Sommario
in neretto gli appuntamenti
da non perdere !!
Vita Sociale
Saluto del nuovo
presidente |
Pag. 3 |
Estratto del verbale
dell’Assemblea ordinaria |
Pag. 4 |
Relazione
del Presidente uscente |
Pag. 6 |
Estratto
Consiglio direttivo del 27 aprile 2010 |
Pag. 8 |
Rinnovo
della Quota sociale |
Pag. 9 |
In
memoriam prof. sandro ruffo |
Pag. 10 |
In
memoriam Carlo Meloni (1950-2009) |
Pag. 11 |
In
memoriam federico tagliaferri |
Pag. 12 |
Serate autunnali a
Villa Orestina |
Pag. 13 |
Le serate
naturalistiche di via Cogollo |
Pag. 14 |
Magnazza d’autunno |
Pag. 15 |
Eventi
Gente
in vena |
Pag. 16 |
2010:
Anno internazionale della biodiversità |
Pag. 16 |
Notizie
Nascita di un
parco geologico |
Pag. 19 |
Divagazioni
Chiavi
per le razze di “Entomologus
systematicus Stritt, 1952 (Primates Hominidae) |
Pag. 21 |
Richieste
Una
curiosità: Solanum lycopersicum
(letteralmente = pesca dei lupi; volgarmente = pomodoro!) |
Pag. 24 |
Aiutetemi! |
Pag. 27 |
Pubblicazioni
Recensioni |
Pag. 27 |
Biblioromagna |
Pag. 28 |
Saluto del nuovo
presidente
Cari amici,
sono convinto che le conoscenze che riguardano il mondo
naturale siano basilari per la nostra vita e, al giorno d'oggi, ancor più
necessarie se vogliamo tentare di conservare ancora un po' l'integrità e l'equilibrio del nostro
pianeta. Le azioni di salvaguardia
infatti chiedono la competenza di quello che si vuole proteggere se si vuole
che siano efficaci. In più è necessario un ampio sostegno, e questo è
ottenibile solo se si allarga la base delle persone consapevoli che i beni
naturali da proteggere sono di gran lunga più importanti di molti dei nostri
interessi quotidiani. Forse molti di voi ricordano il vecchio proverbio
"Conoscere vuol dire amare".
E' vero che la Società per gli Studi Naturalistici della
Romagna non è propriamente una organizzazione di tipo protezionistico, ma da
più di vent'anni opera per diffondere le conoscenze che sono il presupposto
indispensabile per ogni azione di salvaguardia.
Gran parte dei nostri soci
contribuiscono in maniera molto concreta alla esplorazione del patrimonio
naturalistico, romagnolo e non, ed a loro va il più sentito grazie, ma è poi la
nostra Società che permette che le loro scoperte vengano messe a disposizione
di tutti. Ecco in sintesi la ragione per cui sono felice di essere il nuovo
presidente dell'Associazione.
Nell'assumere l'incarico per prima cosa sento la necessità
di fare un breve bilancio della nostra attività. In questi ultimi anni la
Società è molto cresciuta e abbiamo raggiunto un posto di un certo rilievo nel
panorama naturalistico nazionale. Tutto questo è attribuibile soprattutto alla
pubblicazione dei nostri Quaderni Studi, di cui il presidente uscente è stato
al tempo stesso l'animatore e l'attento censore. Di questo dobbiamo essergli
grati, e ancor più grati per la sua disponibilità a continuare il gravoso
compito.
Un’altra pietra angolare
della nostra costruzione è indubbiamente costituita dalla biblioteca
naturalistica. In questi anni è progressivamente cresciuta, arrivando a più di
duemila fra libri e riviste, alcune specialistiche e di difficile reperimento.
Un patrimonio prezioso.
Aprendo il nostro Statuto leggiamo che uno dei nostri scopi
principali è quello di "... promuovere la diffusione della cultura
naturalistica in Romagna ...". Anche su questo fronte è stato fatto molto:
dalla creazione del piccolo museo naturalistico di Bagnacavallo, che forse è
stato proprio il fulcro aggregante del sodalizio, al gran numero di interventi
a favore delle scuole e degli adulti che hanno visitato il Podere
"Pantaleone" in questi anni.
Penso comunque che questo
debba essere ancora il nostro obiettivo di crescita, allargando ad un pubblico
più vasto la divulgazione. Non una
divulgazione troppo elementare, cosa di cui si occupano già diverse agenzie
informative ed educative, ma ad un livello un po' più approfondito, come forse
ci è più congeniale. La speranza è che
questo ci possa dare una visibilità più ampia e possa anche attrarre nuovi
proseliti dello studio delle scienze naturali, quelli condotti sul campo ...
come è nostra abitudine.
Non vorrei allargarmi troppo
su progetti per l'avvenire, già mi spaventa, e non poco, il compito di condurre
la nostra Società.
Chiudo quindi con un semplice
saluto, augurandovi ... ed augurandomi ... "buon lavoro".
Fabio Semprini
***
- venerdì 16 aprile 2010 -
Giovedì 15 aprile 2010, alle
ore 8.00, si è tenuta in prima convocazione l’Assemblea ordinaria della Società
per gli Studi Naturalistici della Romagna presso il Centro “Aquae Mundi” sito a Russi, in via Mozambico n.5. Non essendo stato raggiunto il numero legale
dei partecipanti, l’Assemblea è stata aggiornata a oggi, venerdì 16 aprile 2010, alle ore 20.30, nella stessa sede.
Ordine
del giorno:
1) Relazione sulle attività del 2009.
2) Presentazione e votazione del bilancio 2009.
3) Relazione sullo stato dei soci.
4) Convalida nuovi soci.
5) Elezione del Presidente, Consiglio Direttivo,
Revisori dei Conti e Collegio dei probiviri per il triennio 2010-2013
6)
Varie ed eventuali.
La
sede di Via Mozambico n.5 risulta inagibile, per cui viene atteso l'arrivo dei
soci e poi tutti si trasferiscono nella sala riunioni dell' "Oasi Aquae
Mundi" poco distante, gentilmente concessaci dal Dott. Raffaele Gattelli.
Viene anche organizzato un servizio per gli eventuali ritardatari.
La
riunione ha inizio alle ore 21.30
Sono
presenti 37 soci, 27 di persona e 10 tramite delega.
1)
Il presidente Fernando Pederzani apre i lavori dell'Assemblea con una
relazione sulle attività della Società nel 2009 leggendo la relazione che viene
allegata al presente verbale. (Vedi testo sottostante al seguente verbale)
2)
Il Revisore dei conti Giovanni Rivalta illustra il bilancio societario
del 2009, che viene distribuito in forma sintetica a tutti i presenti. Vengono
messe a disposizione di chi volesse consultarlo anche diverse copie del
bilancio ufficiale nella sua redazione completa e definitiva.
Copia del Bilancio Consuntivo del
2009 viene allegata, sia in forma sintetica che completa, al presente verbale.
Il Revisore illustra anche
brevemente il bilancio di previsione 2010, precisando che la sensibile
variazione delle entrate previste rispetto a quelle dello scorso anno e il
fatto che da lì a poco verrà rinnovato il Consiglio Direttivo ne fanno uno
strumento più indicativo che effettivamente previsionale.
Successivamente il bilancio
consuntivo 2009 viene messo ai voti e approvato all'unanimità.
3)
Il Segretario Fabio Semprini relaziona molto brevemente sullo stato dei
soci, precisando che da diversi anni il numero degli associati si mantiene
stabile su circa 300-310 con dimissioni e nuove adesioni di circa 15-20 unità
ogni anno.
4)
Il Segretario dà lettura dei nomi delle persone che hanno presentato
domanda di iscrizione alla Società, per la formale approvazione da parte
dell’Assemblea:
………….
5) Viene nominata la Commissione
elettorale nelle persone dei soci Paolo Neri e Leonardo Senni e si procede alle
votazioni, dopo di che la commissione procede allo scrutinio in una stanza
separata.
Al termine vengono proclamati i
risultati (la relativa documentazione rimane in archivio a cura del Segretario
uscente). I votanti, comprese le schede pervenute per posta, sono stati 39.
Per la carica di Presidente
hanno ottenuto voti:
Semprini
Fabio 29
………….
Per la carica di Consigliere
hanno ottenuto voti:
Contarini
Ettore 33
Stagioni
Pierluigi 33
Tabanelli
Cesare 27
Pederzani
Fernando 25
Agostini
Nevio 23
Neri Paolo 23
Fabbri
Roberto 22
Rivalta
Alberto 21
Bendazzi
Ilvio 19
Bisulli
Eddi 10
………….
Per la carica di Revisore dei
Conti hanno ottenuto voti:
Garagnani
Paolo 27
Rivalta
Giovanni 23
………….
Per il Collegio dei Probiviri hanno
ottenuto voti:
Senni
Leonardo 25
Sama
Gianfranco 17
Costa
Massimiliano 15
………….
Relazione sulle attività anno
2009
a cura del Presidente uscente Fernando
Pederzani.
Russi, 16 aprile 2010
Cari
Soci,
Il
Consiglio Direttivo della Società e il dr. Raffaele Gattelli, dell'Associazione
Aquae Mundi che ci ospita, Vi danno il benvenuto all'assemblea ordinaria annuale
2010 della Società, qui riunita in seconda convocazione.
Negli
ultimi sei anni l'assemblea si è riunita nell'aula magna dell'acquario
"Aquae Mundi" che dal novembre 2009 ha cessato l'attività; ora ci
troviamo nella sala riunioni dell' "Oasi Aquae Mundi" in fase di
allestimento.
Come
sapete questa sera si terranno le elezioni per il rinnovo triennale degli
Organi sociali; nella pausa tecnica in cui gli scrutatori faranno il loro
lavoro, in attesa di conoscere l'esito delle votazioni, pregheremo il dr.
Gattelli di illustrarci brevemente le ragioni che hanno determinato la chiusura
dell'acquario aperto al pubblico, ed il convergere delle attività su questa
oasi di recente costituzione, che non sarà aperta al pubblico ma sarà aperta
agli studiosi e, a determinate condizioni, alle scuole. La convenzione decennale che ci legava alla
Hyla S.r.l., società proprietaria dell'acquario, è stata volturata
all'associazione di volontariato Aquae Mundi che si occupa di questa Oasi, con
cui la ns. Società porterà avanti identici rapporti di collaborazione. Il dr.
Gattelli ci illustrerà anche alcuni possibili temi di collaborazione. Detto ciò
mi porto al punto 1) dell'ordine del giorno.
Relazione sulle attività del 2009.
Non
mi dilungherò nell'esposizione dettagliata delle attività, che trovate nel ns.
sito alla voce "Novità" o direttamente su www.ssnr.it/attività2009.htm Ricapitolando: Ci sono state come negli anni precedenti
alcune attività di routine ed altre straordinarie. Le attività di routine
comprendono le pubblicazioni, che nel 2009 sono state due Notiziari, due
"Quaderni di studi e notizie" per complessive 435 pp, un fascicolo
speciale di 240 per il Parco Naz. Foreste Casentinesi per il 50.mo anniversario
della RNI di Sassofratino, con ristampe di lavori apparsi nei
"Quaderni" e perciò non distribuito ai Soci, e il "Dizionarietto
dei termini tecnici e di ecologia degli Artropodi"
Altra
attività di routine, coordinata ormai da anni da Ilvio Bendazzi, sono le serate
dei primi martedì del mese nella casa di Via Cogollo. Esse hanno un successo
crescente di presenze e la sala è sempre gremita.
Come
avviene dalla fine degli anni '90 si sono portate avanti le attività in
convenzione col Comune di Bagnacavallo: gestione e manutenzione del Museo
naturalistico delle "Cappuccine" e del Podere Pantaleone, con
relative attività didattiche. Queste attività sono state coordinate da Roberto
Fabbri con la collaborazione di Luciano Landi, Danio Miserocchi, Alberto
Rivalta, ed altri Soci. Altra
convenzione col Comune di Bagnacavallo è stata quella della gestione del
"Giardino dei Semplici" curata da Alessandro Baldini e Gianni Argelli.
Le
attività straordinarie si sono concentrate soprattutto nell'area di Forlì e
Cesena; tra queste ricordo la collaborazione alla mostra sulle ricerche
italiane ai Poli, varie conferenze, corsi ed escursioni didattiche, ecc.dovute
a numerosi Soci forlivesi, tra cui soprattutto Fabio Semprini, Pierluigi
Stagioni, Paolo Neri e gli amici della Pro-Museo di Forlì.
Da
ricordare ancora la collaborazione col Centro Culturale "Guaducci" di
Brisighella per la mostra "Alberi, le braccia della Terra" con
pubblicazione del catalogo e testo su "Alberi e boschi" ed
"Insetti forestali" a cura di Sandro Bassi ed Ettore Contarini. Da
ricordare infine due importanti contributi espositivi: al Parco Naz. Foreste
Casentinesi la mostra "Insetti sarete voi" a Campigna a cura di
Gianfranco Sama, Gianluca Magnani ed Enrico Zappi" e l'allestimento della
sala espositiva Artropodi del Museo forestale di Badia Prataglia a cura di
Giorgio Pezzi ed Ettore Contarini. In occasione dell'inaugurazione della mostra
"Insetti sarete voi" il 4 luglio 2009 è stata scoperta una targa che
dedica al compianto amico Guido Campadelli il piccolo Museo forestale di
Campigna, in buona parte dovuto al lavoro e all'inventiva del Socio Luciano
Landi.
Ho
riassunto solo le attività principali e mi scuso con i molti altri Soci che
hanno collaborato alle iniziative e che qui non ho citato. A tutti indirizzo il
nostro più vivo ringraziamento.
La
situazione economica della Società che il Direttivo uscente lascia in eredità
ai subentranti, è buona, come avete potuto vedere dal rendiconto finanziario
presentato alla pag. 12 del Notiziario 1/2010. Ora lascerò la parola al
Revisore dei conti Giovanni Rivalta che presenterà il bilancio 2009 con i
commenti e le raccomandazioni dei Revisori dei conti. Come sapete, il bilancio
è un elaborato specialistico che tiene conto di vari elementi non considerati
nei flussi di cassa del rendiconto finanziario. Ringraziamo Giovanni Rivalta
perchè, come gli anni scorsi, si è assunto l'onere, che come Revisore dei conti
non gli competerebbe, di rielaborare le informazioni sui flussi di cassa
fornite dal Tesoriere Ilvio Bendazzi in modo da presentarle nella forma di un
vero bilancio aziendale.
Al
termine dell'intervento di Giovanni Rivalta si passerà alla discussione e
votazione sul bilancio.
In
appendice al bilancio 2009 saranno fornite indicazioni sulle previsioni 2010
formulate dal Tesoriere di concerto col Consiglio Direttivo: Queste previsioni
saranno adottate o modificate dal nuovo Direttivo della Società che andremo ad
eleggere questa sera. Le previsioni vengono presentate soprattutto con lo scopo
di recepire eventuali suggerimenti dell'Assemblea.
Dopo
il bilancio sarà illustrata la situazione dei Soci e chiesta la convalida dei
nuovi Soci, a cura del Segretario uscente Fabio Semprini.
Nel
frattempo sarà costituito l' "ufficio elettorale" con tre scrutatori,
come da Art. 23 dello Statuto. Seguiranno le votazioni e durante lo scrutinio
delle schede, l'intervento del dr. Gattelli, se vorrà raccontarci qualcosa
sull'Oasi Aquae Mundi. Seguirà la proclamazione dei risultati delle votazioni.
Infine ci sarà il consueto spazio per le "varie ed eventuali" con
libera discussione fra i Soci.
A questo punto aggiungo alcune considerazioni
personali. Dopo quattro mandati, cioè 12 anni che ho dedicato, spesso a tempo
pieno, alla Società, ho ritenuto di non poter più essere disponibile per un
quinto mandato. A differenza del 2007, in cui si andò alle votazioni senza
alcun candidato Presidente, questa volta il Consiglio Direttivo è riuscito ad
indicare il nome di almeno un candidato. Vi prego di credere che si tratta di
un compito molto gravoso, perciò sarà importante che tutti i membri del nuovo
Consiglio Direttivo diano la massima collaborazione.
Uno
degli obiettivi che il Direttivo uscente si era prefissato nel corso del 2009
per arrivare ad un cambio di gestione non troppo traumatico, è stato quello di
modificare o adattare certe attività sociali per rendere la situazione meglio
gestibile e più serena. A tal fine, una decisione molto importante e sofferta è
stata quella di non rinnovare le convenzioni col Comune di Bagnacavallo, che
nel 2009 sono state spesso materia di discussioni, se non di veri e propri
attriti, nocivi al buon funzionamento degli Organi societari. A fronte della
riacquistata serenità nel Direttivo, si profila il mancato introito di somme
importanti che, nel 2009, al netto delle spese, hanno lasciato nelle casse
della Società fra i 3000 e i 4000 Euro. Il nuovo Direttivo dovrà trovare
risorse alternative o ridurre le spese per le pubblicazioni.
Un
altro compito gravoso che attende il nuovo Direttivo, oltre al suddetto
reperimento di nuove entrate, è quello di trovare una migliore sistemazione
della biblioteca sociale. L'attuale collocazione nella scuola
"Graziani" di Bagnacavallo è al limite della capienza, ed è possibile
che per esigenze della scuola ci venga chiesto prima o poi di liberare il
locale; attualmente esso presenta il problema di non essere fruibile per
diversi mesi all'anno. Bisognerà trovare una nuova collocazione. E' triste
constatare che qui in Romagna, dove si enfatizza l'impegno per la cultura e la
difesa della natura, è estremamente difficile trovare un locale di 50 mq per la
nostra biblioteca naturalistica. Colgo l'occasione per ringraziare Albero
Rivalta che si occupa del mantenimento ed ordinamento della biblioteca e di
segnalare che abbiamo bisogno anche di un volontario per la registrazione e la
gestione informatica della biblioteca, di cui finora mi sono occupato
personalmente.
Saluto
tutti i Soci presenti ed assenti e li ringrazio per avermi concesso la loro
fiducia durante tutti questi anni.
***
Estratto Consiglio direttivo
del 27 Aprile 2010
Bagnacavallo 27 Aprile 2010,
via Ramenghi 12 - ore 21.00
Presenti:
Semprini F., (presidente), Bendazzi I., Contarini E., Fabbri R., Neri P.,
Pederzani F., Rivalta A., Stagioni P., Tabanelli C..
Ordine del giorno
1 – Insediamento del nuovo Consiglio Direttivo.
2 – Nomina di Vicepresidente, Segretario e Tesoriere.
3 – Formazione dei gruppi di lavoro.
4 – Entomodena
di maggio 2010.
5 – Definizione
dei rapporti con la nuova associazione “Aquae Mundi”.
6 – Spedizione dei libri
omaggio ai soci lontani.
7 – Varie ed eventuali.
1) Fabio Semprini, primo degli eletti alla carica di
presidente, comunica la sua accettazione e quindi assume la rappresentanza legale della
società, subentrando a Fernando Pederzani.
Comunica
poi la rinuncia alla carica di consigliere dell'eletto Nevio Agostini, cui
subentra quindi il primo dei non eletti Ilvio Bendazzi. Il nuovo consiglio
risulta quindi cosi formato: Fabio
Semprini (presidente), Ilvio
Bendazzi, Ettore Contarini, Roberto Fabbri, Paolo Neri, Fernando Pederzani,
Alberto Rivalta, Pierluigi Stagioni, Cesare Tabanelli (consiglieri).
2) Il Consiglio
concorda nel nominare vicepresidente E. Contarini, segretario C. Tabanelli e
tesoriere I. Bendazzi.
3) Vengono individuate le principali attività del
Consiglio Direttivo e i rispettivi referenti. Viene approvata la seguente
suddivisione dei compiti:
-
Verbalizzazione
riunioni e redazione del Notiziario: Tabanelli.
-
Redazione dei Quaderni
e gestione del sito internet: Pederzani.
-
Rapporti con i
soci: Semprini.
-
Newsletters:
Stagioni..
-
Biblioteca:
Rivalta
-
Spedizioni varie,
acquisto buste, loro preparazione, imbustamento ecc…: Bendazzi, Contarini, Neri e Pederzani.
-
Proiezioni al
Cogollo: Bendazzi
-
Incontri
ludico-conviviali: Contarini.
………..
RINNOVO DELLA QUOTA SOCIALE
Sono aperti i rinnovi e le iscrizioni per
l’anno 2011; ricordiamo che la quota è
25 EURO per i soci ordinari
15 EURO per i soci che abbiano meno di
30 anni.
E’ possibile versare
direttamente, in occasione degli incontri sociali, al Segretario (Tabanelli),
al Tesoriere (Bendazzi) o ad alcuni altri membri
del Consiglio direttivo (Semprini, Pederzani, Contarini); per chi preferisca il
versamento alla Posta ricordiamo che il CC postale ha il N.
11776473 ed è intestato a
“Società per gli Studi Naturalistici della Romagna”.
In Memoriam Prof. Sandro
Ruffo
Nel mese di maggio di
quest’anno ci ha lasciato, novantaquattrenne, un grande naturalista, entomologo,
crostaceologo e museologo: il prof. Sandro Ruffo. Per molti anni direttore del
prestigioso Museo Civico di Storia Naturale di Verona, Egli si era occupato
come studioso di vari settori della sistematica zoologica ma in particolare, e
specialmente negli ultimi decenni della Sua lunga e intensa vita di
naturalista, si era dedicato allo studio di un gruppo di crostacei degli
ambienti umidi, gli anfipodi, di cui era divenuto uno specialista a livello
internazionale e descrittore di molte specie nuove per la scienza.
Il professor Ruffo è stato una figura emblematica dei
naturalisti italiani per oltre mezzo secolo. Sempre presente a convegni e
manifestazioni scientifiche a favore dello studio e della conservazione degli
ambienti naturali, Egli ha lasciato 270 pubblicazioni (libri, opuscoli
divulgativi, saggi, articoli da molte riviste, studi e revisioni di sistematica
zoologica, atti di convegni, ecc.). Nel 1952 divenne libero docente di Zoologia
e dal 1958 al 1966 di Entomologia all’Università di Modena. Numerosissimi gli
incarichi accademici. È stato più volte consigliere della Società Entomologica
Italiana e dell’Unione Zoologica Italiana e come responsabile di un gruppo di
ricerca del CNR ha coordinato la pubblicazione delle guide per l’dentificazione
delle specie animali delle acque interne italiane, ben 29 volumi usciti tra il
1977 e il 1985. È stato socio dell’Accademia dei Lincei (unico veronese) e
membro effettivo dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona,
dell’Istituto Veneto di Scienze e Lettere di Venezia e dell’Accademia Nazionale
di Entomologia di Firenze. Socio onorario di numerosissime accademie
scientifiche italiane ed internazionali, oltre che Medaglia d’oro dei
benemeriti della cultura. È stato presidente del Comitato scientifico della
fauna italiana dal 1971 al 1990 e presidente del Comitato tecnico per la fauna
presso il ministero dell’Ambiente dal 1989 al 1993, oltre che membro della
Consulta tecnica per le aree naturali protette dello stesso ministero dal 1993
al 1995.
Tanti premi assegnati: «Cangrande» nel 1977, «San
Zeno» nel 1980, «Gambrinus» nel 1993. Era anche socio onorario della nostra
Società per gli Studi Naturalistici della Romagna. Ha descritto 190 nuovi taxa
di Anfipodi (una famiglia, 30 generi, 159 specie), 17 nuovi taxa di Coleotteri
(10 specie e 7 sottospecie), tre nuovi taxa di altri animali (un genere, due
specie) e ben 110 taxa di animali sono stati a Lui dedicati.
I naturalisti di Romagna, di ogni età e di ogni
formazione culturale, debbono molto a questo grande studioso naturalizzato
veronese. In particolare, gli debbono un sacrosanto “grazie” poiché quand’era
direttore del succitato Museo Civico di Storia Naturale scaligero (anni
grossomodo tra il 1960 e il 1970). Egli mise in campo tutte le sue energie e il
suo carisma per cercare una decorosa collocazione, a tutt’oggi ben
riscontrabile, alle collezioni naturalistiche romagnole di Pietro Zangheri.
Considerato che la Romagna tutta, a cominciare dal Comune e dalla Provincia di
Forlì, aveva vergognosamente respinto la “donazione” a favore delle generazioni
presenti e future del preziose materiale scientifico, il professor Ruffo si
fece non in quattro bensì in otto per trovare degna sistemazione al tutto. Se
così non fosse stato, il cosiddetto oggi Museo Naturalistico della Romagna, che
con decine di migliaia di campioni preparati raccoglie dai minerali ai fossili,
dai mammiferi agli uccelli imbalsamati, dai rettili agli anfibi, dagli insetti
ai ragni, dalle piante secche in erbario ai funghi, dai molluschi terrestri
alle conchiglie marine, fino agli esseri più minuti come gli acari e i
collemboli in alcol, chissà quale fine avrebbe fatto…
In questi ultimi anni, il professore era rimasto il
decano dei naturalisti italiani, sempre attivo e lucidissimo, e anche
recentemente aveva fatto la sua ripetuta apparizione in televisione a dibattere
con energia e capacità scientifiche i problemi della strapazzata cultura
naturalistica nel nostro Paese. A Lui, dunque, un reverente saluto alla memoria
come studioso, come museologo e come conservazionista di rara sensibilità, da
parte della Società per gli Studi Naturalistici della Romagna e da parte mia
personale, poiché ho avuto il piacere di incontrarLo in diverse occasioni lungo
gli anni.
La Società si riserva di pubblicare in futuro una
biografia completa dell’Uomo e dello studioso.
Ettore Contarini
***
In Memoriam Carlo Meloni
(1950-2009)
Con profonda commozione ricordiamo il nostro socio
Carlo MELONI deceduto a Cagliari il 6 Dicembre 2009, stroncato da un male incurabile.
Tanti di noi hanno avuto con lui rapporti epistolari, ma forse pochi, data la
sua naturale ritrosia, lo hanno conosciuto personalmente.
Io, Garagnani, lo conoscevo da ben quarant’anni e
rappresento uno dei tantissimi entomologi con cui Carlo ha tenuto una fitta
corrispondenza e scambiato insetti; con me fu sempre generosissimo anche di
informazioni: devo a lui le mie prime catture in terra sarda guidato dalle sue
indicazioni talmente precise da permettermi sempre di trovare gli insetti
desiderati. Piero Leo, suo conterraneo e amico da sempre, lo ricorda per la sua
personalità di entomologo entusiasta, instancabile nel percorrere tutta la
Sardegna in ciclomotore, fin sulle vette del Gennargentu.
Riservato e
solitario, viveva in una casa-studio zeppa di scatole di insetti. Autodidatta,
è stato senz’altro il più importante entomologo che la Sardegna abbia avuto
negli ultimi quarant’anni. Collaborando con numerosi specialisti ha contribuito
alla conoscenza della fauna sarda in maniera determinante e ha reso possibile
lo studio e la descrizione di numerosissime specie nuove per la scienza, molte
a lui dedicate.
Ha espresso la volontà che la sua collezione venisse
lasciata al Museo civico di Storia naturale di Genova.
Per
informazione elenchiamo di seguito i taxa a lui dedicati:
-
Nalassus genei ssp. Melonii Leo, 1982 (Coleoptera,
Tenebrionidae)
-
Athous melonii Platia, 1984 (Coleoptera, Elateridae)
-
Microplontus
melonii Colonnelli, 1984 (Coleoptera,
Curculionidae)
-
Agrilus meloni omieri, 1987 (Coleoptera, Buprestidae)
-
Myrmecina
melonii Rigato, 1999 (Hymenoptera,
Formicidae)
-
Adrastus
melonii Platia & Gudenzi, 2000
(Coleoptera, Elateridae)
-
Dolichomeira
melonii omieri & Bellò, 2000
(Coleoptera, Curculionidae)
-
Dolichomeira
caroli omieri & Bellò, 2000 (Coleoptera,
Curculionidae)
-
Ochetostethus
melonii Rizzotti Vlach, 2000
(Hemiptera, Cydnidae)
-
Typhloreicheia
melonii Magrini, 2001 (Coleoptera,
Carabidae)
-
Otiorhynchus (Lixorrhynchus) melonii Magrini,
omieri, Leo & Fancello, 2002 (Coleoptera, Curculionidae)
-
Trachyphloeus
melonii Borovec & Osella, 2003
(Coleoptera, Curculionidae)
-
Simopsis
melonii omieri & Bellò, 2006
(Coleoptera, Curculionidae)
-
Pachypus
melonii Sparacio, 2008 (Coleoptera,
Pachypodidae)
-
Entomoculia (Entomoculia) melonii Fancello,
Hernando & Leo, 2009 (Coleoptera, Staphylinidae)
-
Asida (Asida) omieri ssp. Caroli Leo,
2009 (Coleoptera, Tenebrionidae)
Paolo Garagnani & Piero Leo
***
In Memoriam Federico
Tagliaferri
Nel giugno 2010, in seguito
a un terribile incidente stradale mentre si stava recando in provincia di Pisa
per ricerche entomologiche, è deceduto Federico Tagliaferri di Piacenza.
Inutilmente lo hanno atteso i colleghi del Museo di Storia Naturale di Milano
con cui Egli aveva appuntamento…
Nostro socio da molti anni, Federico si era sempre
occupato fin da ragazzo, con intensa attività e con un grande amore per
l’entomologia, di coleotteri scaraboidei coprofagi, detriticoli e psammofili,
raccogliendo molto materiale italiano ed europeo che è andato a formare in
mezzo secolo di attività una vasta raccolta specialistica personale. L’ultimo
incontro con Lui da parte di molti nostri soci era avvenuto recentemente,
alcune settimane prima del tragico incidente, in occasione di Entomodena a
Campogalliano nel maggio 2010.
Alla famiglia di Federico, collega e amico di molti di
noi naturalisti romagnoli, vanno le più sentite condoglianze da parte della
Società per gli Studi Naturalistici della Romagna.
Ettore
Contarini
Serate autunnali a Villa Orestina
La
Società per gli Studi Naturalistici della Romagna in collaborazione con l’ente morale ”Scuola di Pratica Agricola
F.C. Caldesi” organizza cinque incontri serali a Faenza presso la Villa
Orestina, via Castel Raniero, n° 32. (http://www.villaorestina.it/news.php).
Calendario degli incontri:
Ø
13 Ottobre, ore 21
L’acceleratore LHC al CERN di Ginevra
Relatore: Prof. Tiziano Camporesi
Senior Physicist al CERN di Ginevra; al momento
coordinatore delle operazioni dell’esperimento CMS (Compact Muon
Solenoid). Nel recente passato ha
coordinato vari progetti durante la costruzione del CMS ed è membro di vari comitati di gestione interna
del CERN
Ø
27 Ottobre; ore 21
Dal ghiaccio al mare
Relatore: Prof. Giorgio Spada
Docente di Fisica della Terra - Dipartimento di
Matematica, Fisica ed Informatica:
Università ‘’Carlo Bo’’, Urbino. Responsabile del progetto Ice2sea per
lo studio del livello marino futuro
Ø
10 Novembre; ore 21
Matematica (arte) e natura
-
Da Fibonacci a Monica Bellucci passando per corolle fiorali e molluschi
marini –
Relatore: Prof. Fabio Semprini
Presidente della Società per gli Studi Naturalistici
della Romagna
Ø
25 Novembre; ore 21
I guinness dei primati del cielo
Relatore: Prof. Angelo Venturelli
Prof. di Fisica all’Istituto Tecnico “Morigia” di
Faenza- Membro del Gruppo Astrofili “Antares”
Ø
1 Dicembre; ore 21
Antipodi. Riflessioni naturalistiche di un viaggiatore
nei paesi australi
(presentazione di un
libro con proiezione di immagini)
Prof. Giancarlo Marconi
(CNR – Bologna)
***
E’
ormai prassi consolidata trovarsi due sere al mese nella casa di campagna in via
Cogollo a Bagnacavallo. Il primo incontro è previsto nel primo martedì feriale
dove un socio o un amico illustra un tema naturalistico con l’ausilio di
audiovisi. Il secondo incontro è fissato al terzo martedì feriale. Questo
ultimo è a carattere colloquiale: un confronto di opinioni e di vicende legate
alle nostre esperienze naturalistiche.
Calendario delle
proiezioni di settembre-dicembre 2010*.
Ø Martedì 7 settembre 2010
“ Al
scòll “ vita nelle acque temporanee – a cura di Danio Miserocchi
Ø Martedì 5 ottobre 2010
Vita in salina – a cura di Fabrizio Lazzari e Susanna Casadei
(documentaristi forlivesi)
Ø Martedì 9 novembre 2010
Antipodi. Riflessioni naturalistiche di un viaggiatore nei paesi
australi – a cura di
Giancarlo Marconi
(Consiglio Nazionale delle Ricerche)
Ø Martedì 7 dicembre 2010**
Stormi di uccelli neri…
(Osservazioni sulle migrazioni)
a cura di Giancarlo Plazzi
…………….
*Gli incontri sono di norma
allietati da vino e “mangiarini” vari.
I temi delle proiezioni potranno subire
variazioni per cause di forza maggiore, anche senza preavviso.
Coloro che hanno materiali su temi
naturalistici o su viaggi a carattere paesaggistico/naturalistico e sono
disponibili per proiezioni possono contattare Ilvio Bendazzi (tel. 0544
520366).
** In una prima versione del
calendario, fatta pervenire a diversi soci, era previsto un altro relatore.
Come raggiungere la casa di via Cogollo n° 27
v Dalla
SS 16 (Reale): a Mezzano
svoltare sul Lamone e proseguire oltre l’abitato di Villanova per circa 800 m
poi svoltare a destra in via Cogollo, direzione Bagnacavallo. La casa è davanti
alla prima via a sinistra (Trav. Zorli)
dopo circa Km 1,5.
v Dalla SS 253 (S. Vitale):
svoltare dopo il Lamone in direzione Traversara, poi in direzione
Villanova per circa 3 Km quindi deviare a sinistra in via Cogollo direzione
Bagnacavallo. La casa è davanti alla prima via a sinistra ( Trav. Zorli ) dopo
circa Km 1,5.
v Faenza/Lugo/Bagnacavallo: girare a sinistra al semaforo di
Bagnacavallo posto sulla S.Vitale poi sempre dritto per imboccare via Cogollo,
direzione Villanova. Siamo nella casa di fronte alla Trav. Zorli (3° strada a
destra) dopo 4 Km da Bagnacavallo.
MAGNAZZA D’AUTUNNO
Domenica 17 Ottobre 2010 – alle 12.30
Al Ristorante “Gemelli” di Bagnacavallo
Via Fratelli Bedeschi 43/A
Menù
tagliere rustico
crostini e affettati
lasagne al forno
garganelli alla boscaiola
grigliata mista
verdure ai ferri
patate al forno
2 dolci
Sangiovese- Pinot
acqua
caffé e digestivo
PREZZO 27 EURO
Per chi vuole ritrovo alle ore 11.30 per le
tradizionali chiacchiere naturalistiche
Ė necessario prenotare
entro il 13 ottobre
- con e-mail: info@ssnr.it
-telefonando: a Semprini (0543 66038), a
Pederzani (0544 212250), a Contarini
(0545 61079), a Tabanelli
(0545 30674).
-scrivendo: Soc. Studi Naturalistici della
Romagna- c.p. 143, 48012 Bagnacavallo.
EVENTI
Gente
In Vena
Si è svolta con successo a Brisighella “Gente in
Vena”, la prima festa del Parco del Regionale della Vena del Gesso. Si è
sviluppata nei giorni 11, 12 e 13 giugno attraverso diverse le manifestazioni:
un mercato dell’artigianato artistico e uno dell’agricoltura; presentazione
della monografia “Il Parco Regionale della Vena del gesso Romagnola”; scene di
vita medioevale nella rocca del paese, visite guidate di carattere speleologico
e naturalistico, tra cui un percorso botanico predisposto da nostri soci;
spettacoli per bambini sugli animali del Parco, inaugurazione del “Sentiero del
Tempo”, caccia al tesoro, laboratori didattici. La nostra società ha
organizzato escursioni naturalistiche a Monte Mauro e visite alla mostra di
Zattaglia “Lucciole di Pietra”. Tale mostra è stata allestita dal Centro
Culturale M. Guadacci e dalla nostra Società. Nell’ambito di questa mostra si è
tenuto, sabato 12 giugno, il convegno della Federazione Speleologica Regionale
sul progetto “Stella-Basino”.
Cesare Tabanelli
2010:
Anno Internazionale Della Biodiversità
di Ettore Contarini
Per i naturalisti e i
conservazionisti, quelli veri s’intende, il 2010 appare simbolicamente
importante perché proclamato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale della
Biodiversità”. Una biodiversità come tutti ben sappiamo, o almeno chi vuol
aprire gli occhi sull’attuale realtà, pesantemente corrosa giorno dopo giorno
dalle incessanti attività antropiche, fisiche e chimiche, che con l’aumentare
continuo del fabbisogno di materie prime, di energia e di prodotti agricoli,
dilagano in ogni angolo del pianeta Terra apportando inquinamenti e
distruzioni.
Un amico passato da me mentre mi accingevo a
distribuire queste righe sulla carta già mi ha detto, sconsolatamente: “Per
quel che servirà…” Lo so. Toccato. Anch’io nel silenzio dei pensosi momenti,
quando la testa non “bolle” per altri seri motivi, capto come un malessere
esistenziale quella profonda e bruciante sensazione di impotenza verso la china
ineluttabile in cui sta scivolando la diversità biologica del pianeta.
Qualcuno già ha esordito negli editoriali delle
riviste scientifico/naturalistiche con titoli come, ad esempio: “Biodiversity
is life, biodiversity is our life”. E’ perfettamente vero, poiché la vita è
una, una sola, sebbene frammentata in mille meravigliosi rivoli biotici
strettamente connessi tra loro come le ruote dentate di un grande e
complicatissimo ingranaggio. E’ davvero un peccato che questo complesso che ha
impiegato un’infinità di millenni per arrivare a noi venga fatto affondare in
breve tempo dalla cupidigia e dall’ignoranza umana. E’ vero che in lontani
passati geologici vi sono state delle grandi distruzioni di massa di piante e
animali, senza che ci fosse l’uomo a provocarle. Però che sia ora l’uomo a
distruggere il bel giardino che lo ha visto crescere appare ancora più triste e
inquietante.
Siamo così giunti all’Anno Internazionale della
Biodiversità, un proclama che non è ben chiaro se sia una celebrazione per le
meraviglie della diversità biologica o se si tratti di un monito a conservare i
nostri immensi beni naturali in evidente pericolo proprio per colpa dell’uomo.
Comunque sia, al di là dei proclami internazionali, di vasta risonanza nella
politica ai massimi livelli mondiali ma di bassa ricezione tra i singoli
governi e tra la gente comune, affiora prepotente la domanda: quanto incidono
nei comportamenti umani questi anni “dedicati a “? Questi prestigiosi proclami
hanno un seguito operativo o restano degli appelli al vento? L’impotenza delle
Nazioni Unite a operare concretamente nei vari settori di sua competenza è
apparso ripetutamente un fenomeno molto grave. Per non dire, più crudamente,
della sua incapacità di risolvere i problemi per le interferenze incrociate
degli Stati membri. Dai grandi summit mondiali che fanno sfoggio di enormi
apparati organizzativi, con decine di migliaia di rappresentanti a ogni
convegno e spese in milioni di dollari da far rabbrividire, si trae un ben
triste spettacolo: la montagna partorisce sempre un topolino. Quando va bene.
Per ciò che riguarda i grandi incontri internazionali su ambiente, sviluppo e
clima, da Rio de Janeiro a Kyoto, da Mogadiscio a Copenhaghen, abbiamo solo
dovuto registrare un fallimento dopo l’altro dovuto alle intransigenti
posizioni pro-tasca loro di molti Stati aderenti. D’altra parte, se andiamo a
osservare gli altri costosissimi “carrozzoni”, tutti emanazioni ufficiali delle
Nazioni Unite, la situazione non appare migliore: dalla gestione delle risorse
terrestri in rapido esaurimento agli interventi “simbolici” dell’Unesco a
favore della cultura mondiale, dagli inutili tentativi di comporre i numerosi
conflitti bellici sparsi un po’ dovunque alla farsa della risoluzione della
fame nel mondo. Per quest’ultima attività dell’ONU, poi, si è giunti veramente
al grottesco. Recentemente, infatti, i giornali hanno riportato a grandi titoli
che, a conti fatti, nell’anno 2008 (ma anche in quelli prima e dopo sarà la
stessa musica…) su quasi 800 milioni di dollari stanziati per aiutare le
popolazioni povere soltanto 89 sono andate ai bisognosi. E anche qui bisogna
poi vedere quanti di questi 89 sono veramente andati alla bocca di chi ha fame…
E gli altri 700 milioni, ossia il 90%? Sono stati “bruciati” dal grande
apparato organizzatore!
Così, adesso è l’ora dell’anno dedicato alla
biodiversità, con commissioni costosissime sparse in mezzo mondo che devono
fare il punto sulle situazioni nazionali, continentali, mondiali, dalla vita
terrestre agli organismi acquatici, e così via. Ma, con tutta sincerità, oltre
al solito giuoco di foraggiare migliaia di studiosi e di ricercatori impegnati
in queste analisi orbis terraquae, ditemi che cosa cambierà nei prossimi anni
per la diversità biologica del nostro pianeta dopo questa altisonante
proclamazione internazionale. Sorde sono le Nazioni aderenti all’ONU, in
particolare su questi temi ambientali. Sorde appaiono le singole strutture
interne ai vari Stati (regioni, provincie, ecc.). Sordi risultano i cittadini
che si arrabattano solamente per la strenua difesa del loro orticello con i
beni materiali di un affannoso consumismo. Sarebbe meglio, allora, che questo
denaro pubblico internazionale venisse investito più semplicemente, e più
seriamente, per acquistare sotto l’egida dell’ONU dei pezzi di pianeta
meritevoli di essere salvati. Ad esempio, un pezzo di Amazzonia, con la sua
enorme biodiversità (indios compresi), o un pezzo di taigà russo/siberiana che
è da considerare un’Amazzonia boreale. Ma con controlli severi sul posto e non
con la solita farsa di territori che restano terra di nessuno.
Ma noi vogliamo comunque, alla fine, ben volentieri
accettare lo stesso questo simbolico invito a difendere la biodiversità del pianeta,
anche se l’inoperatività delle massime istituzioni mondiali ci lascia l’amaro
in bocca. Perché, bisogna pur evidenziarlo, il tutto come sempre finisce per
ricadere in basso sulla buona volontà e sulla tenacia delle solite, ma poche,
persone sensibili e sulle associazioni in cui esse si raggruppano. Tocca come
sempre a loro e quasi mai, e anche questo è da sottolineare, con l’aiuto delle
pubbliche istituzioni locali. Chiunque ha svolto attività conservazionistiche
nella sua vita ben sa che ogni qualvolta ci si rivolge a un Comune, a una
Provincia, a una Comunità Montana, a una Regione, per chiedere un piccolo
contributo economico per favorire la sopravvivenza di qualche angolo di
territorio, dove flora o fauna meritano attenzione, si va inesorabilmente a
sbattere contro il muro della solita risposta: “Ci dispiace, non ci sono soldi
per questa attività. Ripassi il prossimo anno”.
Personalmente, ho maturato ormai la solida convinzione
che spesso i grandi proclami che trasudano sterile retorica e i grandi progetti
di salvaguardia ambientale fanno fatica a nascere e ancor di più a consolidarsi
perché contrastati da cento intrighi politico/economici. Meglio dunque, in
molti casi, ripiegare su obiettivi limitati e cercar di migliorare certe
situazioni locali, magari di ambienti anche piccoli. Purtroppo, questi ultimi
mostrano il grosso problema di essere circondati da aree spesso molto
antropizzate e quindi di apparire poco difendibili come qualità fisico-chimica
dell’ecosistema. Però, nello stesso tempo funzionano come piccole aree di
rifugio per qualche elemento biotico che localmente merita attenzione e
conservazione. Anche piccoli o piccolissimi francobolli di territorio. Ad
esempio, un argine con argilla franata dove nel dirupo si è insediata una
colonia di gruccioni o di “topini”; qualche vecchio salice capitozzato per
mantenere la presenza dell’ormai scomparso scarabeo-eremita; un tratto di
vecchio argine erboso, ancora non invaso dallo sterile canneto, dove si possono
ammirare in volo alcune farfalle diurne come la zerinzia e vari licenidi dal
colore azzurro intenso; un vetusto macero che rappresenta un prezioso rifugio
per piante e animaletti acquatici.
A questo punto, se si vuole raccogliere il messaggio,
appare chiaro che la biodiversità è affidata ufficialmente dall’Onu alle
istituzioni ai vari livelli amministrativi, ma in pratica è lasciata alla
sensibilità delle Associazioni di volontariato naturalistico e protezionistico,
nonché ai singoli cittadini, poiché gli sforzi, in certi casi anche lodevoli,
dei grandi summit internazionali sono comunque apparsi palesemente
fallimentari.
Ettore Contarini
NOTIZIE
Nascita di un parco
geologico
di Ermete Bartoli
Dal
“Notiziario locale San Potito di Lugo” del mese di marzo 2010.
Da circa 40
anni coltivo la passione per la ricerca ed
il collezionismo di minerali, cristalli
e fossili.
Fin da bambino durante le gite in collina con la famiglia nelle località di
Brisighella, Rontana e Zattaglia - Monte Mauro, rimanevo affascinato dai luccicanti cristalli di gesso incastonati nelle rocce. Nei
colli di Pietramora, Marzeno e San Giorgio in Ceparano trovavo
conchiglie pietrificate sia in roccia che
nei campi arati. Per me era un mistero che animali vissuti in mare fossero finiti in cima ai monti.
A 15 anni, frequentando l'istituto agrario di Persolino sopra Faenza,
ebbi la possibilità
di effettuare molte escursioni sui colli vicini riempiendo sovente la cartella di sassi. Gli studi finirono presto ma la passione
rimase e in seguito si trasformò in lavoro.
A 25 anni, grazie ad un amico, mi iscrissi ad un gruppo faentino di cercatori di minerali. Con loro cominciai a
girare la regione ed in seguito tutta l'Italia, dai ghiacciai del Monte Bianco e
delle Alpi fino alle Solfatare siciliane, dalle miniere sarde e dell'Isola d'Elba
alle cave di calcare del
Veneto e delle Dolomiti. Negli anni seguenti,
accompagnato da mia moglie che
condivide con me la passione per i
viaggi, visitammo siti in varie parti d'Europa. In Algarve (Portogallo)
alla ricerca di fossili, in Asturie e Andalusia (Spagna) a raccogliere piriti, fluoriti e altri minerali, lungo le scogliere della Normandia e della
Bretagna (Francia) a scoprire fossili del Giurassico e Cretaceo. Nel Dorset e Yorkshire (Inghilterra) a caccia
di ammoniti giganti o in Scozia a cercare
antichi pesci corazzati, poi ancora
in Baviera, in
Belgio, Austria e Svizzera. Iniziammo
pure a frequentare le mostre -scambio
specifiche sia in Italia che all'estero, soprattutto quelle di Monaco di
Baviera e Strasburgo, le più grandi d'Europa.
Qui ho avuto la possibilità di scambiare o acquisire pezzi rari od estetici, costituendo così una collezione di fossili e minerali
di discreta importanza. Negli ultimi tempi ho
partecipato a diverse mostre
didattiche a Forlì, Cesena e
Cesenatico, visitate da numerose scolaresche.
In alcune classi ho esposto e
spiegato la storia dei fossili, in altri casi alunni ed insegnanti sono venuti direttamente a casa
per vedere le collezioni. In seguito a questa
attività è nata l'idea di costruire
una esposizione permanente a cielo aperto fruibile al pubblico. Nel piccolo appezzamento di terreno dietro casa (circa mezzo ettaro) per anni affittato a un vivaista e per questo già
alberato, ho pensato di allestire un percorso
geologico con varie soste che partono
dalla nascita del pianeta, alle prime
forme di vita, dalle varie ere geologiche fino all'uomo del neolitico.
L'itinerario geologico inizia con:
Una prima bacheca ove viene descritta
la formazione
del pianeta e la nascita della vita: la terra nacque circa 4,6 miliardi di anni fa,
mentre le prime forme di vita batterica, in mare, apparvero attorno ai 3
miliardi di anni. Questo lungo periodo, che terminerà con l'inizio del Paleozoico 570 milioni di anni fa, è chiamato Archeozoico o Precambriano.
Gli organismi
viventi di quell'epoca hanno lasciato poche tracce fossili. Fanno eccezione le
Stromatoliti, alghe con strutture calcaree che hanno fornito l'ossigeno al
pianeta. Alcune di queste
alghe sono esposte all'inizio dell'itinerario.
La seconda
bacheca descrive l'Era Paleozoica o Primaria: in questo periodo comparvero
organismi con conchiglia (molluschi) e con corazza esterna (artropodi).
Le parti dure di
questi animali marini lasceranno molti resti fossili: nel parco si potranno vedere
esemplari pietrificati di meduse, trilobiti, crinoidi cefalopodi, ofiuridi, felci,
tronchi di alberi e i primi pesci corazzati, antenati di tutti i vertebrati.
La terza bacheca,
con relativa ricostruzione in aiuola, descrive un sito delle dolomiti nei pressi di Aldino, Val di Fassa, chiamato Butterlòch: un canyon lungo 8 km che nasce dal Corno Bianco e che incide strati fossiliferi di 200 milioni di anni; questo sito è molto importante per i geologi, perché vi è ben esposto il contatto fra gli strati di fine Paleozoico ed inizio Mesozoico.
La quarta bacheca
parla del Mesozoico o Era Secondaria: sulla terra, in mare e nei cieli, i rettili saranno i protagonisti
di questo periodo. I dinosauri, alcuni piccoli come polli, altri più alti di 30 metri,
domineranno la terra. I mammiferi, simili a topi, saranno relegati a un ruolo secondario. Nei mari, Ittiosauri
e Plesiosauri cacceranno pesci e ammoniti. Nei cieli voleranno Pterosauri e i primi uccelli
(Arkeopteris). Nell'itinerario si potranno ammirare, pesci, ammoniti, ofiuridi, nautilus,
uova e
impronte di dinosauro.
La quinta bacheca
illustra il Cenozoico o Era Terziaria: alla fine del Mesozoico un enorme meteorite,
10 km di diametro, colpì la terra nel Golfo del Messico, in India violente eruzioni
vulcani che
proiettarono in atmosfera gas e polveri, oscurando il cielo per migliaia di anni.
Questi fenomeni
innescarono una grande estinzione di massa: scomparvero i dinosauri, gli ammoniti e circa il 70% delle specie
viventi. Dopo
la crisi, la vita piano piano tornò a rifiorire. Scomparsi i dinosauri, i mammiferi si
moltiplicarono e diversificarono diventando i dominatori del pianeta.
Nei mari, estinti i
rettili e gli ammoniti, presero il sopravvento gli squali: il Carcharodon Megalodon
raggiunse i 20 metri di lunghezza.
Di questo periodo
vedremo resti fossili di gasteropodi, pesci, crostacei, echinidi, bivalvi,
denti di squalo.
La sesta bacheca descrive il Cenozoico o Era Quaternaria.
Continua il dominio dei mammiferi e compare l'uomo moderno; questo è il periodo delle grandi
glaciazioni che porteranno all'estinzione di animali come il mammut e lo Smilodonte,
la tigre dai denti a sciabola.
Resti di bisonti e di mammut saranno esposti lungo l'itinerario.
La settima e ultima bacheca
parla dell'uomo, della sua evoluzione e della conquista del pianeta. L'itinerario termina
con la capanna dell'uomo del Neolitico. La costruzione di questo ambiente è
ancora in corso, ostacolata
anche da un inverno particolarmente rigido.
Se non sorgeranno altri problemi, si prevede l'apertura nel mese di maggio 2010 alle scolaresche
interessate. Nel parco si potranno inoltre ammirare: un ambiente del sud Italia con
muretto a secco; un dolmen, ulivi e rossa terra a bauxite; una montagnola di quarzi rosa e pietre dure;
una tavola rotonda con sedie scolpite in tronchi d'albero; una fungaia; un orologio solare; la
botte di halloween e delle torce celtiche. Alcune zone ombrose sono attrezzate
con
sedili e tavolini per il riposo o il ristoro dei visitatori.
L'ingresso sarà
gratuito e aperto a tutti nei giorni prestabiliti.
(Per informazioni: tel. 054533828)
DIVAGAZIONI
Chiavi per le “razze” di Entomologus systematicus Stritt, 1952.
(Primates, Hominidae)
di Giorgio Pezzi
Nell’anno 1952 Walter Stritt, entomologo
umorista, ha pubblicato nella Entomologische Zeitschrift una “chiave” per gli
entomologi dediti alla Sistematica che abbiamo tradotto in italiano e solo
leggermente modificato, con piccole mie integrazioni, per correggere alcune incongruenze legate
alla traduzione in italiano e migliorare la leggibilità. Non ce ne vogliano i
soci entomologi, ma la pubblichiamo solo a scopo ludico e senza malizie (ndr).
CHIAVE dei taxa sottospecifici di Entomologus systematicus Stritt, 1952
1 -
Entomologo che determina _____________
2
1’ -
Sistematico in senso stretto ______________ 5
2 - Entomologo “universale” che lavora con
interesse uguale per Imenotteri, Ditteri, Coleotteri, Lepidotteri, ecc.:
Entomologo “tuttofare”
Entomologus systematicus universalis
2’ -
Entomologo specialista di gruppi ristretti ____________ 3
3 - Trattiene il materiale per almeno un anno e
lo rimanda indietro arricchito di dermestidi:
Entomologo “preciso”
Entomologus systematicus accuratus
3’ -
Determina il materiale in tempi ragionevoli ___________ 4
4 - Vuota le scatole abbondantemente e si
guadagna così una ricca collezione:
Entomologo “ingeneroso”
Entomologus systematicus immodestus
4’ - Si accontenta
di alcuni doppioni e aggiunge persino esemplari della sua collezione per
confronti; non comune:
Entomologo “moderato”
Entomologus systematicus modestus
5 -
Troppa o poca rapidità nelle pubblicazioni ____________ 6
5’ - Normale celerità ____________ 7
6 - Descrive una specie, che ritiene nuova,
appena scoperta, possibilmente senza consultare la bibliografia:
Entomologo “rapido”
Entomologus systematicus celerrimus
6’ - Lascia
maturare per anni la presunta nuova specie prima di decidersi a pubblicarla e
spesso giunge troppo tardi:
Entomologo “incerto”
Entomologus systematicus cunctator
7 -
Sistematico con interesse storico ____________ 8
7’ - Sistematico senza interesse storico
______________ 9
8 - Rovista vecchi libri e riviste e trova così
nuovi nomi con diritto di priorità; ama specialmente il cambiamento di recenti
nomi delle specie:
Entomologo “della tignola”
Entomologus systematicus antiquariatus
8’ - Rovista
vecchie collezioni con esemplari spesso non riconoscibili e nel corso di decenni,
dopo scambi di cartellini e di esemplari li “identifica” mettendo
sottosopra i vecchi nomi autentici:
Entomologo “confusionario”
Entomologus systematicus confusionalis
9 -
Molto produttivo, nessun giorno senza una nuova specie:
Entomologo “molto fertile”
Entomologus systematicus foecundissimus
9’ -
Fertilità normale_____________ 10
10 -
Pretende di essere infallibile, esclude ogni abbaglio:
Entomologo “infallibile”
Entomologus systematicus infallibilis
10’ - Non ha
pretese di infallibilità _______________ 11
11 -
Corregge gli sbagli altrui ____________ 12
11’ -
Produce specie proprie ___________________ 13
12 -
Constata in modo preciso e corretto sbagli di scrittura e di date del
concorrente, col dito alzato:
Entomologo “pedante”
Entomologus systematicus pedagogicus
12’ - Cerca omonimi sbagliati nello stesso genere e
li denomina di nuovo, invece di renderli noti agli Autori:
Entomologo “usurpatore”
Entomologus systematicus usurpans
13 -
Dichiara per principio specie di altri Autori come sinonimi, per essere
libero di descrivere le proprie specie:
Entomologo “sinonimico”
Entomologus systematicus synonymicus
13’ - Si dedica normalmente alle sinonimie
_______________ 14
14 -
Divide ogni genere in più generi, possibilmente con una sola specie
ciascuno:
Entomologo “generatore di generi”
Entomologus systematicus genusgenerans
14’ - Si dedica alle specie ______________ 15
15 -
Riunisce le specie di altri autori in una sola specie originando molti
nuovi sinonimi:
Entomologo “unificatore”
Entomologus systematicus adstringens
15’ - Moltiplica e/o perfeziona le specie
_____________ 16
16 -
Aumenta il numero di specie per scissione _____________ 17
16’ - Perfeziona le specie nominando nuove varietà
__________18
17 - Eleva a specie le sottospecie, razze, forme et similia senza tener conto della loro
distribuzione:
Entomologo “dei circoli di razze”
Entomologus systematicus circulosus
17’ - Aggiunge specie secondo distribuzione geografica:
ogni 10 km in orizzontale e 100 m in verticale:
Entomologo “climatico”
Entomologus systematicus microclimaticus
18 - Nomina nuove forme per particolari che vede solo
lui:
Entomologo “inventore”
Entomologus systematicus pitagoricus
18’ - Ottiene
razze, forme, ecc. grazie a dettagli, ottenendo nomenclature
quadri-quinquenomiali __________19
(Gruppo di Entomologo “tenia”)
Entomologus systematicus infinitesimalis
19 - Tiene conto piacevolmente di sfumature,
macchie e disegni:
Entomologo “ macchietta”
Entomologus systematicus infinitesimalis
maculigaudens
19’ - Conta
volentieri peli e setole:
Entomologo “del pelo”
Entomologus systematicus infinitesimalis setigaudens
RICHIESTE
Ve la immaginate la nostra cucina senza
il pomodoro ? Niente umidi, spezzatini, brasati, pollo alla cacciatora. Nessun
ragù per le tagliatelle. A Napoli poi … niente “pummarola” e niente pizza …
Tutti,
credo, sapete che la pianta viene dalle Americhe e quindi nel nostro medioevo e
anche i sontuosi banchetti delle corti rinascimentali ne dovevano essere privi.
Premesso
questo sarà più interessante leggere l’esperienza che ci racconta il nostro
caro Giovanni.
Una curiosità: Solanum
lycopersicum (letteralmente =
pesca(1) dei lupi; volgarmente = pomodoro!)
di Giovanni Rivalta
(1) Il termine lycopersicum venne usato ancora da
Galeno per indicare una ormai non più precisabile pianta velenosa. Lycos
significa certamente lupo, ma persicon significa pesca o mela; quindi
"mela dei lupi"
Premessa
L’amico Carlo Bordon
- residente in Venezuela - alcuni
anni fa mi inviò una bustina contenente diversi semi di Solanum, da lui
raccolti “sul campo”, durante una breve escursione fuori Maracay.
La pianta, come lo stesso Bordon affermava nella lettera che accompagnava la spedizione dei semi, sarebbe l’ “antenato selvatico” dal quale derivano tutte le varietà oggi coltivate di pomodoro (Solanum lycopersicum).
Approfondendo la ricerca sulla pianta (via Internet, non avendo io testi utili sull’argomento), mi restano oggi alcuni dubbi sull’esatta classificazione della specie botanica perché, nella vasta area che va dal Messico al Perù (area dalla quale provengono gli “antenati” dei nostri pomodori), il genere Solanum conta una moltitudine di specie, tra le quali più d’una con caratteristiche abbastanza simili alla pianta cui tra breve mi riferirò (ad esempio: Lycopersicum cerasiforme; Solanum racemigerum; ecc. ecc. ).
Gli amici che mi conoscono
sanno bene che io sono un impenitente casinista. E infatti, manco a farlo
apposta, la bustina con i semi di Solanum “scomparve” tra le tonnellate
di carta che mi trovo a gestire e, per alcuni anni (non meno di tre!), ha
serenamente riposato assieme a tutte le riviste, la corrispondenza, i giornali
e quant’altro che quotidianamente passano per casa mia.
Nel corso di un disperato (ma pressoché inutile)
tentativo di archiviare con ordine un po’ di cartacce, nella tarda Primavera di
quest’anno la bustina con i semi di Solanum è miracolosamente riapparsa.
Non
ricordo bene come, nel dettaglio, sono andati i fatti successivi.
Fatto
sta che i semi - molti dei quali
ovviamente già ridotti in polvere dall’inclemente e implacabile trascorrere del
tempo - sono finiti nelle mani di mia
moglie. La quale, forsennata “sperimentatrice” della coltivazione di piante
esotiche di ogni genere e specie, li ha “seminati” e curati assieme a diverse
altre piante di suo interesse.
Circa una ventina di
giorni fa (più o meno all’inizio del mese di Agosto) mia moglie mi ha servito
per pranzo, come contorno vegetale, alcune “palline” rosse del diametro di
circa un centimetro (qualcuna anche meno!).
“Questi” - mi disse -
“Sono i pomodori nati dai semi inviati da Bordon”.
Naturalmente
la mia curiosità a quel punto è esplosa all’improvviso.
Così
ho subito “indagato” sulla curiosità botanica.
Ecco,
in sintesi, le mie osservazioni.
a)
La pianta - esteriormente del
tutto simile ad un normalissimo pomodoro -
raggiunge in qualche esemplare l’altezza di circa 200 centimetri (ma la
crescita non si è ancora arrestata).
Non mi sento tuttavia di escludere che alcune di esse
possano anche “aver filato”, nella forsennata competizione con tutte le altre
piante coltivate da mia moglie.
b)
Anche i fiori non si discostano, nella forma, da quelli del comune
pomodoro coltivato (vedi foto), se non per la dimensione, sensibilmente
inferiore.
c)
I frutti, mai solitari ma sempre raccolti “a grappolo” (di norma cinque
– sette “palline” per ogni grappolo), sono perfettamente sferici e richiamano alla
mente il nostro “Pachino”, fatta eccezione per la dimensione
notevolmente superiore di quest’ultimo.
Il colore, verde quando sono acerbi, diventa rosso-arancio cupo
uniforme a piena maturazione.
La consistenza, al tatto, non è inferiore a quella dei
comuni pomodori.
Altrettanto va detto per il sapore: forse solamente un po’ più dolce e meno
“marcato e acidulo” di quello del nostro San Marzano.
La specie, a parte la relativa facilità di coltivazione, a mio giudizio ha dimostrato una sorprendente vitalità: circa tre anni passati in mezzo alle cartacce non hanno diminuito la capacità di germinazione dei semi (ovviamente di quelli rimasti integri perché, come detto più sopra, molti erano già ridotti in polvere).
Questa sorprendente facoltà (a mio giudizio sorprendente per una pianta proveniente da aree umide tropicali) è stata confermata anche dall’amico Bordon.
Quando infatti, nel corso di una telefonata di alcuni giorni fa, gli ho proposto “di ritorno” alcuni semi, mi ha ringraziato ma ha declinato con decisione la mia offerta: quel pomodoro, da quando mi inviò i semi, ha letteralmente invaso tutto il suo orto-giardino.
Perché, come da lui affermato nel corso della citata telefonata, dopo aver bollito e “passato” i pomodori raccolti, ebbe l’infelice idea di buttare nell’orto le bucce ed i semi “scartati” dal passaverdura, perché servissero come concime.
Ebbene quei semi, nonostante fossero stati “bolliti e passati”, hanno germinato in massa e continuano a riprodursi abbondanti (ed infestanti) anno dopo anno.
Io non sono un appassionato ortolano né, tanto meno, un esperto botanico. Sarò pertanto infinitamente grato a chi potrà segnalarmi se il fatto più sopra citato ricade nella normalità della botanica - almeno con riferimento alla specie in argomento - o, ancora meglio, se potrà aiutarmi nella classificazione della specie.
Foto 1 - Solanum lycopersicum
Foto 2 - Lycopersicum sp. (??)
Foto 3 - Solanum lycopersicum
Foto 4 - Lycopersicum sp. (??)
Foto 5 – Solanum lycopersicum
Foto 6 - Lycopersicum sp. (??)
Aiutatemi!
di Maurizio Matteini Palmerini
Sto elaborando una sorta di zoologia popolare romagnola e sono alla ricerca,
da ogni zona della nostra regione, di proverbi, modi di dire, favole, credenze
che riguardano gli artropodi (s.l.), i pesci, i rettili, gli uccelli ed i
mammiferi.
Esempio:
Una lózla la n’è un fug!
Una lucciola non è un fuoco!
(ovvero non bisogna ingigantire o dare troppa importanza alle piccole cose).
Quând che e’ ven e’ sol aglión,
guérdat dal vespar e dai graravlòn.
Quando viene il solleone
guardati dalle vespe e dai calabroni.
Per comunicazioni o informazioni Maurizio Matteini Palmerini
Via Polverella 60, 47825 Torriana (RN) – zanimatteini@gmail.com
PUBBLICAZIONI
Recensioni
(Una giornata in spiaggia: Cervia, 19
settembre 2009. Geoitalia, 30, 2010: 9-17)
Luigi
Carobene, professore al Dipartimento per lo studio del Territorio e delle
Risorse all’Università di Genova, decide di dedicare un giorno delle sue
vacanze sulla costa romagnola all’analisi
di come le onde, le correnti e le maree modellino , ora per ora, la morfologia della spiaggia. Ciò avviene
secondo una successione continua di strutture sedimentarie. Nell’articolo si
avverte tutta la curiosità del naturalista, in questo caso del geologo, che
porta l’autore ad approfondimenti e a scrutare aspetti inconsueti per noi
abituati a vedere la spiaggia per lo più come un luogo di piacevole vacanza.
Questa curiosità coinvolge il lettore che ne esce fortemente arricchito. Anche
se non si è esperti delle Scienze della Terra, ne consiglio la lettura e
l’articolo può essere scaricato in pdf dal sito della “Federazione Italiana di
Scienze della Terra, Onlus”
(http://www.geoitalia.org/index.php?action=folder_list&folder_id=75).
Cesare Tabanelli
Biblioromagna
[ (*) nostro socio]
(Vengono omessi i lavori
pubblicati sui nostri Quaderni di Studi
e Notizie di Storia Naturale della Romagna)
AMBIENTE
Capitanio
P., 2010.
Castel Raniero Errano Olmatello. 3
itinerari sulle colline faentine tra storia, arte e natura. Carta Bianca
Editore, 117 pp.
GEOLOGIA
Carobene
L., 2010. Una giornata in spiaggia: Cervia, 19 settembre 2009. Geoitalia, 30:
9-17.
Trua T., V. Manzi, M. Roveri & A. Artoni, 2010. The Messinian volcaniclastic layers of the
Northern Apennines: evidence for the inithial phases of the Southern Tyrrhenian
spreading? Italian Journal of Geosciences, 129 (2): 269-279.
BOTANICA
Iamonico D., Montanari S*., 2009. Notula 1617. Anthemis maritima L. (Asteracae). Notulae alla Checklist della
flora italiana, 8 Inform. Bot. Ital., 41
(2): 357.
Iamonico
D., Montanari S*., 2009. Notula
xxxx. Trisetaria panicea (Lam.) Lam. (Asteracae). Notulae alla Checklist della
flora italiana, 9 Inform. Bot. Ital., 42
(1): 357 (In stampa).
STORIA NATURALE
Bassi
S.*, E. Contarini*, M. Costa*, P. Lucci, S. Piastra & M. Sami*, 2010. Parco
regionale della Vena del Gesso Romagnola. Regione Emilia Romagna. Ed
Diabasis. 223 pp.
Mariani
S., P. Lucci, F. Semprini*, P.L. Stagioni* & A. Benericetti, 2010. Lucciole
di pietra. Sulla scia dei grandi.
Centro Culturale “M. Guaducci” – Zattaglia. Carta Bianca Editore: 60 pp.
VARIE
AA.VV. , 2010 - Una vita
dalla parte della natura. Studi in ricordo di Luciano Bentini -
Cartabianca, Faenza : 144 pp.