di Goro sino alla foce, come suggerisce sempre Pantaleoni, nuovi "romagnoli" sarebbero gli abitanti di Ferrara, Copparo, Portomaggiore, Comacchio, ecc. Ho usato il binomio "nuovi romagnoli" proprio perché non ritengo che una Romagna "etnica", limitando il concetto agli abitanti che sono accomunati dallo stesso dialetto solo con piccole varianti locali, sia un concetto del tutto normale (Pantaleoni stesso parla di "legittimità" della cosa): credo che definire l’Alto Adige come la regione degli "altoatesini", il Veneto la regione dei "veneti" e così via sia una cosa scontata, dal significato non "improprio". Certo nelle zone di confine possono nascere "dubbi", ma non si possono eliminare creando "regioni di transizione", altrimenti si finisce per considerare Romagna la sola casa natale del romagnolo di turno, come giungerebbe a dire il mio arcinoto compaesano Ivano Marescotti, parafrasando uno dei suoi arguti monologhi teatrali. Del resto, siamo sicuri che i "nuovi romagnoli" dei comuni sopracitati, vorrebbero essere "romagnoli" e non "emiliani" come sicuramente preferiscono definirsi e come i romagnoli li definiscono? Perché se si devono segnare confini bisogna farlo consultando tutti gli interessati alle modifiche territoriali, come dire che non possono essere solo gli "attuali romagnoli" a decidere se allargare ad ovest o a nord la Romagna, né solo gli emiliani, toscani o marchigiani interessati da tali allargamenti. Valutazioni di tipo botanico o zoologico paiono essere aleatori; parametri climatici in effetti sono più rispondenti: la Romagna è effettivamente più "calda" e meno "piovosa" dell’Emilia ed in parte, del Veneto meridionale, forse perché prossima al mare e lontana da rilievi che obbligano le perturbazioni provenienti da ovest a scaricarsi in gran parte prima di giungervi sopra: ma definire le regioni in base a tale parametro vorrebbe dire sconvolgere gran parte dei territori regionali soprattutto del nord. Quindi oltre al concetto dell’etnicità come definita poco sopra restano gli aspetti geomorfologici o e se vogliamo paesaggistici ed economico-vocazionali. Tali ultimi termini, posso spiegarli così: se si percorre l’argine del fiume Reno ad esempio da S.Alberto sino al Sillaro e si ascende poi tale fiume guardando per tutto il percorso ora a sinistra ora a destra, ci si accorge che i paesaggi della destra e sinistra orografica dei due corsi sono ben diversi: dal lato "emiliano", tipiche campagne in un contesto abitativo fatto di piccoli centri a economia dipendente da colture estensive cerealicolo-foraggere largamente predominanti, alternate a colture orticole e solo in parte frutticole, con ridotte attività industriali, in netto contrasto con la parte romagnola in cui predomina una diffusa dispersione della popolazione in molti centri abitati contigui, numerosi molto popolosi, immersi in una campagna a vocazione agricola intensiva, fatta di vigneti, frutteti, orticole e scarso seminativo, ove sono diffuse numerose aree industriali ed artigianali. Oltre a rendermi conto di ciò per alcuni anni durante voli aerei di diporto, ed in seguito in anni di spostamenti in regione per motivi di lavoro, posso avere conferma di ciò, in parte, guardando una semplice cartina stradale sufficientemente dettagliata. Non so se l’amico Pantaleoni concorda in tale realtà paesaggistica, largamente sovrapponibile a quella etnico-linguistica e se siano prevalenti rispetto ai più aleatori, a mio avviso, aspetti geomorfologici, entomobotanici o climatici da lui citati. Rimane un’ultima domanda da pormi: bastano questi parametri a definire la Romagna? Ovvero è giustificato definire una vera regione Romagna come vorrebbero i saggi ospiti televisivi ricordati? Loro direbbero (e l’hanno detto): "Quel trattino in Emilia-Romagna vorrà ben dire qualcosa!". Concordo, da buon romagnolo purosangue, anche se quel trattino non mi crea particolari patemi… purchè gli amici emiliani siano prodighi nell’offrirmi vino. Di quello buono. Quanto all’amico Roberto mi aspetto che mi indichi un buon posto dove trovare un sorso di Anghelu ruju che gli offrirò alla prossima visita in quel di Sassari, quale segno di gemellaggio emiliano-romagnolo.

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BILANCIO ANNO 2009

RENDICONTO FINANZARIO

E N T R A T E

Liquidità al 1/01/2009                            € 43.795,99
Entrate nell'anno:
quote sociali (contanti+c.c.p.+banca)          € 7.045,00
convenzioni Comune Bagnacavallo         € 14.854,00
donazioni privati                                      € 570,00
5 per mille 2007                                  € 1.218,24
contributi diversi Provincia Ravenna              € 3.721,19
contrib. Parco Casentinesi quad.spec. € 2.996,50
contrib. B.Pop.Em.Romagna - mostra € 1.000,00
vendita pubblicazioni                                   €    321,78
interessi depositi postali e bancari              € 497,82
altre attività                                              € 856,95
Totale entrate                                           € 33.081,48

TOTALE entrate e liquidità                     € 76.877,47

U S C I T E

assicuraz. obbligatoria R.C. infortuni                 € 547,00
stampa pubblicaz. sociali e quad. spec.    € 12.165,92
saldo rimborsi spese 08 ed anticipi 09    €  20.159,33
postali, cancelleria, fotocopie                             €   635,16
offerta pro terremotati Abruzzo                         € 100,00
commissioni bancarie e postali                         € 278,74
spese generali diverse                                  € 606,09
Totale uscite                                          € 34.492,24

Liquidità al 31/12/2009                            € 42.385,23

TOTALE uscite + liquidità finale             € 76.877,47

STATO PATRIMONIALE

beni patrimoniali (valutaz. provvisoria) € 8.666,00

liquidità € 42.385,23

crediti € 5.885,00

TOTALE attività € 56.936,23

Impegni spesa e debiti € 12.498,94

PATRIMONIO NETTO € 44.437,29

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Giovanni Rivalta

A proposito di Quercus crenata Lamarck, 1783

(= Quercus pseudosuber Santi; Quercus hispanica Lamarck)

Premessa

Una domenica pomeriggio di alcuni anni fa, nel chiudere il cancello di accesso al mio "nido d’aquila" in mezzo all’Appennino Tosco-Romagnolo, tra lo sfarfallio dei fiocchi di neve di una improvvisa e violenta burrasca invernale, con la coda dell’occhio scorsi, poco lontano, sulla mia destra, un albero con la chioma ancora coperta dal fogliame e che, appunto per tale ragione, contrastava in modo stridente con i rami spogli delle piante circostanti.

Come senz’altro è capitato più o meno a tutti gli appassionati della Natura, quel "contrasto innaturale" colpì la parte inconscia del mio cervello e richiamò di colpo la mia attenzione.

E’ ben vero che, tra tutte le essenze utilizzate una trentina di anni fa dal precedente proprietario per rimboschire quell’area che oggi è mia, predominano, e di gran lunga, piante a foglia persistente (pino nero, abete rosso, abete bianco e cedri); ma è altrettanto vero che quella pianta non aveva affatto l’aspetto di una conifera. Incuriosito mi avvicinai per osservarla meglio e, dalla inequivocabile forma delle foglie, intuii subito di trovarmi di fronte ad una quercia.

Automaticamente i miei pensieri passarono rapidamente in rassegna le mie modeste cognizioni di botanica in materia e, naturalmente, entrai subito in crisi: le sole querce a fogliame persistente erano, per quanto mi ricordavo allora, la sughera, il leccio e la quercia spinosa.

Esclusi subito la sughera (Quercus suber) per l’ovvia incompatibilità geografica ed ambientale (il mio "nido d’aquila" si trova a circa 530 metri di altezza, in una stretta vallata appenninica decisamente molto fredda).

Esclusi pure la quercia spinosa (Quercus coccifera) perché ricordavo limitata all’Italia meridionale (in realtà è però presente anche nelle isole ed in Liguria). Ed esclusi anche il leccio (Quercus ilex) perché, benché tale essenza sia sicuramente presente in zona (io stesso nel corso delle mie frequenti peregrinazioni ne ho incontrato alcuni esemplari, uno dei quali veramente imponente), sapevo bene che la specie ha foglie molto coriacee, di un bel verde cupo e dal margine spesso quasi intero. Il mio "soggetto" aveva invece foglie più tenere, di un bel verde pastello, con i margini notevolmente seghettati.

Raccolsi un rametto come documentazione e ritornai a casa. Qui consultai rapidamente i miei testi sacri (Pignatti, Fenaroli, Zangheri, Fiori e Phillips) per crearmi un mio primo personale convincimento. Poi, ben conscio dei miei notevoli limiti in materia, mi rivolsi al "padre spirituale" Ettore Contarini, al quale portai il rametto-campione. Contarini confermò però in pieno la mia ipotesi: si trattava proprio di Quercus crenata (la "sugherella"), il probabile ibrido naturale tra il cerro (Quercus cerris, comunissimo in zona) e la sughera (Quercus suber, viceversa del tutto estranea all’ambiente).

Osservazioni

L’esemplare in argomento è costituito da ben cinque polloni ricresciuti dalla ceppaia di un fusto preesistente evidentemente ceduato diversi anni fa: i cinque polloni sono infatti disposti a raggiera attorno ad un’area centrale più o meno circolare del diametro di circa 60 centimetri, oggi completamente libera per l’intuibile totale macerazione della ceppaia originaria.

Dei cinque polloni, quello più sviluppato ha oggi una circonferenza di 71 centimetri ad un metro e mezzo dal suolo. Il tronco presenta però una notevole "strozzatura" perché a cinquanta centimetri dal suolo la sua circonferenza è di ben 105 centimetri.

Gli altri quattro polloni sono invece molto più gracili, con una circonferenza, procedendo in senso orario, rispettivamente di 47, 27, 40 e 38 centimetri.

Quercus crenata oggi è un’essenza tutelata ma credo che tanti anni fa, nel corso di uno dei periodici tagli del bosco, le preoccupazioni dei boscaioli locali fossero orientate a ben altri interessi piuttosto che alla salvaguardia di una specie protetta (che allora protetta forse non lo era neppure).

Dalla "scoperta" sino a oggi ho tentato più volte di riprodurre la specie, con risultati alterni. Il primo anno, con la collaborazione di un amico, tentai l’innesto su Quercus pubescens, qui in pianura. Su tre "esperimenti" uno attecchì molto bene e, dopo circa dodici mesi, la parte innestata era già alta una trentina di centimetri ed era altresì molto vigorosa. Poiché la pianta cresceva però praticamente sul confine della mia proprietà, nel tardo autunno decisi di trasferirla in una posizione più consona al suo presumibile futuro sviluppo. Nonostante le migliori intenzioni e le cure più assidue, la pianta tuttavia non superò l’estate. Abortiti totalmente invece una decina di altri innesti fatti in montagna (alcuni su Q. pubescens e altri su Q. cerris).

L’anno successivo, nel corso di una delle frequenti ispezioni, sul pollone principale notai la presenza di una decina di ghiande. Le protessi dalla predazione di scoiattoli, ghiri, moscardini e ghiandaie con diversi manicotti di rete metallica fine e, in novembre, raccolsi le ghiande mature.

Poste su sabbia umida, nove di esse si svilupparono normalmente e, l’Estate successiva, le piantine erano già alte tra i venti e i trenta centimetri. Purtroppo solo un esemplare sopravvisse e oggi sta crescendo (un po’ stentatamente all’inizio, ma adesso con maggior vigore) lassù a Campigno.

Due anni fa ho ottenuto un "raccolto" più cospicuo: una trentina di ghiande, su più polloni, che si sono sviluppate quasi tutte ed oggi sto diffondendo le pianticelle tra alcuni amici e, soprattutto, a "casa loro", lassù a Campigno.

Nell’anno 2008, forse per le avverse condizioni climatiche, non ho ottenuto neppure una ghianda.

Lo scorso anno 2009 la fruttificazione è risultata migliore: ho protetto con i soliti manicotti di rete metallica almeno una quarantina di ghiande che ho raccolto verso la metà di novembre e che ho già messo in semenzaio.

Limitando naturalmente al "mio" esemplare le osservazioni che mi accingo a fare, credo di poter trarre le seguenti considerazioni, che segnalo agli eventuali interessati.

a) Fenotipicamente parlando, le piantine nate da seme sono esattamente uguali alla pianta madre. Se Quercus crenata è effettivamente un ibrido, sicuramente è un "ibrido stabile".

b) La fruttificazione della pianta, almeno nel mio esemplare e almeno sino ad oggi, è piuttosto contenuta. Non so se questo dipenda da una specifica difficoltà nella fecondazione dei fiori o, invece, proprio per una naturale scarsa fertilità della mia pianta e/o della specie in generale.

c) Viceversa i semi hanno sempre dimostrato un elevato grado di germinabilità, molto prossima al cento per cento (le poche ghiande abortite erano in realtà seriamente compromesse perché molto gracili o "bacate" già al momento del raccolto).

d) Contrariamente a quanto afferma il Phillips, le ghiande maturano in un solo anno, non in due (ma la sua affermazione è forse riferita ad esemplari di aree europee più nordiche).

e) Le foglie, pur essendo persistenti (in realtà "semi-persistenti", perché cadono tutte al momento dello sviluppo della nuova vegetazione nel mese di Maggio) sono decisamente molto meno coriacee di quelle del leccio.

Verso la fine dell’inverno, soprattutto in presenza di una stagione abbastanza fredda, il loro margine si colora di bruno.

f) Pur non essendo diffusa come altre querce (il Pignatti la definisce "rara"), la specie in Romagna è sicuramente ben presente: lo stesso Zangheri la cita nel suo "Repertorio". Per quanto a mia conoscenza (confidenza rilasciatami da un amico taglialegna, sicuramente buon conoscitore della flora arborea della zona) nell’Appennino Tosco-Romagnolo alcuni esemplari si trovano anche a Monte Romano, a Crespino sul Lamone e senz’altro anche altrove.

Voglio concludere questa mia comunicazione con un po’ di amarezza.

Ho subito scrupolosamente segnalato la presenza della "mia" quercia sia al Corpo Forestale dello Stato che, su segnalazione di questo e per l’attuale delega della competenza burocratica in materia, anche alla Comunità Montana.

Naturalmente, benché siano già trascorsi diversi anni, nessuno si è fatto vivo.

Bibliografia:

Fenaroli L - Gambi G.: Alberi, pag. 353.

Fiori A.: Nuova flora analitica d’Italia, vol. I, pag. 366.

Phillips R.: Riconoscere gli alberi, pag. 183.

Pignatti S.: Flora d’Italia, vol. I, pag. 116.

Zangheri P.: Flora Italica, vol. I, pag. 82; Repertorio della flora e fauna della Romagna, vol. I, pag. 214.

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IMPORTANTE ...

... anche nel 2010 !

Nella denuncia dei redditi (modello 730, Unico, ecc.) c’è la possibilità, da parte dei contribuenti, di devolvere il 5 per mille dell’IRPEF alle associazioni non lucrative di utilità sociale e di ricerca indicando il codice fiscale dell’ente prescelto. Anche la nostra Società (che non ha fine di lucro e fa ricerca scientifica) è inscritta nella apposita lista degli aventi diritto. Ricordiamo che la cosa è a costo zero per il contribuente.

Già gli anni scorsi un discreto numero di soci e simpatizzanti ci hanno voluto ricordare nella loro denuncia dei redditi. La cosa ci fa piacere non solo per l'apporto economico, ma perché vi leggiamo l'apprezzamento per le nostre attività. Un grazie anticipato a chi vorrà darci il medesimo conforto morale e finanziario anche quest'anno.

 

Il nostro codice fiscale è: 90007670400

Qui sotto, il fac-simile del riquadro che figura nel modello 730.

 

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QUANDO I PALEONTOLOGI STUDIERANNO I SEDIMENTI FOSSILI DELL’IMMONDIZIOCENE

(Fantascienza ... ma non del tutto !)

di Ettore Contarini

Un giorno futuro, lontano ma fors’anche abbastanza prossimo, allorché l’uomo sarà scompigliatamente uscito di scena su questo pianeta e l’evoluzione di ciò che di biologico sarà sopravvissuto alla sua sistematica furia distruttiva avrà ricreato un nuovo equilibrio sulla Terra, forse qualcuno, un alieno venuto da chissà dove o un nuovo essere razionale indigeno che si sarà intanto sviluppato su questo stesso mondo (vedi, a proposito, il significativo film "Il pianeta delle scimmie"), potrebbe decidere di mettersi a studiare la struttura sedimentaria di varie aree geografiche alla ricerca dei grandi "perché" della vita passata. D’altronde, questo lavoro di indagine a ritroso lo stiamo facendo anche noi adesso, cercando le tracce fossili che ci raccontano come doveva essere il paleoambiente di un luogo attuale uno, dieci, cinquanta milioni di anni fa, attraverso l’analisi dei materiali contenuti negli strati di sedimento che, dal recente Pleistocene, si perdono nel cuore delle montagne con addosso tanti di quei milioni di anni che ti gira la testa solo a pensarci!

Un aspetto assolutamente nuovo, però, troveranno questi ipotetici posteri paleontologi rispetto a noi oggi, chiunque essi siano: un nuovo, enorme, compatto, inaspettato, strato sedimentario, geologicamente abbastanza recente, che di seguito cronologico al Miocene, al Pliocene, al Pleistocene, caratterizzerà diffusamente il tardo periodo olocenico, ossia quello che segue la glaciazione würmiana e che corrisponde poi all’età nostra attuale. Sarebbe piacevole e gratificante denominare questo peculiare deposito sedimentario Antropocene un nome che darebbe lustro a noi uomini che tale periodo l’abbiamo vissuto. Ma gli aspetti paleontologici messi in luce dalle future scoperte forse non porteranno a una visione così benevola a favore dell’attuale Homo sapiens… Le caratteristiche di tale deposito fossilifero si possono già ben immaginare. Macchè scheletri di antichi animali, macchè conchiglie, macchè piante trasformate in arabeschi di pietra: soltanto un enorme, spaventoso, disastroso, orripilante, criminale, ributtante strato sedimentario composto da materiali di discarica! Sì, formato da immondizia, porcheria, scarti di ogni sorta, monnezza, rusco, caccarera. Chiaro?

Un’enorme discarica orbis-terraquae che fascierà Madre Terra appena sotto i sedimenti più recenti. Verosimilmente, lo chiameranno Immondiziocene, per seguire la terminologia tradizionale acquisita da studi sulla cultura dell’Homo sapiens, neologismo dovuto ai fossili-guida che caratterizzano il deposito in questione.

Si immagina che saranno sorprese paleontologiche-archeologiche continue, per questi ricercatori del futuro, poiché si prevede che si tratterà di uno strato sedimentario disastrosamente atipico, composto dai residui di materiali variatissimi che vanno dai recipienti di plastica ai contenitori di vetro, dai bidoni di vernice alle canne da fucile, dalle ruote di bicicletta ai tubi da stufa, dalle bambole di celluloide alle bombole di liquigas, dalle tomaie delle scarpe alle racchette da tennis, dalle corde di naylon alle condotte industriali in resina, dalle siringhe mediche alle carrozzerie delle automobili, dai blocchi di silicone ai laterizi di cento tipi, dalle gomme da cancelleria ai pneumatici degli autocarri, dai computer (a milioni!) ai pezzi di autoblindo…E qua e là, insieme alle carcasse di molti animali coinvolti dall’uomo nella comune ecatombe, scheletri umani mummificati, anneriti dagli incendi dell’autodistruzione ambientale "per dispetto sociale", forati da colpi di schioppo o con manici di coltello che ancora spuntano tra le costole, o più spesso tra le vertebre della schiena per via dell’orientamento prevalente degli assalti.

Chissà, forse questi studiosi futuri conserveranno, a volte anche soltanto per curiosità, qualche campione di questi strani materiali rinvenuti nell’Immondiziocene. O, forse, una rappresentanza ben scelta di questa accozzaglia di cose dal valore disciolto nel tempo verrà pure ripulita e ordinata in qualche magazzino per poi esporla in eventuali strutture museali, non si sa se sul nostro pianeta oppure in altro mondi. E ogni oggetto messo in mostra s’immagina che sarà accompagnato da un cartellino sotto con la didascalia che evidenzia il suo presumibile uso. Ma i punti interrogativi, a questo proposito, saranno tanti. E tanti i cartelli in bianco, come ad esempio sotto un cavatappi in bella mostra, sotto uno stemma nobiliare di sasso con 7 palle, sotto un altro misterioso oggetto con le lancette e la scritta "sveglia della nonna". Chissà a cosa servivano tutte queste strane cose, si chiederanno in quel giorno lontanissimo da noi, e chissà perché se ne costruivano così tante. Non bastavano quelle necessarie? Misteri irrisolti, saranno, misteri senza risposta.

Eppoi scava e ancora scava, in ogni luogo, e sempre si vedranno affiorare rottami e macerie. In certi posti, poi, domineranno enormi depositi di computer obsoleti accanto ad altrettanto grandi ammassi di elettrodomestici, specialmente apparecchi T.V., frigoriferi e lavatrici. Eventuali studi tecnici approfonditi sul materiale metteranno senz’altro in evidenza un fatto curioso; cioè che gli elettrodomestici degli strati più profondi, quindi più antichi, mostreranno gli evidenti segni di aver subito l’usura del lavoro dopo molti anni di attività. Mentre nei modelli più recenti appare chiara una durata nel tempo sempre più corta. Altro mistero. Ma che strano, si chiederanno, era forse una civiltà che tecnicamente si evolveva a rovescio? Ossia, più la tecnologia migliorava e più il prodotto era scadente? Sembrerà proprio così. Si penserà certamente che quegli arcaici abitanti del pianeta Terra dovevano essere un po’ grulli, come dicono i toscani. Ma non è finita qui. Da ulteriori studi, che a quel punto verranno senz’altro eseguiti per ricostruire il modus vivendi di queste antiche popolazioni, uscirà un altro quadro del deposito fossile in questione, impressionante sotto gli aspetti demografico-quantitativi: stimando la paleo-popolazione di certe aree geografiche apparirà tragicamente che ogni individuo del tardo periodo immondiziocenico, stimato col metodo del carbonio-14, intorno all’anno 2070 d.C., produceva durante la sua vita media valutata in 70 anni 4500 quintali circa di sola immondizia non biodegradabile, più 42 computer a testa, 47 televisioni, 22 lavatrici, 31 automobili, 18 frigoriferi. Se ne trarrà quindi, per conseguenza, l’opinione scientifico-ambientale che questi antichi abitatori del pianeta, facendo un po’ di conti sul grande numero di miliardi di individui che si presume che fossero nel periodo sopra riportato, morirono sepolti e affogati dalle loro stesse inquinanti immondizie, prodotte follemente a un ritmo sempre più crescente, fino al collasso… (vedi figura allegata).

No, non faremo una bella figura presso questi posteri che studieranno i resti della nostra attuale civiltà. Ma che importa: tanto l’Homo sapiens del periodo immondiziocenico non ci sarà più da un pezzo!

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BIBLIOROMAGNA

[ (*) nostro socio]

(Vengono omessi i lavori pubblicati sui nostri Quaderni di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna)

GEOLOGIA

C. Guerra - Formazioni geologiche della Repubblica di San Marino - in AA.VV , 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 233-243

BOTANICA

Fabio Taffetani, Silvia Zitti, Dino Scaravelli, 2005 - Flora e vegetazione della Riserva Naturale Orientata di Onferno. - Memorie della Riserva Naturale Orientata di Onferno n.8 : pp. 160

MICOLOGIA

Fabio Padovan, Davide Ubaldi* , 2009 - Atlante illustrato dei funghi del Parco. 845 specie di funghi nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. - Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi : pp. 224

Fabio Padovan, 2006 - Atlante dei macromiceti della Regione Emilia-Romagna - R.E.R. Assessorato Ambiente e Sviluppo Sostenibile: pp. 388

ZOOLOGIA

Pier Paolo Ceccarelli*, Guido Tellini Florenzano, Stefano Gellini, Nevio Agostini*, 2009 - I rapaci diurni nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi - Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna: pp. 48

Massimiliano Costa*, Pier Paolo Ceccarelli*, Stefano Gellini, Lino Casini, Stefano Volponi, 2009 - Atlante degli uccelli nidificanti nel Parco del Delta del Po. Emilia Romagna (2004-2006) - Regione Emilia-Romagna, Parco Delta del Po: pp. 400

D. Scaravelli - Prime indagini sui mammiferi della Repubblica di San Marino - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 3-16

D. Lanci, C.N.S., Servizio Vigilanza Ecologica (U.G.R.A.A.) - 1° censimento di capriolo (Capreolus capreolus) nella Repubblica di San Marino, aprile 2005. Metodi e risultati - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 265-293

D. Lanci, C.N.S., Servizio Vigilanza Ecologica (U.G.R.A.A.) - Relazione integrativa al 1° censimento di capriolo (Capreolus capreolus) nella Repubblica di San Marino, 15-16 settembre 2005. Metodi e risultati - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 295-311

D. Lanci, C.N.S., Servizio Vigilanza Ecologica (U.G.R.A.A.) - 2° censimento di capriolo (Capreolus capreolus) nella Repubblica di San Marino, marzo 2006. Metodi e risultati - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 559-578

D. Lanci, C.N.S., Servizio Vigilanza Ecologica (U.G.R.A.A.) - 3° censimento di capriolo (Capreolus capreolus) nella Repubblica di San Marino, marzo 2007. Metodi e risultati - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 579-594

F. Savelli, M. Bonacoscia - Status e biologia della volpe rossa (Vulpes vulpes) nel territorio sanmarinese, marzo 2002 - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 505-514

D. Lanci, C.N.S., Servizio Vigilanza Ecologica (U.G.R.A.A.) - Censimento di volpe (Vulpes vulpes) nella Repubblica di San Marino, giugno-luglio 2005. Metodi e risultati - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 313-337

D. Lanci, C.N.S., Servizio Vigilanza Ecologica (U.G.R.A.A.) - Censimento di volpe (Vulpes vulpes) nella Repubblica di San Marino, maggio-agosto 2006. Metodi e risultati - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 515-536

D. Lanci, C.N.S., Servizio Vigilanza Ecologica (U.G.R.A.A.) - Censimento di volpe (Vulpes vulpes) nella Repubblica di San Marino, maggio-agosto 2007. Metodi e risultati - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 537-558

S. Casali, G. Busignani, A. Suzzi Valli - I pipistrelli nostri amici misteriosi - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 115-141

D. Scaravelli - Chirotteri della Repubblica di San Marino, rapporto 2005 - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 143- 162

D. Scaravelli - Chirotteri della Repubblica di San Marino, rapporto 2007 - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 163- 168

A. Suzzi Valli - Avifauna della Repubblica di San Marino. Checklist delle specie aggiornata al 31dicembre 2007 - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 489-501

D. Lanci, S. Casali - Prima indagine conoscitiva sui siti di nidificazione di gazza (Pica pica) e cornacchia grigia (Corvus corone cornix) nel territorio della Repubblica di San Marino, febbraio- giugno 2007 - in AA.VV , 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 617-650

S. Casali, A. Suzzi Valli - Distribuzione e densità dei rapaci diurni e notturni nidificanti nell'area naturalistica tutelata del Monte Titano - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 455-462

G. Tedaldi - Indagine sull'erpetofauna (anfibi e rettili) della Repubblica di San Marino, 2001-2002 - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 61-75

G. Busignani, S. Casali, A. Suzzi Valli, G. Tedaldi - Biologia, ecologia e conservazone degli anfibi e dei rettili nella Repubblica di San Marino - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 77-102

S. Casali, A Suzzi Valli, G. Bisignani, G. Tedaldi - I "costumi arboricoli" di Speleomantes italicus (Dunn, 1923) nella Repubblica di San Marino - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 103-114

A. De Paoli * - Status e distribuzione dei popolamenti ittici del torrente San Marino - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 169-210

A. De Paoli *, S. Casali, A. Suzzi Valli, L. Rossi, G. Brocchi, G. Busignani - Analisi della comunità ittica del tratto collinare del torrente Marano - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 211-231

C. Flamigni * , L. Rezbanyai, E. Schäffer - Dati per la fauna delle farfalle notturne della Repubblica di San Marino (Lepidoptera: "Macroheterocera") (2nde notti europee delle farfalle notturne 2005) - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 339-361

S.Casali, A. Suzzi Valli, G. Bisignani, A. Cecchetti - Prime indagini sulla comunità dei macroinvertebrati del torrente San Marino e utilizzo degli indicatori biologici nel controllo della qualità degli ambienti di acqua dolce correnti - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 17-40

G. Busignani - I.B.E. dei principali corsi d'acqua della Repubblica di San Marino - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 41-59

A. De Paoli *, G. Busignani, M. Cesaretti - Status e distribuzione del granchio di fiume all'interno del bacino idrografico del torrente San Marino, maggio-settembre 2007 -in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 463-482

AMBIENTE

A. Suzzi Valli, S. Casali - Ambienti naturali della Repubblica di San Marino - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 245-263

AA.VV., 2009 - Foce Bevano: l'area naturale protetta e l'intervento di salvaguardia - R.E.R. Assessorato alla sicurezza territoriale. Difesa del suolo. Protezione civile: pp. 56

METEREOLOGIA

D. Santi - Meteorologia: metodi per il rilevamento, la registrazione, l'elaborazione e la rappresentazione dei dati atmosferici 1997-2007 - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 397-419

A. Suzzi Valli - Parametri climatici e aspetti floristici e vegetazionali della Repubblica di San Marino - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 421-443

C. Guerra - Cambiamenti climatici: la situazione nella Repubblica di San Marino - in AA.VV, 2008 - Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino. Vol.1 (1997-2007). Centro Naturalistico Sanmarinese. R.S.M. : 445-454

VARIE

AA.VV. , 2010 - Una vita dalla parte della natura. Studi in ricordo di Luciano Bentini - Cartabianca, Faenza : pp. 144